sabato 5 marzo 2016

Imperativo

Lavoro in un call center e la maggior parte dei miei colleghi sono della mia generazione. Siamo tutti fra i venti e i trent’anni e per fortuna c’è un buon feeling. Siamo abituati a portarci qualcosa da fare per quando ci sono dei ‘tempi morti’, durante i quali le chiamate scarseggiano o sono del tutto assenti. Come potete intuire spesso mi porto un libro.
Ormai i colleghi sono abituati a vedermi divorare un volume dopo l’altro, hanno accolto l’arrivo del kindle e osservano placidamente come ogni dieci o quindici giorni cambi il titolo del romanzo che ho sottobraccio. Mi è capitato spesso che mi dicessero “Ma l’altro l’hai già finito?” o “Oddio, quello è un mattone!”.
Da un po’ la maggioranza è giunta alla conclusione che «Patty, sei troppo intelligente!». Cerco di dissuaderli da questa idea malsana e, quando gli chiedo come mai dovrei esserlo, mi rispondono che per forza deve essere così: leggo tantissimo.
Non è la prima volta che mi capita di sentire una cosa del genere. Le persone che leggono sono considerate intelligenti, ma penso che sia un concetto sbagliato (e cercherò di convincere i miei colleghi, prima che scoprano da soli l’amara verità e rimangano delusi dal mio normalissimo intelletto).
 
Leggere è positivo sotto moltissimi punti di vista. Aiuta a rilassarsi, liberare la mente, imparare cose nuove, accrescere il lessico, è semplicemente bello perché scopriamo mondi e storie prima sconosciuti, allena la fantasia e non ultimo ci dà sempre spunto per imbastire una conversazione o un’idea di cosa fare nel tempo libero se per caso non abbiamo nulla in mente.
Questo non ha però nulla a che vedere con l’intelligenza. L’intelligenza si calcola su molti altri fattori, se volete sapere quanto una persona è intelligente calcolate il numero del suo QI, non il numero dei suoi scaffali della libreria. Indubbiamente leggere può aiutare a diventare più colti e più ricettivi, ma lo stesso fanno le parole crociate mi dicono.
Si dovrebbe togliere dalla testa quest’idea del fatto che leggere è da persone intelligenti, penso che dia un’immagine sbagliata della lettura. È come se la chiudesse in una sfera di privilegiati, come se fosse una capacità innata. Rende la lettura qualcosa a cui non tutti possono accedere, il che non è assolutamente vero.
In Italia poi dovremmo essere ancor più motivati a incoraggiare la lettura, e quindi scacciare questo sciocco luogo comune che vuole che uno debba per forza essere intelligente se prende in mano un libro. Purtroppo penso che sia un luogo comune della nostra penisola, perché la cultura qui è diventata davvero di nicchia. Mi spiace dirlo, ma è così.
Ogni volta che mi capita di leggere delle statistiche rabbrividisco, perché secondo questi studi gli italiani che leggono sono pochissimi, quelli che vanno ai musei anche meno, quelli che si dedicano a qualsiasi tipo di attività culturale sono bestie rare. Per forza le persone quando salgono in metropolitana e vedono qualcuno con un libro pensano che sia un genio, perché è diventata una cosa particolare. La stragrande maggioranza ascolta musica o gioca con lo smartphone. Non voglio dire che ascoltare musica o stare su whatsapp sia sbagliato, è solo quello che fa la maggior parte della gente. Chi legge ormai è considerato una mosca bianca, e questo è negativo.
Lo scrivo nero su bianco perché sia ben chiaro:
 
Leggere è per tutti.
Per leggere non si deve avere alcun talento particolare.
Non ci vuole molto a imparare a leggere.
Leggere è bello.
Leggete.
 
 

10 commenti:

  1. Guarda, sono d'accordissimo sulle tue motivazioni - almeno personalmente, penso che ognuno abbia i suoi motivi per leggere, ma per me è sempre una questione di divertimento - però trovo che sia un po' vero che leggere aiuti ad accrescere la capacità cerebrale. Almeno, lo pensicchiavo prima di leggere un tot di articoli in merito, che però potrebbero anche dimostrarsi fuffosi, visto che non si può mai sapere se l'articolista non abbia scelto di interpretare i dati a proprio piacimento. Però mi sento comunque improntata a pensarlo, ecco.
    Ciò non toglie che libri = intelligenza sia ben lungi dall'essere un collegamento esatto. Pure io ho sofferto del pregiudizio della geniaccia da libri, ma mi ci vuole molto poco per sfatarlo :P
    (comunque sì, beh, sto a puntigliare perché sono un'insopportabile pignola, ma alla fine si legge perché è bello, punto.)

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    1. Sicuramente leggere aiuta a mettere in moto il cervello, ma non è l'unica cosa che lo fa, quindi penso che non ci si debba avvicinare alla lettura pensando che è un modo per diventare più furbi o intelligenti, ci si deve accostare per interesse personale.
      Sono fermamente convinta che ci sia un libro per tutti, che se ognuno di noi si sforzasse a cercarlo, troverebbe il genere che fa per lui *-*

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  2. Leggere è per tutti!
    Però non capisco che problema ci sia se è associato all'intelligenza. Mi sembra che l'Italia sia l'unico posto al mondo in cui l'intelligenza è considerata un deficit anziché un bonus e ci si debba vergognare se si ha un cervello che funziona e se lo si tiene in movimento. Dopo tutto l'intelligenza, come qualsiasi altra cosa, va coltivata e leggere è un ottimo modo per farlo

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    1. Ovviamente non è un male essere intelligenti, ma non penso sia un requisito indispensabile per poter prendere in mano un libro. Mi auguro di esserlo, ma non credo che abbia così tanto a che fare con il fatto che leggo, penso che sia più dettato dal mio vissuto, anche perché è facile confondere l'intelligenza con la cultura.
      Penso che in molti lo facciano.

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  3. La tua deduzione è anche la mia: chi legge fa soggezione perché lo si vede come un eletto, non una persona normalissima. Fortunata sotto tanti aspetti, questo sì, ma normalissima. Ricorda un po' l'atteggiamento (comprensibilissimo) di un contadino dell'Ottocento di fronte a chi aveva potuto studiare. Accidenti.

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    1. Non avevo mai pensato ad un paragone del genere, ma è inquietante il modo in cui calza a pennello per questa situazione... Accidenti, sì!

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  4. Leggere è anche una scelta. L'intelligenza è un dono.
    Legge chi ne è dotato, ma anche chi lo è meno. L'intelligenza è un bonus della natura, la lettura invece è una conquista valida per tutti.
    Democraticissima. :D

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    1. Mi trovi assolutamente d'accordo. Sarebbe bello vedere molte altre persone rendersi conto che la scelta di leggere è una bella scelta. Aiuta a crescere e, penso, non tanto dal punto di vista intellettuale ma, soprattutto, da quello umano. Apre la mente, abbassa i preconcetti :)

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  5. E' verissimo quello che dici, leggere è una cosa per tutti e che tutti siamo predisposti a fare.
    Poi è vero leggere può rendere più colti (ma non più intelligenti) e comunque dipende anche molto da ciò che si legge.
    Ora, lungi da me giudicare quali siamo i libri degni di essere letti e quali no, ma se una persona legge SOLO libri come "50 sfumature di un colore a caso" e simili, ci penserei su due volte prima di giudicarla più intelligente di un'altra.
    Fatto sta che leggere è una scelta, è vero che molti non hanno chissà quanto tempo libero da dedicare ai libri, ma scegliere di dedicarlo, per quanto poco sia, alla lettura piuttosto che alla TV o a qualche partita di calcio, credo sia una scelta intelligente. Questo si.

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    1. Purtroppo in molti confondono l'intelletto con l'essere colti e, certo, non si può fare di tutta l'erba un fascio.
      Se una persona legge moltissimo ma solo un certo tipo di libri (cosiddetti 'di evasione') non è detto che sia più colta e/o intelligente di qualcuno che legge pochi libri molto impegnativi.
      Quando si ha poco tempo e si sceglie di dedicarlo alla lettura, allora anche io penso che non si tratti affatto di tempo perso. Meglio leggere un libro che rimanere imbambolati di fronte alla tv!

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