domenica 22 ottobre 2017

YOU'LL FLOAT TOO

Ieri sera sono andata a vedere IT al cinema.
Ho conosciuto la vecchia miniserie tardi, non l’ho vista come un sacco di gente della mia generazione, appartenente facendosela addosso al buio dopo essere tornati a casa da scuola il pomeriggio. L’ho vista quando ero abbastanza grande da capire che non potevo aspettarmi più di tanto da una serie per la tv, e anche abbastanza grande per capire che l’unica cosa veramente bella era Tim Curry.
Al film darei un 7-, voto di tutto rispetto secondo me, dato che viene da una persona che ha letto e amato l’originale (ed è da ieri sera che ho voglia di rileggerlo).

Un tempo pensavo che le trasposizioni cinematografiche dovessero essere il più fedeli possibile al libro, ma ora non sono della stessa idea.
Un libro può rendere molto più a livello di sensazioni, un film è migliore a un livello immediato. Mentre il libro si insinua sottopelle il film ti colpisce dritto in faccia, è comunque giusto che siano diversi per poter sfruttare al meglio le loro caratteristiche.
Questo non significa che un film possa distruggere un romanzo come e quando vuole, ma deve rispettare l’universo della storia. Ad esempio non mi interessa se ogni scena non riprende esattamente il libro, ma mi infastidisco se un personaggio viene snaturato, eliminato, o una situazione che ne lega altre viene ignorata. In questo IT è stato un film giusto: pur mettendo mano alla storia non ha ‘ucciso’ l’universo che King aveva creato, lo ha semplificato di molto. (C’è solo un dettaglio che non mi è andato giù, attenzione SPOILER: non puoi far morire Henry Bowers, deve comparire da pazzo psicotico nel prossimo!)

Ciò che mi è piaciuto del film è stata la parte più normale e tranquilla, quella che parla dei ragazzini e di come vivono l’estate. Il modo in cui si conoscono, le piccole storielle sentimentali che si vengono a creare, il loro rapporto d’amicizia che si fa più stretto grazie alle avventure cui vanno incontro (e non mi riferisco solo al mostro, ma anche ad esempio alla lotta con i bulli). L’atmosfera più piacevole, quella ricreata meglio, è l’infanzia e l’età strana in cui non sei più bambino ma non sei ancora nemmeno adolescente e più disincantato.
La parte meno riuscita è quella horror. Nulla da dire riguardo all’attore che ha interpretato il clown, inquietante pur con una caratterizzazione diversa da quella di Tim Curry ma, secondo me, voluta. I paragoni sarebbero stati inevitabili e penso che sia stato meglio allontanare le due interpretazioni di IT il più possibile, proprio per rendere il paragone difficile e inutile da fare. Questo Pennywise non è unicamente mostruoso, come quella della miniserie, ma anche a tratti ridicolo in un modo che mette i brividi.
Ciò che non mi è piaciuto è il modo in cui il film tenta di spaventarti: jumpscare, jumpscare ovunque. Credo che con un personaggio del genere, una storia così e degli effetti speciali che non puntavano al realismo, si dovevano usare tecniche più vecchie. Il jumpscare è facile, d’effetto, ma lascia insoddisfatti, non è una paura reale ma una paura d’impatto e inevitabile. La paura vera è quella che non finisce con la fine della scena ma quella che ti accompagna durante tutto il film, che fa salire la tensione poco a poco e la trascina fino alla fine tenendoti con il cuore in gola. Il tipo di paura utilizzata nei vecchi film, dove l’effetto speciale più tecnologico era il sangue finto e quindi si dovevano arrangiare con altri modi.
Un peccato per il film, ma penso che coloro che non hanno letto il libro possano restarne molto soddisfatti. Non lo saranno forse i fanatici di King, però io ad esempio, che accetto di buon grado un compromesso tra film e libro, sono stata abbastanza contenta e l’ho guardato con piacere.

Detto questo (e mi rendo conto che ho scritto più di quanto volessi in realtà) ecco il vero motivo del post. Dato che dovranno fare una seconda parte ho immaginato quali potessero essere gli attori che andranno ad interpretare i protagonisti. Non sono riuscita a basarmi più di tanto sulla fisicità degli attori ragazzini, ho pensato più ai personaggi adulti che dovevano diventare e ho scelto attori che apprezzo.

Bill Denbrough: Ryan Gosling
Ho appena visto “Blade runner 2049” e forse è stato quello il punto. Mi ero ricordata dell’esistenza di Gosling dopo aver visto “Drive” ma soprattutto “Veloce come un tuono”.
Riesco ad immaginarlo come capo della banda dei Perdenti, come quello che più di tutti è rimasto un po’ bambino e, proprio per questo, è la forza del gruppo. L’unico che crede ancora genuinamente nella magia di cui il gruppo è capace, che sa che superando i loro terrori e credendo in loro stessi potranno battere IT.

Ben Hanscom: Badley Cooper
Anche questa è una scelta dettata dall’ispirazione, e anche dal fatto di aver visto Bradley Cooper in alcuni film molto belli, a recitare parti complesse.
Penso che sia adatto a portare sullo schermo l’interiorità di uomo che ha una sorta di rivincita sulla vita. Da ragazzino grasso e preso in giro ad architetto benestante e richiesto. Tuttavia rimane un uomo timido, che non ha dimenticato il primo amore della sua vita.

Beverly Marsh: Jessica Chastain
E va bene, questa l’ho scelta perché ha i capelli rossi. Inoltre so che è un’attrice molto capace e può recitare ruoli intensi (vedi “The help” o “Interstellar”).

Richie Tozier: Joseph Gordon-Levitt
Adoro questo attore, lo conosco da anni e ho visto molti dei suoi film, sia commedie che film d’azione. Lo trovo bravo e per qualche motivo riesco ad immaginarlo benissimo a interpretare Richie ‘Boccaccia’ Tozier, lo smaliziato del gruppo, quello che ha sempre la battuta pronta e alleggerisce ogni situazione, ma che è forse il più fedele degli amici di Bill e lo seguirebbe fin nell’inferno – o nelle fogne.

Eddie Kaspbrak: Ben Whishaw
Adoro anche quest’attore, l’ho visto in diversi film e ho sempre trovato impressionante come riesca ad essere versatile. Non penso di poter paragonare nessuno dei ruoli in cui l’ho visto, perché in ogni personaggio in cui si è calato è stato completamente diverso, tanto da non sembrare la stessa persona.
Anche per questo lo ritengo adatto a fare Eddie, il ragazzino ipocondriaco oppresso dalla madre e, poi, un uomo oppresso dalla moglie. Condizionato dalle proprie fisime al punto da farvi ruotare attorno la propria vita, riesce nonostante questo a trovare il coraggio di combattere quando la situazione lo richiede, per l’appunto quasi trasformandosi in un altro.

Mi mancano Stan Uris, Mike Hanlon ed Henry Bowers, per i quali non ho trovato nessuno che mi convincesse e non volevo scegliere attori a caso.

Ammetto di essere curiosa di vedere la seconda parte, ma mi hanno già detto che uscirà nel 2019, quindi aspetterò. Non che sia un problema, è da quando avevo diciassette anni, cioè quando ho visto la versione vecchia, che attendo che ne facciano un remake. Sono paziente. Pazientate con me, e prima o poi galleggerete anche voi.


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