Ieri sera sono andata a vedere IT
al cinema.
Ho conosciuto la vecchia
miniserie tardi, non l’ho vista come un sacco di gente della mia generazione,
appartenente facendosela addosso al buio dopo essere tornati a casa da scuola
il pomeriggio. L’ho vista quando ero abbastanza grande da capire che non potevo
aspettarmi più di tanto da una serie per la tv, e anche abbastanza grande per
capire che l’unica cosa veramente bella era Tim Curry.
Al film darei un 7-, voto di
tutto rispetto secondo me, dato che viene da una persona che ha letto e amato l’originale
(ed è da ieri sera che ho voglia di rileggerlo).
Un tempo pensavo che le
trasposizioni cinematografiche dovessero essere il più fedeli possibile al
libro, ma ora non sono della stessa idea.
Un libro può rendere molto più a
livello di sensazioni, un film è migliore a un livello immediato. Mentre il
libro si insinua sottopelle il film ti colpisce dritto in faccia, è comunque
giusto che siano diversi per poter sfruttare al meglio le loro caratteristiche.
Questo non significa che un film
possa distruggere un romanzo come e quando vuole, ma deve rispettare l’universo
della storia. Ad esempio non mi interessa se ogni scena non riprende
esattamente il libro, ma mi infastidisco se un personaggio viene snaturato,
eliminato, o una situazione che ne lega altre viene ignorata. In questo IT è
stato un film giusto: pur mettendo mano alla storia non ha ‘ucciso’ l’universo
che King aveva creato, lo ha semplificato di molto. (C’è solo un dettaglio che
non mi è andato giù, attenzione SPOILER: non puoi far morire Henry Bowers, deve
comparire da pazzo psicotico nel prossimo!)
Ciò che mi è piaciuto del film è
stata la parte più normale e tranquilla, quella che parla dei ragazzini e di
come vivono l’estate. Il modo in cui si conoscono, le piccole storielle
sentimentali che si vengono a creare, il loro rapporto d’amicizia che si fa più
stretto grazie alle avventure cui vanno incontro (e non mi riferisco solo al
mostro, ma anche ad esempio alla lotta con i bulli). L’atmosfera più piacevole,
quella ricreata meglio, è l’infanzia e l’età strana in cui non sei più
bambino ma non sei ancora nemmeno adolescente e più disincantato.
La parte meno riuscita è quella
horror. Nulla da dire riguardo all’attore che ha interpretato il clown,
inquietante pur con una caratterizzazione diversa da quella di Tim Curry ma,
secondo me, voluta. I paragoni sarebbero stati inevitabili e penso che sia
stato meglio allontanare le due interpretazioni di IT il più possibile, proprio
per rendere il paragone difficile e inutile da fare. Questo Pennywise non è
unicamente mostruoso, come quella della miniserie, ma anche a tratti ridicolo
in un modo che mette i brividi.
Ciò che non mi è piaciuto è il
modo in cui il film tenta di spaventarti: jumpscare, jumpscare ovunque. Credo
che con un personaggio del genere, una storia così e degli effetti speciali che
non puntavano al realismo, si dovevano usare tecniche più vecchie. Il jumpscare
è facile, d’effetto, ma lascia insoddisfatti, non è una paura reale ma una
paura d’impatto e inevitabile. La paura vera è quella che non finisce con la
fine della scena ma quella che ti accompagna durante tutto il film, che fa
salire la tensione poco a poco e la trascina fino alla fine tenendoti con il
cuore in gola. Il tipo di paura utilizzata nei vecchi film, dove l’effetto
speciale più tecnologico era il sangue finto e quindi si dovevano arrangiare
con altri modi.
Un peccato per il film, ma penso
che coloro che non hanno letto il libro possano restarne molto soddisfatti. Non
lo saranno forse i fanatici di King, però io ad esempio, che accetto di buon
grado un compromesso tra film e libro, sono stata abbastanza contenta e l’ho
guardato con piacere.
Detto questo (e mi rendo conto
che ho scritto più di quanto volessi in realtà) ecco il vero motivo del post.
Dato che dovranno fare una seconda parte ho immaginato quali potessero essere
gli attori che andranno ad interpretare i protagonisti. Non sono riuscita a
basarmi più di tanto sulla fisicità degli attori ragazzini, ho pensato più ai
personaggi adulti che dovevano diventare e ho scelto attori che apprezzo.
Bill Denbrough: Ryan Gosling
Ho appena visto “Blade runner
2049” e forse è stato quello il punto. Mi ero ricordata dell’esistenza di Gosling
dopo aver visto “Drive” ma soprattutto “Veloce come un tuono”.
Riesco ad immaginarlo come capo
della banda dei Perdenti, come quello che più di tutti è rimasto un po’ bambino
e, proprio per questo, è la forza del gruppo. L’unico che crede ancora genuinamente
nella magia di cui il gruppo è capace, che sa che superando i loro terrori e
credendo in loro stessi potranno battere IT.
Ben Hanscom: Badley Cooper
Anche questa è una scelta dettata
dall’ispirazione, e anche dal fatto di aver visto Bradley Cooper in alcuni film
molto belli, a recitare parti complesse.
Penso che sia adatto a portare
sullo schermo l’interiorità di uomo che ha una sorta di rivincita sulla vita.
Da ragazzino grasso e preso in giro ad architetto benestante e richiesto.
Tuttavia rimane un uomo timido, che non ha dimenticato il primo amore della sua
vita.
Beverly Marsh: Jessica Chastain
E va bene, questa l’ho scelta
perché ha i capelli rossi. Inoltre so che è un’attrice molto capace e può
recitare ruoli intensi (vedi “The help” o “Interstellar”).
Richie Tozier: Joseph
Gordon-Levitt
Adoro questo attore, lo conosco
da anni e ho visto molti dei suoi film, sia commedie che film d’azione. Lo
trovo bravo e per qualche motivo riesco ad immaginarlo benissimo a interpretare
Richie ‘Boccaccia’ Tozier, lo smaliziato del gruppo, quello che ha sempre la
battuta pronta e alleggerisce ogni situazione, ma che è forse il più fedele
degli amici di Bill e lo seguirebbe fin nell’inferno – o nelle fogne.
Eddie Kaspbrak: Ben Whishaw
Adoro anche quest’attore, l’ho
visto in diversi film e ho sempre trovato impressionante come riesca ad essere
versatile. Non penso di poter paragonare nessuno dei ruoli in cui l’ho visto,
perché in ogni personaggio in cui si è calato è stato completamente diverso,
tanto da non sembrare la stessa persona.
Anche per questo lo ritengo
adatto a fare Eddie, il ragazzino ipocondriaco oppresso dalla madre e, poi, un
uomo oppresso dalla moglie. Condizionato dalle proprie fisime al punto da farvi
ruotare attorno la propria vita, riesce nonostante questo a trovare il coraggio
di combattere quando la situazione lo richiede, per l’appunto quasi
trasformandosi in un altro.
Mi mancano Stan Uris, Mike Hanlon
ed Henry Bowers, per i quali non ho trovato nessuno che mi convincesse e non
volevo scegliere attori a caso.
Ammetto di essere curiosa di
vedere la seconda parte, ma mi hanno già detto che uscirà nel 2019, quindi
aspetterò. Non che sia un problema, è da quando avevo diciassette anni, cioè
quando ho visto la versione vecchia, che attendo che ne facciano un remake.
Sono paziente. Pazientate con me, e prima o poi galleggerete anche voi.
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