La sessualità e il sesso è argomento
largamente dibattuto, oggi come nel passato, da uomini e da donne, e nonostante
questo rimane un mistero per tutti. Per chi ha una sessualità rigida e ricca di
tabù, certamente lo è, ma anche per chi la vive in maniera più libera,
spensierata, malata o serena. Per chi non la vive affatto. E per chi non può
fare a meno di viverla.
Essendo in questo blog, vi giro la
questione in un’ottica prettamente libraria. Di sesso se ne parla sempre, ma
come se ne parla nei libri?
Questo post mi sta interessando più del
previsto, tanto che ho fatto qualche ricerca su internet. Sono lieta di non
essere incappata in siti porno, ma di aver invece trovato spunti interessanti.
Per prima cosa: è giusto scrivere di sesso
e sessualità nei libri?
Credo che per andare avanti si debba
fare una distinzione doverosa, che molti danno per scontata ma che alcuni non
fanno affatto. La sessualità e il sesso sono due cose diverse, seppur
correlate. La sessualità è qualcosa che possediamo sin dalla nascita, è la
consapevolezza del proprio corpo, un connubio di caratteri e comportamenti. Il
sesso invece può essere inteso sia come organo riproduttivo maschile o
femminile, che come atto sessuale.
Ora, non sono un dottore, ma mi sembra
che stiamo parlando di due cose differenti.
Per tornare alla domanda iniziale, io
rispondo: sì, è giustissimo parlare di sessualità e sesso nei libri. Non c’è
motivo di non farlo, e ci sono invece parecchi motivi per farlo.
Scrivere un libro per parlare di
sessualità e spiegarla, ad esempio, a dei bambini, è importante. Penso che
libri del genere debbano essere scritti da professionisti, da pediatri e/o
psicologi, perché credo che sia giusto che anche i più piccoli siano a
conoscenza della sessualità. Intesa soprattutto come affetto, dimostrazione di
emozioni, diritto alla propria privacy anche da piccoli e sicuramente un sacco
di altre cose che io non so. Se che quando avrò dei figli vorrei avere la
possibilità di spiegare loro, nella maniera più corretta ed efficace, tutto ciò
che devono sapere per iniziare a vivere la loro sessualità e proteggersi da una
sessualità che potrebbe essere pericolosa. Non essendo ferrata in questo campo,
penso che dei libri potrebbero aiutarmi molto, quindi c’è bisogno di libri
sulla sessualità.
Ho preso ora l’esempio dei bambini, ma
potrei prendere come esempio anche un adulto. Ci sono molte persone che hanno
problemi con la loro sessualità o con il sesso, e hanno tutto il diritto di
informarsi per poter vivere serenamente. Sono anche fermamente convinta che un
libro aiuti molto di più che reperire informazioni frammentarie su internet o
quelle manipolate in tv – senza contare poi che il 90% di ciò che sentiamo in
televisione viene rimosso quindici minuti dopo.
Non c’è invece ragione, penso, di
trattare la sessualità come un tabù. Esistono persone che lo fanno tutt’oggi,
quindi non penso di fare un’affermazione scontata. I tabù impediscono l’informazione,
mitizzano l’argomento stesso che vogliamo nascondere e lo rendono misterioso e
curioso, portando spesso alla paura nei suoi confronti o ad un’eccessiva
curiosità. Nessuna di queste due cose è positiva.
Quindi è giusto parlarne, informare ed
essere consapevoli.
E qui termina la mia piccola
introduzione, che tanto piccola poi non è, ma che mi sembrava doverosa per
mettere in chiaro ciò che penso. Una volta preso atto che considero normale e
corretto non nascondere uno degli elementi base della natura umana, passo ad un
argomento meno scottante e più leggero, forse persino divertente.
Le scene di sesso nei romanzi.
Altra domanda: che cosa ci aspettiamo da
una scena di sesso?
Questa è una cosa a cui non ho mai
pensato, onestamente. Forse perché non sono molti i libri in cui trovo scene di
sesso. Mi è capitato, certo, ma essendo scene che hanno importanza non in
quanto tali ma nell’insieme del romanzo, non mi sono mai soffermata a pensarci
troppo.
Facciamo un passo indietro. Perché
leggiamo romanzi? Per emozionarci, per perderci in un mondo differente, per
volare con la fantasia, per conoscere storie dolci, adrenaliniche, storie che
ci potrebbero cambiare la vita. Non è così? Nei nostri libri preferiti le scene
divertenti ci fanno ridere, quelle drammatiche ci fanno piangere, quelle più
intense ragionare. Ma quindi cosa dovrebbe fare una scena erotica? Farci
arrapare?
Ci ho pensato un po’ mentre scrivevo
questo post ma non ho trovato la risposta. Forse l’unica soluzione è chiedere
all’autore stesso del romanzo. Forse solo allora potremmo capire davvero che
cosa dobbiamo aspettarci da una scena di sesso, e non è ancora detto che ci
piaccia o che sia scritta bene!
Non mi pronuncio sullo stile. Penso che
quella sia una questione di gusti. Per esempio a me non piacciono le scene
troppo descrittive, meglio lasciare un po’ di cose all’immaginazione. E non amo
i vocaboli troppo volgari, perché sto leggendo un libro e non guardando un film
porno. Ecco, per come sono fatta io condirei un po’ tutto con un velo di non
detto, di magia, di intuizione, di romanticismo e malinconia. Ma immagino che
ci siano lettori di tutti i tipi, cui piace anche un «ma sì, tu buttacelo!»,
come direbbero alcune mie conoscenze.
Vi rigiro quindi tutte le mie domande e
sono curiosa di conoscere le risposte. A questo proposito so che Agosto non è
il momento migliore per pretendere risposte, ma il post è arrivato adesso e non
lo voglio rimandare.
Quindi secondo voi è giusto scrivere di
sesso e sessualità? A che cosa servono le scene di sesso nei libri? Secondo voi è meglio uno stile elegante o è preferibile un linguaggio più spinto? Le scene di sesso, se non sono necessarie ai fini della trama o per spiegare il rapporto che si crea fra i personaggi, secondo voi sono utili o potrebbero anche essere eliminate?
Spero
di avervi fatto riflettere su un argomento che io trovo curioso e interessante.
Spero anche di non avere infastidito nessun bacchettone nei paraggi.
Ciao, bel post! Personalmente, non ho spesso trovato scene di sesso nelle mie letture, prediligendo i classici, e quelle poche in cui ho avuto la sfortuna di incappare, girovagando sul web, erano davvero terribili. Perché come tu dici, bisognerebbe lasciare un po' di spazio all'immaginazione ed usare uno stile elegante. Ma quelli, probabilmente, son gusti.
RispondiEliminaSono d'accordo sullo scrivere sia sul sesso che sulla sessualità: è un qualcosa che ci appartiene e che merita di essere raccontato o spiegato. Riguardo i romanzi, una scena di sesso, se scritta bene, può essere piacevole. E non per farci arrapare (hanno inventato per quello i film porno, del resto), ma per esplorare una sfera intima dei personaggi, che amplifica il loro rapporto.
D'una cosa son certa: scrivere certe cose non è da tutti, ché ci vuole proprio poco a cadere nel banale o, peggio ancora, nel volgare.
Già purtroppo anche io ho avuto esperienze terribili con alcune scene di sesso nei romanzi!
EliminaSono d'accordo con te nel dire che ci vuole una sensibilità particolare per scrivere romanzi erotici o anche solo semplicemente una sena di sesso. Si deve essere capaci di intuire quando descrivere e quando lasciare che l'immaginazione faccia il suo dovere.
Cadere nel volgare, come hai giustamente detto, è sin troppo facile...
Bel post!
RispondiEliminaCome dici tu, la sessualità è parte della vita, difficilmente scindibile da una personalità. C'è anche quando viene negata. Quindi c'è nelle storie, sempre, anche quando non è l'oggetto principale del racconto.
Sulle scene di sesso dipende. Quando ci sta ci sta. Quando ci sta? Quando durante la scena si capisce qualcosa del personaggio, quando il personaggio capisce qualcosa, quando l'evento il sé è importante, quando mentre i personaggi "fanno" succede qualcosa di importante. In effetti non è poi così raro che una scena di sesso serva. Io personalmente ho difficoltà a scriverle, mi sento di invadere la privacy dei miei personaggi e quindi cerco di rispettarli il più possibile, fatte salve le esigenze di trama. In un singolo caso mi è capitata anche una scena di violenza, che, c'era poco da fare, era necessaria e andava descritta. Sono stata in ansia per giorni prima di scriverla... (il romanzo poi non è stato pubblicato, ma è andato abbastanza vicino ad esserlo ed è stata l'unica volta che una parte bacchettona di me ha pensato "meglio così").
Bella domanda: quando ci sta?
EliminaSe c'è un motivo preciso per inserire quella scena sono più che d'accordo nel metterla, anche solo per vedere come si sviluppa il rapporto fra due personaggi. Mi infastidisce quando è usato come riempitivo, pensando magari che sia piacevole mettere un po' di pepe alla storia.
In effetti capisco come mai ti sentivi in ansi a scrivere una scena di violenza. Mi è capitato rarissime volte e c'era una parte di me che mi spingeva a edulcorare un po' la situazione. Compito dell'autore è capire quando può essere fatto e quando no, immagino.
Un post interessante. Ci sono contesti in cui la sessualità è importante, e allora perché non raccontarla? E così penso anche del linguaggio: in certe situazioni la volgarità può contribuire al realismo. I miei gusti in materia, però, sono identici ai tuoi, perciò cercherò sempre di raccontare situazioni che si prestino a esporre la sessualità nel modo che preferisco.
RispondiEliminaQuello del linguaggio è un mio vero e proprio cruccio.
EliminaAd esempio l'unico momento in cui scrivo parolacce è per metterle in bocca ai miei personaggi, quelli la cui personalità lo richiede. Nella narrazione non le inserisco mai.
Riguardo ad una scena di sesso, penso si debba essere molto abili per usare un linguaggio un po' volgare (che magari ci sta anche) senza trasmettere una sensazione di volgarità.
Non mi è mai capitata una scena di sesso - anche di quelle che piacciono a me - in cui servisse la volgarità. Dipende dai personaggi, e credo che i miei non siano del genere giusto.
Elimina