lunedì 19 ottobre 2015

Libri e autori: l'altra faccia della medaglia

Da brava fangirl quando un libro mi piace vado sempre a cercare l’intera bibliografia dell’autore. La spulcio tutta fino a che non ho trovato altri titoli che mi interessano e, spesso, cerco notizie sull’autore.
Gli autori, per quanto siano geniali e forse proprio per quello, ogni tanto hanno vite travagliate. Non sono uomini particolarmente piacevoli e lo dimostrano dichiarando di avere pochi affetti e di averne compromessi molti, oppure hanno qualche altro difettuccio che salta all’occhio.
Sono esseri umani. Hanno dei difetti, come i fantastici personaggi che dipingono nelle loro opere che tanto amiamo.
 
Sono già noti i nomi di molti autori che furono, ad esempio, alcolisti o tossicodipendenti, e morirono a causa del loro vizio (Poe ad esempio è il primo che mi viene in mente, o Kerouac o, per non andare molto lontani negli anni, King ha dichiarato di essere stato un alcolista in passato e di aver superato con molta fatica questa dipendenza). Altri finirono in carcere, altri ancora erano personaggi violenti, donnaioli (il che non fa mai molto piacere ad una ragazza) o altri difetti del genere.
Alcuni piccoli, altri grandi, altri pericolosi altri magari solo difficili da sopportare. Tuttavia dobbiamo affrontare la realtà: i libri che amiamo a volte sono scritti da persone controverse che, molto probabilmente, ci starebbero antipatiche.
Ci chiediamo come sia possibile che parole tanto belle, che ci hanno fatti emozionare, vengano fuori dalla penna di una persona che, a detta di chi lo ha conosciuto, è arrogante, o maschilista, o misantropa. Davvero il mio autore preferito picchiava la moglie, o la mia autrice preferita ha abbandonato la famiglia per la carriera? Davvero le pagine che mi hanno commossa vengono da un delirio dei sensi causato dalla droga (in quel caso mi farei due domande)?
Ebbene sì. Gli autori, come dicevo prima, sono esseri umani. Noi lettori li vediamo come un viso stampato sulla quarta di copertina, come se vivessero in una sorta di dimensione irreale. Smettono di esistere fino a che non riapriamo il loro romanzo e anche lì hanno una parte marginale, perché ciò che vediamo sono le loro storie. Quando li immaginiamo sono sempre chini su un foglio, o leggono un romanzo erudito, o ancora scrutano l’orizzonte in cerca di ispirazione.
Dobbiamo rassegnarci però alla realtà: gli autori esistono esattamente come voi e me, e vivono per la maggior parte del tempo esattamente come voi e me. Hanno incombenze, hanno impegni, la maggior parte della loro giornata è adombrata da cose molto più terrene che illuminata da quelle letterarie.
 
Una volta preso coscienza di questo fatto e dopo aver accettato – sempre che lo abbiate accettato – che uno dei vostri autori preferiti è o era una persona sgradevole, cambia qualcosa?
Personalmente, un po’ sì. Mi è capitato di leggere avidamente libri che ho trovato meravigliosi. Quando poi ho scoperto che gli autori di questi bellissimi romanzi che mi avevano fatta sognare erano delle persone che, onestamente, evito nella vita di tutti i giorni, sono rimasta delusa.
Non ho smesso di leggere i loro romanzi né di emozionarmi grazie a loro, ma so che c’è l’altro lato della medaglia. Un lato che non appare brillante e pulito come quello che amo. Piuttosto è opaco, graffiato e sgradevole da vedere.
È un po’ come scoprire che il proprio supereroe, dopo le sue eroiche avventure, viene umiliato tutti i giorni in ufficio. Si rimane un po’ delusi, un po’ tristi, se la cosa è davvero grave l'ammirazione che abbiamo per lui è a rischio.
A me capita. E a voi?

12 commenti:

  1. Ci sono anche un sacco di autori dalle vite più o meno banali, più o meno insulse, ma le loro biografie non fanno notizia!
    A parte questo, io sono di scuola strutturalista. Un testo vale per quello che dice e come lo dice. Già il quando lo dice ha minore importanza. Il chi lo dice è del tutto secondario.
    A volte sono le anime tormentate quelle che mettono a fuoco con più nitidezza un'emozione, una storia o un disagio. Questa è una caratteristica propria dell'arte ed è un dato di fatto che spesso le anime tormentate stanno in persone non facili.
    Poi taglio la testa al toro ancora di più. Sto rileggendo dei romanzi di Marion Zimmer Bradley, una che di certo aveva il marito pedofilo e che forse a molestato la figlia. È morta e pace all'anima sua. Se fosse viva la manderei a processo. E rileggerei comunque i suoi romanzi.

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    1. Hai ragione, esistono anche e forse soprattutto autori con vite banali, ma come dici anche tu è da un animo difficile e travagliato che, spesso, nascono le storie più intense.
      Forse proprio per questo motivo!
      Non so se mi priverei di romanzi che amo perché scopro che l'autore è una brutta persona, però sicuramente li vedrei sotto una luce differente.

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  2. Non divido completamente l'opera dal suo autore, perciò mi disturba sapere che non è la bella persona che credevo. Dipendenze e debolezze le metto in conto, perché una sensibilità esasperata spesso si accompagna a gravi problemi (come sto riscontrando nelle lettere di Vincent Van Gogh al fratello Theo), ma certi comportamenti negativi potrebbero farmi passare la voglia di leggere l'autore in questione.

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    1. Magari leggendo uno non pensa che l'autore debba essere per forza una bella persona, insomma io non ci penso affatto in realtà. Però quando poi scopro che è una brutta persona ci rimango malissimo... è più forte di me.

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  3. sì, mi è capitato e non nego che per me è stata una delusione...come te, anch'io ho continuato a leggere i libri ma con una diversa consapevolezza

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  4. Avevo scritto un post alcuni mesi fa proprio sulla difficoltà di scindere la biografia di uno scrittore, o anche di un artista, dalla sua opera. Se lo vuoi leggere s'intitola "Il lettore davanti al buco della serratura" e lo trovi sotto l'etichetta "Scrittura e dintorni".

    Di recente, ad esempio, ho visto un film sugli ultimi anni della vita di Turner, un pittore inglese i cui quadri sono qualcosa che va al di là di ogni immaginazione per l'uso della luce. Eppure nel film viene ritratto come una persona sgradevolissima, misantropa e sciatta, e il film a quanto pare è fedele.

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    1. L'ho letto, e l'ho anche trovato molto interessante.
      In effetti scindere le due cose è proprio difficile, almeno per me. Tanto di cappello a chi riesce a farlo, e godersi le opere a prescindere dall'artista.

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  5. Succede anche a me: appena scopro un autore, cerco subito notizie sulle sue opere e sulla sua biografia. Se sono mai rimasto deluso? E' successo. Non ho però smesso di leggere le opere del "deludente", sebbene le legga con un distacco maggiore.
    Un sorriso di ben trovata.
    ^____^

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    1. Sì ecco, faccio anch'io così: leggo notizie su notizie come un cane da tartufo finché non scopro tutto su un dato autore.
      Con i libri non mi è mai capitato, almeno fin ora, di smettere di leggere un determinato autore. Per esempio però mi è capitato di detestare alcuni artisti talmente tanto da non considerare più i suoi quadri (ad esempio con Gaugin mi è successo così)!
      Ricambio il sorriso :D

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  6. Onestamente credo mi condizionerebbe un po' trovare così diversi l'autore che scrive il suo capolavoro e l'uomo che vive la sua quotidianità. Forse è per questo che non mi interessano le biografie: leggo e mi godo le storie, non voglio sapere chi è e cosa fa nella vita di tutti i giorni lo scrittore che le racconta.

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    1. Penso che invece sia proprio per il motivo di cui dico sopra che ho un po' timore di iniziare una biografia! In realtà è una strana lotta interna: da un lato sono curiosa, dall'altro non vorrei trovarmi di fronte a sgradite sorprese.
      Un giorno troverò una soluzione xD

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