martedì 6 ottobre 2015

La bambina che salvava i libri – Markus Zusak

Su aNobii ho una lunga wish list che aggiorno spesso, più spesso di quanto non legga i libri che contiene. È come un’Idra di romanzi: ne leggi uno e ne ricrescono due. Comunque sia, spesso mi capita di mettere qualcosa in lista e dimenticarmene per un po’ – un bel po’. Il risultato è che metto lì dei libri ad attendere pacifici il loro turno, poi capita che diventino famosi e tutti li leggano, mentre io, che li ho nella mia lista dei desideri da tanto tempo, ancora non lo faccio.
Ecco cos’è successo con “La bambina che salvava i libri”, di Markus Zusak.
In realtà tutto iniziò in una notte buia e tempestosa… Okay, solo buia. E velata di insonnia. Navigavo su internet e mi capitò di leggere una recensione di “The book thief”. Lo misi wish list e me ne sarei dimenticata presto se, qualche mese dopo, non fossi stata bombardata dalla pubblicità del film tratto dal libro.
Guardai il film. E lo adorai.
Parecchio tempo dopo lessi il libro. E fu allora che lo amai.
 
Prima di tutto permettetemi una piccola digressione sul titolo, che mi ha fatta sclerare non poco.
Titolo originale: The book thief.
Titolo tradotto in italiano: La bambina che salvava i libri.
Titolo del film: Storia di una ladra di libri.
Titolo del libro conseguente al film: Storia di una ladra di libri.
Voglio dire… perché?
Non sarebbe stato molto più semplice chiamarlo “La ladra di libri” sin dall’inizio, e basta? Forse era troppo semplice per gli editori, poco accattivante, o semplicemente sensato. E non sia mai che traducano un titolo in maniera sensata.
 
Scleri a parte, voglio leggere “Il messaggero”, l’altro libro di Zusak, e penso che se potessi leggerei anche la sua lista della spesa (e probabilmente ne farei una recensione). Non ho intenzione di raccontarvi la trama, che forse conoscete già perché avrete letto il libro o visto il film. Questo è uno di quei racconti che va gustato in prima persona quindi questa, più che una recensione, sarà un’ode al libro da parte di una fangirl.
Ci sono tantissime cose che mi sono piaciute di questo romanzo. In primis la sua narratrice, ironica e tagliente nei momenti giusti, poetica e profonda in quelli necessari. Oltre ad essere una narratrice originale, inoltr, La Morte è anche onnisciente, quindi l’autore ha usato un ottimo espediente per raccontare la sua storia in ogni sua piccola minuzia, in ogni sentimento dei protagonisti, anche i più nascosti.
Markus Zusak
Per qualche motivo, è proprio così che lo
immaginavo. Un viso gentile e sorridente.
La divisione che è stata fatta per il romanzo, poi, è molto carina. Ogni parte ha il nome del titolo del libro che in quel momento è più importante per la protagonista. Un’idea che ho trovato divertente.
Ma la cosa che più mi ha rapita di questo libro sono i personaggi. Penso di non essermi mai innamorata di così tanti personaggi in una sola lettura. Chiaramente non figura la protagonista fra i miei preferiti, ma è solo perché i personaggi secondari sono tutti fantastici!
Primo fra tutti Max Vanderburg, il pugile ebreo. Adoro il modo in cui si rapporta con Liesel, come un fratello maggiore che vuole proteggerla – io lo vorrei come fratello maggiore. Tuttavia appare allo stesso tempo fragile e impaurito. Poi i genitori adottivi di Liesel, diversi per carattere e modo di fare, ma ognuno a modo suo forte, determinato, pronto a farsi in quattro per le persone che ama. Infine Rudy Steiner, citato per ultimo ma non per questo meno importante. Amico di Liesel nella buona e nella cattiva sorte, fin da bambino un sognatore e un dongiovanni!
 
Forse ho voluto leggere questo libro perché prometteva di essere una sorta di rifugio per un’amante (feticista?) dei libri come me. Scoprire che esistono persone che amano i libri a tal punto da farne il cardine di un romanzo è sempre bello, soprattutto per una che annusa le pagine dei libri – sniffacarte mi chiamano.
Quando ho aperto “Storia di una ladra di libri” pensavo di sapere a che cosa andavo incontro. Invece ho scoperto qualcosa di nuovo, di inaspettato, una storia che mi ha conquistata forse soprattutto perché, sebbene di libri ce ne siano parecchi nella storia, la cosa più importante rimangono le persone, gli affetti, le loro storie.
Consiglierei a tutti di leggerlo e, in effetti, da qualche giorno a questa parte è quello che sto facendo.
 
Ecco il mio personaggio preferito
in uno dei momenti più belli del film.
 

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