A volte penso a come sarebbe il mondo se
non avessimo inventato i soldi, o se avessimo scoperto l’America nel 1800, il
classico se avessimo ucciso Hitler prima che scoppiasse la Seconda Guerra
mondiale o come farei a spiegare a un uomo del passato come funzionano le cose
oggi.
Questa volta mi sono domandata: se i
grandi autori classici fossero vivi oggi, con il loro genio intattato e non
disintegrato da cose logiche come “Non-sarebbero-la-stessa-persona”, che tipo
di libri potrebbero scrivere? E che tipo di autori potrebbero essere?
Pensavo a Machiavelli, perché sono
passata davanti ad una vecchia edizione di “La mandragola”, e ricordando il personaggio
storico non ho potuto fare a meno di immaginarlo in una versione contemporanea.
Secondo me se fosse nato ai giorni
nostri Machiavelli farebbe il giornalista e scriverebbe saggi e piccoli
phamplet di stampo politico (non mi spingo a dire per quale partito potrebbe
parteggiare, perché non me ne intendo né di politica attuale, né delle
preferenze di Machiavelli in merito). Lo immagino un personaggio pubblico
restio, che tiene alla sua privacy e non vuole farsi vedere alle trasmissioni
in tv, preferendo magari la radio e i social.
Da qui ho iniziato ad immaginare alcuni
altri autori e il primo che mi è venuto in mente è stato William Shakespeare.
Immaginarlo nella Londra odierna è stato divertente.
Ecco come sarebbe Shakespeare oggi! |
Per qualche motivo la prima immagine di
lui che ho avuto è mentre cammina a Camden Town guardandosi attorno pensieroso.
Entra in uno Starbucks, si prende un cappuccino e lì, a dove si può restare ore
senza che nessuno ti disturbi o ti cacci, si mette a pensare alla sua prossima
piéce teatrale. Potrebbe parlare di due giovani innamorati di etnie oggi in
contrasto (lei si chiama Juliet, lui Rashid), o magari di un ragazzo che, sotto
l’effetto di droghe, riceve una visita dal fantasma del padre che gli rivela di
essere stato assassinato dallo zio, e tutto per la multinazionale che
possedeva. Quante idee, quanto poco tempo per realizzarle! Finisce il suo
cappuccino e se ne torna nello studio, a scrivere.
Da qui il passo verso altri autori,
altre epoche e nazionalità, è stato breve. Non ho mai letto nulla di Cervantes,
né il famoso Don Chisciotte né qualunque altra cosa abbia scritto. Comunque
immagino che la sua fortuna sarebbe simile a quella di Palahniuk.
Comincia a scrivere questa lunga saga
con protagonista il tipico ‘nuovo ricco’, lo ridicolizza, lo usa come
espediente per una spassosa satira della società moderna, ma nessuno se ne
rende conto per un po’ di anni. Poi un giorno qualcuno scopre questo romanzo
pubblicato da una piccola casa editrice e ne vede tutto il potenziale. Il libro
viene ripubblicato ed è un successo! Di lì a qualche anno un de Cervantes in
mocassini griffati firma un contratto per cedere i diritti del libro e farne un
film omonimo, intitolato “L’ingegnoso yuppie Don Chisciotte de la Mancha”.
Per la francia ero tentata di scegliere
Hugo come autore da trasportare nel presente, poi ho pensato che, date le varie
volte in cui l’ho citato, sarebbe meglio lasciarlo in pace. Il secondo che mi è
venuto in mente è stato, ancora una volta, un autore che non conosco bene.
Forse è più facile portare in questo secolo persone di cui non conosco bene la
storia e l’opera, perché con qualcuno che conosco meglio sarebbe più faticoso e
mi verrebbero in mente un sacco di problematiche legate allo stile o simili.
Invece con il marchese De Sade la fantasia vola.
Prima edizione del Don Chisciotte. Oggi uscirebbe presto anche l'edizione tascabile. |
Un ricco esponente della Parigi bene,
magari figlio di un politico di spicco, il cui scopo sin da giovane sembra
essere quello di distruggere il buon nome della famiglia e i cui colpi di testa
finiscono sulle prime pagine dei giornali di gossip. I suoi libri non sarebbero
romanzi, bensì sottili saggi, o racconti che nascondono – neanche tanto
velatamente – un messaggio impudico. I critici lo stroncherebbero come uno
scrittore di pornografia oscena, le masse lo conoscerebbero più che per il suo
lavoro per lo scalpore che fa. La sua scia di fans difenderebbe a spada tratta
ogni scelta dell’autore, ma immagino che oggi la sua fama non sarebbe duratura.
Come ogni fama di oggi si estinguerebbe dopo qualche anno, e non per mancanza
di talento, bensì perché nella nostra epoca mi sembra che tutto sia passeggero,
in primis le notizie che infiammano i tabloid, che vengono sostituite in fretta
con novità più scottanti.
Infine ecco un autore di cui ho letto
qualcosa. La “Anna Karenina” di Tolstoj ai giorni nostri avrebbe ben altri
problemi che non il tradimento del marito e l’affidamento del figlio, ma
abbiamo ancora delle stazioni non del tutto in sicurezza che potrebbero
garantire una fine al romanzo – anche se per essere più moderni dovrebbe
ricorrere alla metro.
Per quanto riguarda l’autore invece,
vedo Tolstoj come un paladino dei diritti civili, intento a scrivere mattoni
che invece di attaccare la situazione della donna preferiscono temi più caldi,
ad esempio la tutela dell’ambiente e i diritti degli animali, la tecnologia da
cui ormai dipendiamo anche troppo e i diritti delle minoranze. Diventerebbe
subito famoso secondo me, e a differenza di Machiavelli sarebbe ben lieto di
esporre le sue idee al pubblico. Avrebbe un codazzo di estimatori e
intellettuali che lo venerano, e il suo modo di vestire un po’ scialbo sarebbe
considerato un suo tratto distintivo.
Mii sono divertita. Shakespeare moderno è fantastico, ma anche i mattoni di Tolstoj non scherzano, brava, bella fantasia. Chissà fare il contrario e collocare gli autori moderni al passato: Ammaniti, Saviano, e Murakami chi sarebbe? Abbiamo una certezza: Palaniuk sarebbe Cervantes. 😁
RispondiEliminaHo trovato Shakespeare moderno su un sito di grafica che proponeva figure storiche modernizzate. C'erano anche Enrico ottavo e Elisabetta I (che somigliava a David Bowie...).
EliminaAccidenti, adesso che me l'hai detto ci penserò. Saviano dovrebbe comunque stare attento, nel medioevo rischia il rogo!