Avevo visto il film di “I love shopping”
quando era uscito nel 2009. Pensate che mi aveva colpito talmente da non
ricordarmi ora nemmeno la trama. Ho comprato il libro perché tante persone mi
avevano detto che è davvero una storia carina (e poi perché l’ho trovato a 1
euro al mercatino dell’usato), perché a pensarci bene una delle regole della
vita del lettore è che «oh! Il libro è sempre più bello del film!»
Senza dubbio, il libro me lo ricorderò.
Sì, mi ricorderò di non comprare i mille seguiti pubblicati.
Rebecca Bloomwood vive e lavora a Londra,
dove fa la giornalista per la rivista economica ‘Far fortuna risparmiando’,
anche se le piacerebbe scrivere per una bella rivista di moda. Becky è infatti
appassionata ed esperta di shopping, sa tutto sulle mode del momento e fare
compere è la cosa che la fa sentire meglio in vita sua. Purtroppo proprio
questa sua passione l’ha portata ad avere parecchi debiti, verso la banca e
altre società di credito. Il fatto è che quando Rebecca vede qualcosa che le
piace non riesce a resistere e lo compra, senza curarsi delle sue finanze.
Dopo svariati tentativi di risparmiare e
poi di guadagnare di più con dei lavoretti extra, Becky si rifugia dai suoi
genitori, un po’ per sfuggire alle continue lettere della banca, un po’ per
sfuggire alla sua stessa vita. Non riesce infatti a trovare una soluzione per i
suoi problemi, perché non riesce a controllare la sua mania per lo shopping.
Durante questa piccola fuga scopre che i
vicini di casa dei suoi genitori hanno perso l’opportunità di guadagnare molti
soldi proprio a causa sua. Becky gli aveva infatti consigliato, senza pensarci
su troppo, di cambiare fondo d’investimento, nonostante ci fossero già nel
settore voci di un improvviso arrivo di bonus per alcuni clienti di quella
società. Sentendosi in colpa per aver fatto perdere agli amici l’opportunità di
guadagnare dei soldi, Rebecca scrive un articolo al riguardo denunciando la
truffa della società azionaria e la fa pubblicare da un conoscente su una
rivista di tiratura nazionale. Grazie al suo articolo va in televisione e si
guadagna una rubrica dedicata ai consigli su come gestire le proprie finanze.
Risolve in questo modo i suoi problemi con
la banca e trova l’amore in un ricco responsabile delle pubbliche relazioni.
Poi si compra tre paia di occhiali tutti
uguali per 200 sterline.
Sophie Kinsella |
Quando ho finito di leggere questo libro
mi sono chiesta: «Ma allora che senso ha?»
Rebecca Bloomwood è un personaggio
piuttosto negativo, ma non è questo a darmi fastidio. All’inizio mi stava
simpatica, proprio perché era svampita, superficiale e un po’ sciocca, e
trovare un personaggio così come protagonista non è comune. Dopo cento pagine
però ha cominciato a darmi sui nervi perché non fa altro che lamentarsi della
sua situazione e non ha alcun talento particolare se non quello di apparire bene
in tv, cosa che le è stata data dalla natura e non tanto da un concreto
impegno. Alla fine risolve i suoi problemi per quelle che vengono comunemente chiamate
pazzesche botte di culo.
Questo romanzo, a mio parere, non ha
ragione di esistere, perché a ben guardare non succede niente. Una donna con la
mania dello shopping risolve i suoi problemi economici e continua ad avere la
mania dello shopping e a comportarsi e pensarla allo stesso, identico modo di
quando il libro era iniziato.
Io sono convinta che in una storia debba
succedere qualcosa. Un particolare evento interessante nelle trama, o altrimenti un percorso
personale dei personaggi. “I love shopping” invece è totalmente vuoto, come il
cervello della sua protagonista.
Questo libro racconta, in pratica, di
come una persona senza capacità apparenti abbia raggiunto nella vita risultati
considerevoli basandosi sulla pigrizia, sullo sperpero e sulla superficialità.
Mi
stupisce e francamente mi fa arrabbiare il fatto che sia così amato.
pensavo di essere l'unica non entusiasta di questo romanzo! credo tu abbia centrato in pieno la chiave del suo successo: al giorno d'oggi chi non vorrebbe raggiungere il successo senza fare nulla? che tristezza però...
RispondiEliminaGià, consoliamoci con il fatto che esistono anche bellissimi libri che lasciano qualcosa al lettore, e che insegnano valori più alti della pigrizia!
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