Era da parecchio che non recensivo una
storia Originale di EFP, e non perché non ne legga (cerco sempre nuove storie)
ma perché sul blog recensisco solo storie che mi piacciono molto e che ritengo
valide, alla stregua di un libro.
Penso che alcune storie che lì si
trovano siano molto belle e degne di essere distribuite, ecco perché mi piace
recensirle e fare loro un po’ di pubblicità. Trovare una bella storia non è
facile, lo ammetto, cercando bene tuttavia si ha la possibilità di imbattersi
in opere veramente belle, fiori rari che vale la pena cogliere, come “Cronache del Sunflower”, che ho trovato sulla pagina di Harriet.
Il poco più che ventenne Amir ha sempre
avuto il desiderio di trasferirsi a Londra per studiare letteratura, è quindi
con grandi aspettative ma anche grandi timori che si trasferisce lì da Karachi,
in Pakistan. Caso vuole che incontri Joel Bennett, un inglese doc tanto ricco
quanto sfaccendato, che gli offre un lavoro, guidato più dall’istinto che dalla
ragione.
Amir si ritrova così a casa di Bennett
come ragazzo tuttofare e, dopo, come gestore del teatro che l’uomo ha
ereditato, il Sunflower. Il teatro ha una lunga e misteriosa storia alle
spalle, ma negli ultimi anni è stato lasciato abbandonato a sé stesso. Al
ragazzo spetta il compito di dirigere i restauri e organizzare una stagione
teatrale.
Senza rendersene conto Amir, Joel e gli
amici che hanno vicino entrano a far parte di un mondo che convive con il
nostro, un mondo invisibile spesso ignorato. Il Sunflower è infatti infestato dagli
spiriti, così come tutta Londra lo è, e Amir si scopre un ottimo esorcista.
Gli spiriti del Sunflower e di tutta la
città cercano questo giovane, nuovo esorcista perché li aiuti a risolvere le
loro questioni terrene e possano passare oltre. A volte basta una chiacchierata
o una partita a scacchi, altre volte Amir si ritroverà coinvolto in duelli e,
altre ancora, non dipenderà da lui liberare gli spiriti.
Sullo sfondo di una Londra che mescola
il moderno al vittoriano, storie e personaggi si incontrano per formare una
trama appassionante ma al tempo stesso delicata. Fra vicende a volte
avventurose, a volte soprannaturali, a volte estremamente umane, Amir andrà
incontro, piano ma inesorabilmente, alla battaglia per salvare il teatro,
minacciato da entità ancor peggiori della morte.
Lo ammetto, ho iniziato a leggere questa
storia solo perché era ambientata a Londra. Mi è sempre piaciuta e, dopo
esserci stata, mi piace ancora di più e tutto ciò che è british, dalle vecchie signore che bevono tè ai beefeaters, scatena
la mia simpatia. Andando avanti ci si rende conto che non è tanto Londra ad
avere un ruolo fondamentale per la narrazione – se non fosse che lì il teatro è
molto più popolare che qui da noi – ma ormai ero troppo presa per rendermene
conto.
Una delle cose più belle di “Cronache
del Sunflower” è la sua semplicità. Non che l’autrice si avvalga di un
linguaggio e uno stile poveri, tutt’altro, è il modo in cui gli avvenimenti si
srotolano ad essere genuino e tranquillo. Questo non ci toglie la presenza di
scene d’azione o intense, ma fa sì che l’universo creato da Harriet non abbia
forzature e sia, al contrario, naturale.
Non ci sono particolari teorie o riti di
cui si avvale il protagonista per esorcizzare fantasmi. La magia viene nominata
poche volte, usata ancora meno, e l’arma più grande di Amir è la sua umanità e
la particolare sensibilità che lo contraddistingue.
I personaggi rispettano inizialmente
certi cliché che vengono piano piano sfaldati, una volta che li conosciamo
meglio. Abbiamo così l’opportunità di vedere il cambiamento interiore di Joel
Bennet. Possiamo conoscere un simpatico medico-fantasma e la sua assistente
(viva), che hanno ancora dei pazienti e li incontrano nel cimitero. Abbiamo
persino la possibilità di conoscere il Sunflower, con il suo spirito eclettico
e la sua energia “da drago”, che si presenta sotto forma dell’androgina Stella.
Il mio personaggio preferito, tuttavia,
rimane Amir. Troppo gentile e corretto per essere vero, troppo perfetto nella
sua positività e nelle sua fede verso il prossimo, ma anche così è diventato il
mio personaggio preferito! Forse è perché penso che tutti dovremmo essere un po’
più come Amir, e mettercela tutta a fare quello che ci piace e in cui siamo più
bravi, circondandoci di persone che ci vogliono bene e rimanendo fedeli a noi
stessi. Mi duole ammetterlo, Amir è un personaggio sin troppo positivo per
essere realistico e completo, ma è diventato il mio preferito, quindi me ne frego.
“Cronache del Sunflower” non assomiglia
a niente che abbia letto fin ora. È una storia soprannaturale che però si
concentra sulle vicende umane più che sull’azione, che pur ci viene mostrata
nei momenti e nei modi giusti.
Lo
dico e spero di farlo un giorno: se “Cronache del Sunflower” venisse pubblicato
andrei a comprarlo senza pensarci due volte.
Eccomi anche qui a lasciarti un'altra po' di gratitudine per la tua recensione! Grazie di essere entrata nel teatro, di averci trascorso un po' di tempo e di avergli dedicato spazio sul tuo blog!
RispondiEliminaHarriet
Grazie a te di aver scritto una storia così bella :)
EliminaSappi che sto cercando altre tue storie da leggere, mi spiace per te ma sarà difficile liberarti dei miei commenti XD