Tempo fa lessi un piccolo saggio di
Daniel Pennac, “Come un romanzo”. Più che leggerlo lo si sfoglia in mezz’ora di
tempo, essendo davvero sottile, e anche questo è uno di quei libri che
consiglio a tutti. Lettori e non.
Questo saggio parla proprio di come
invogliare le persone, in particolare i giovani, a leggere. Chi non legge
potrebbe trovarlo interessante, sia che voglia iniziare sia che consideri i
libri la peste bubbonica del nostro secolo. Chi legge, invece, lo adorerà. Noi
lettori adoriamo parlare di libri, di leggere e tutto ciò che vi è anche solo
lontanamente correlato. Indi per cui un saggio del genere, non troppo
impegnativo, è come conversare con un vecchio amico – lettore – con il quale
puoi confrontarti su tutti gli argomenti librosi
che ti passano per la testa.
In questo saggio Pennac ha scritto dieci
diritti di cui ogni lettore, da quello esperto a quello meno temprato, si può
avvalere.
Il
diritto di non leggere
A volte noi lettori leggiamo così tanto,
ma così tanto, pensando solo ad accaparrare libro su libro, che perdiamo di
vista una delle cose più importanti: leggere.
Non è una gara a chi legge di più
o a chi accumula più libri, ma penso che a volte ce lo scordiamo. Se non
leggiamo per un po’ nessuno se ne avrà a male.
Il
diritto di saltare la pagine
Vi è mai capitato di leggere un libro
molto interessante, che però è scritto in maniera pessima? O noiosa? A me sì,
purtroppo. In questi casi avvalersi di questo diritto può essere comodo.
Nessuno ci vede, siamo solo noi e il nostro libro.
…e se per caso ci perdiamo qualcosa di
importante, possiamo sempre tornare indietro e leggere la parte mancante!
Il
diritto di non finire un libro
Non smetterò mai di ripetere che leggere è un piacere, e se un libro non
ci piace possiamo abbandonarlo senza remore. Ho abbandonato parecchi libri in
vita mia, lo ammetto.
Conosco persone che se iniziano qualcosa
lo leggono tutto, fino alla fine, anche se la storia o lo stile non gli piace.
Io non ci riesco, quindi chiudo il libro e lo lascio sulla mensola. In fondo ne
ho tutto il diritto, no?
Il
diritto di rileggere
Qualche anno fa rileggevo spesso i miei
libri preferiti, fino a usurarli peggio dei libri antichi! Ora non lo faccio
più così spesso, ma solo perché mi sembra di avere così tanti libri nuovi che
mi aspettano, e non voglio usare del tempo prezioso per rileggere qualcosa che
conosco già.
Tuttavia, se un libro ci piace, nulla ci
vieta di leggerlo una, nessuna, centomila volte.
Il
diritto di leggere qualsiasi cosa
Ho disquisito di questo argomento poco
fa, in un post intitolato “Topolino contro il mondo”. In parole spicce:
parteggio per coloro che leggono Topolino e ne traggono allegria e magari anche
un insegnamento, piuttosto che per quelli che si leggono Machiavelli e non ne
capiscono una mazza!
Il
diritto al bovarismo (malattia testualmente contagiosa)
Per chi non lo sapesse spiego cos’è il
bovarismo. Come potete ben immaginare, il nome viene dal romanzo di Flaubert
“Madame Bovary”, ed è una corrente di pensiero sviluppatasi nella seconda metà
dell’ottocento. Definiva, a quei tempi, la tendenza di alcuni artisti a
sfuggire la monotonia della provincia, e agognare la città. Allo stesso modo, i
libri fornivano un modo per evadere.
Oggi il termine bovarismo viene usato per
parlare delle persone che, con la letteratura, evadono dal mondo circostante.
Credo che questo sia il diritto più
importante di ogni lettore. Senza il diritto al bovarismo, dove sta il senso?
Perché leggiamo, se non per viaggiare in terre lontane, in tempi passati e
futuri, in tempi fantastici?
Tutti dovrebbero usufruire di un po’ di
bovarismo di quando in qua.
Il
diritto di leggere ovunque
Io amo leggere sui mezzi pubblici. Non
so dirvi perché, ma è una cosa che adoro. Agogno il momento in cui non dovrò
più usare la macchina per andare al lavoro e potrò prendere il bus, o la metro.
E immergermi nel libro di turno. (Una delle mie più grandi fortune è anche
quella di avere un udito selettivo, molto utile per non sentire gli schiamazzi
sul treno!)
Il
diritto di spizzicare
Non è odioso quando si vorrebbe
sfogliare un libro e qualcuno ha pensato bene di imballarlo nella plastica? Lo
trovo a dir poco frustrante! A noi lettori piace leggiucchiare
come ci pare e piace, e se vedo ancora un libro incellofanato potrei cominciare
una rivolta!
Il
diritto di leggere ad alta voce
Quando sono da sola, ogni tanto leggo ad
alta voce. Ecco, forse questo è un diritto da coltivare in solitaria, perché
non è giusto che gli altri siano costretti ad ascoltare quel che leggiamo.
Il
diritto di tacere
Ammetto che sia raro che un lettore non
desideri parlare di libri. Ma se per caso una lettura non lo ha colpito, lo ha
annoiato, o forse al contrario era così personale, così radicalmente legata
alla sua vita, che non è nemmeno riuscito a farsene un’idea, perché obbligarlo?
Se
vedete un lettore taciturno, lasciatelo in pace.
che altro aggiungere? grazie, Pennac, per aver pensato anche a noi! io da lui ho appreso il 'Diritto a non finire un libro', mentre un tempo mi costringevo a portarlo a termine :)
RispondiEliminaIo adoro Pennac, questo è il primo libro suo che ho mai letto! Io invece ho imparato il diritto a leggere qualsiasi cosa, che è diventato il mio slogan XD
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