Questo è l’ultimo del malloppone di
libri di King che mi sono arrivati a casa ormai almeno sei mesi fa. Ho scelto
quelli più interessanti e li ho letti, alternandoli con libri un po’ meno
‘kingheschi’, altrimenti dopo tre sarei collassata. Ma alla fine ce l’ho fatta!
Li ho letti tutti e ne sono uscita ancora sana di mente, il che è già una
conquista.
Se avessi letto prima “L’occhio del
male” Stephen si sarebbe risparmiato molte delle mie battutacce – e anche il
mio fidanzato, che prende ogni commento su di lui molto sul personale, manco fosse
il suo editore – perché con questo libro si è guadagnato il mio rispetto. Ora
la nostra relazione è di amore/odio, un po’ come fratelli, del tipo: «Nessuno
può parlare male di Stephen! Solo io!»
Billy Halleck è avvocato in una
tranquilla cittadina del New England, dove vive una vita ordinaria. Ha una
moglie che fuma troppo, una figlia a cavallo tra infanzia e adolescenza, ed è
parecchio sovrappeso. La sua esistenza scorre placida fra amici ipocriti,
scorpacciate nei fast food e udienze. Finché non investe una zingara.
La settantenne muore sul colpo ma Billy
viene dichiarato non colpevole. La carovana di zingari che si era stabilita ai
margini della città si ferma abbastanza da seguire il processo ed è subito
lampante come il capo della polizia abbia insabbiato le prove a carico di
Billy, e come il giudice lo abbia assolto con leggerezza. Non gli tolgono
nemmeno la patente. All’uscita del tribunale Billy viene avvicinato da uno zingaro, che lo tocca su una guancia pronunciando una sola parola: «Dimagra.»
Dimentico presto della faccenda e
sollevato dal fatto che il processo sia terminato, Billy va in vacanza con la
moglie in montagna e gli ci vogliono quei pochi giorni per notare che sta perdendo
peso. Inizialmente non vi fa caso, pensando che sia grazie al moto fatto in
vacanza, ma quando torna a casa e ricomincia con gli abitudinari tre pasti
colossali al giorno, tutta la famiglia nota che c’è qualcosa che non va. Billy
comincia a perdere due chili al giorno e la moglie, preoccupata, lo spinge ad andare
dal medico. Il referto è rassicurante, Billy è in ottima forma, perdere qualche chilo gli fa bene, ma ancora non si
spiega la repentina perdita di peso.
In poche settimane passa da cento a
novanta chili, fino a raggiungere presto gli ottanta. È allora che gli tornano
in mente le parole del vecchio zingaro, dimagra,
e si convince di essere stato colpito da una maledizione. La sua sicurezza
aumenta quando viene a sapere che il giudice che lo ha assolto si sta
velocemente trasformando in una lucertola, mentre il capo della polizia si è
riempito di pustole fino a diventare irriconoscibile. Nel frattempo la bilancia
segna settanta chili.
Billy racconta alla moglie i suoi dubbi,
ma lei lo ritiene pazzo e vuole farlo internare in un ospedale psichiatrico.
Decide così di partire da solo alla ricerca degli zingari, per costringere il
vecchio a togliere la maledizione che gli ha lanciato.
Una piccola curiosità e irritazione
riguardo questo libro, nella fattispecie per l’edizione italiana. L’occhio del
male, un segno di scongiuro che si usa fare con le mani, non c’entra proprio un
bel niente con la storia. Il titolo originale del libro è “Thinner”, che
secondo me è molto più d’effetto, incuriosisce, ma soprattutto è pertinente
alla storia, poiché sono le parole con cui Billy viene maledetto. A questo
punto potevano intitolare il libro ‘dimagra’, perché “L’occhio del male” è uno
di quei titoli banali che, almeno sotto ai miei occhi, passano inosservati come
una cartaccia lungo la strada.
Titoli a parte, questo libro mi ha presa
moltissimo. Inizialmente, immagino, perché era piuttosto bislacco. Insomma, di
solito si maledice la gente con diaboliche persecuzioni, mala sorte o cose del
genere. Invece qui facciamo dimagrire un obeso, quasi a fargli un favore. A
questo punto mi farò maledire anch’io, solo un pochino, solo finché non
raggiungo il mio peso forma!
La vicenda però prende subito piede, e
King ha fatto in modo di tenere alta l’attenzione del lettore per tutta la narrazione. Inizialmente siamo curiosi di vedere come Billy scoprirà di essere
maledetto, come potrà barcamenarsi tra la vita di tutti i giorni, il rapporto
con la moglie e la paura di quello che gli sta accadendo. Quando poi decide di
partire alla ricerca degli zingari inizia una corsa contro il tempo, contro la
maledizione: Billy è talmente debole e magro che la gente si ferma a guardarlo,
disgustata, e qualunque sforzo può causargli la morte. È questo senso di
impotenza e ineluttabilità che ci spinge a proseguire la lettura, per arrivare
ad una fine difficile da immaginare.
La locandina del film del 1996. |
Oltre ad essere un bellissimo romanzo,
“L’occhio del male” offre anche spunto per delle riflessioni. La giustizia, il
concatenarsi degli eventi, i disturbi alimentari, ma soprattutto la naturale
diffidenza che le persone nutrono nei confronti del diverso, e il disprezzo con
il quale lo trattano.
Non credo che King volesse a tutti i
costi denunciare qualcosa, scrivendo questo libro, sono anzi abbastanza certa
che desiderasse solo scrivere un romanzo avvincente. Ma se un romanzo è scritto
bene non ha bisogno di sbandierare ai quattro venti che cosa vuole dimostrare,
il pensiero e le riflessioni dell’autore saranno intrinseche alla storia, così
ben legati da inviare chiaramente un messaggio.
A
me è capitato di pensarci, al diverso, mentre leggevo questo libro. Lo
consiglierei a chi è diffidente nei suoi confronti, a chi pensa di conoscerlo e
a chi lo tormenta per la sua diversità. Non si sa mai come e quando un diverso,
dopo tante vessazioni, decide di reagire, però possiamo star certi di
meritarcelo. L'unica domanda è: la nostra maledizione sarà equa?
Lo lessi da ragazzina, e lo apprezzai molto, anche se ero troppo piccola per andare oltre al 'storia figa, mi è piaciuto' XD
RispondiEliminaMa nonostante la giovane età rimasi sconcertata dal titolo che non c'entrava niente con la trama: come hai detto tu, decisamente meglio quello originale.
Oddio, da ragazzina? Come hai fatto?! Io già mi impressiono così a volte, non oso immaginare come ci sarei rimasta se lo avessi letto da ragazzina! Probabilmente avrei sviluppato turbe mentali peggiori di quelle che ho adesso xD
EliminaHo avuto molto presto la mia 'fase horror': a undici anni rubavo It a mia madre per leggerlo di nascosto XD
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