mercoledì 14 gennaio 2015

Uno stupido angelo - Christopher Moore

   Ho sempre sentito parlare di Christopher Moore e la mia wish list era piena dei suoi libri, i cui riassunti sono sempre così strani che mi dicevo: «E questo come faccio a non leggerlo?». Avevo quindi qualcosa come quattro o cinque libri di Moore che volevo leggere, ma dopo “Uno stupido angelo” ammetto di averli cancellati senza ripensamenti.
   Perché se quello è lo stile, penso che neanche gli altri mi piaceranno.
 
  Mancano pochi giorni a Natale quando a Pine Cove un bambino vede uccidere Babbo Natale da un colpo di vanga. Il suo più grande desiderio è che possa tornare in vita, per consegnare i regali e passare un gioioso Natale come tutti gli anni.
   Peccato che quello che ha visto uccidere era solo un uomo ubriaco che tormentava l’ex moglie, e che questa lo ha seppellito dietro il cimitero. Peccato anche che il bimbo si sia imbattuto nell’angelo del signore più stupido che ci sia, che esaudisce il suo desiderio proprio alla vigilia di Natale, riportando in vita il presunto Babbo e tutti i cadaveri del cimitero di Pine Cove.
   Ma cosa volete che facciano dei cadaveri tornati in vita? Ma è ovvio no? Hanno fame di cervelli!
 
   Il libro in sé non è brutto. L’idea è simpatica e in un certo senso geniale, perché pian piano tutte le tessere vanno a incastrarsi perfettamente fino agli ultimi capitoli, in cui vediamo la chiesa che, proprio durante la festa della vigilia, viene assediata dagli zombie.
   A non essermi piaciuto è lo stile di Moore, sul quale non credo di poter soprassedere per leggere altre sue opere, per quanto interessanti sembrino. Il libro è infarcito di volgarità quali parolacce (che onestamente sono la meno peggio delle cose che non ho apprezzato), allusioni sessuali/animali, donne nude che combattono con katane e altre simili amenità.
   Se fosse stato solo per uno di questi elementi non me ne sarebbe importato granché. Onestamente sono la prima a dire parolacce, in certe situazioni, e non è certo un ‘coglione’ o un ‘bastardo’ che mi sconvolge. Ma tutte queste cose assieme mi danno fastidio e, soprattutto, non fanno ridere. È l’equivalente libro dell’umorismo gretto che si può vedere ogni tanto in tv, dove si suppone si debba ridere per sciocchezze come persone travestite da ridicoli pupazzi, canzoncine sconce che riprendono la hit del momento e le battute su tette e culi. Tutte cose che non mi hanno mai fatta ridere.
   “Uno stupido angelo” viene venduto come un libro divertente, un libro diverso in cui si parla del Natale senza buonismi di sorta, senza ripeterci che «è Natale e a Natale si può fare di più», mettendo luce anche agli aspetti meno simpatici della festa. Lo scopo è chiaro ma il modo in cui viene trasmesso il messaggio non è dei migliori.
   Se questo è lo stile di Moore, e a giudicare dai temi e dai commenti agli altri libri, sì, lo è, allora non credo che lo leggerò di nuovo.

2 commenti:

  1. ''Allusioni sessuali/animali'' COSA?
    Spero di aver capito male! Hahahaha
    Io devo dire che non avevo mai sentito parlare di quest'autore ma, in ogni caso, non credo che avrei mai letto un libro come questo. In genere le storie che cercano di far ridere mi fanno solo tristezza.
    Sono esattamente quel tipo di persona che ride per le battute tristi, quindi ho dei gusti abbastanza difficili da accontentare in questo campo.
    Mi dispiace per la brutta lettura! :(

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai capito bene purtroppo u_u Il mio animo sensiBBile è ancora sconvolto da questa cosa!
      In effetti credo di non aver mai trovato un libro comico che mi facesse ridere... forse siamo immuni alla comicità di oggi!

      Elimina

Ogni commento sarà bene accetto!
Grazie dell'attenzione e del tempo dedicatovi.