mercoledì 10 dicembre 2014

I diritti del lettore

   Tempo fa lessi un piccolo saggio di Daniel Pennac, “Come un romanzo”. Più che leggerlo lo si sfoglia in mezz’ora di tempo, essendo davvero sottile, e anche questo è uno di quei libri che consiglio a tutti. Lettori e non.
   Questo saggio parla proprio di come invogliare le persone, in particolare i giovani, a leggere. Chi non legge potrebbe trovarlo interessante, sia che voglia iniziare sia che consideri i libri la peste bubbonica del nostro secolo. Chi legge, invece, lo adorerà. Noi lettori adoriamo parlare di libri, di leggere e tutto ciò che vi è anche solo lontanamente correlato. Indi per cui un saggio del genere, non troppo impegnativo, è come conversare con un vecchio amico – lettore – con il quale puoi confrontarti su tutti gli argomenti librosi che ti passano per la testa.
   In questo saggio Pennac ha scritto dieci diritti di cui ogni lettore, da quello esperto a quello meno temprato, si può avvalere.
 
   Il diritto di non leggere
   A volte noi lettori leggiamo così tanto, ma così tanto, pensando solo ad accaparrare libro su libro, che perdiamo di vista una delle cose più importanti: leggere.
   Non è una gara a chi legge di più o a chi accumula più libri, ma penso che a volte ce lo scordiamo. Se non leggiamo per un po’ nessuno se ne avrà a male.
 
   Il diritto di saltare la pagine
   Vi è mai capitato di leggere un libro molto interessante, che però è scritto in maniera pessima? O noiosa? A me sì, purtroppo. In questi casi avvalersi di questo diritto può essere comodo. Nessuno ci vede, siamo solo noi e il nostro libro.
   …e se per caso ci perdiamo qualcosa di importante, possiamo sempre tornare indietro e leggere la parte mancante!
 
   Il diritto di non finire un libro
   Non smetterò mai di ripetere che leggere è un piacere, e se un libro non ci piace possiamo abbandonarlo senza remore. Ho abbandonato parecchi libri in vita mia, lo ammetto.
   Conosco persone che se iniziano qualcosa lo leggono tutto, fino alla fine, anche se la storia o lo stile non gli piace. Io non ci riesco, quindi chiudo il libro e lo lascio sulla mensola. In fondo ne ho tutto il diritto, no?
 
   Il diritto di rileggere
   Qualche anno fa rileggevo spesso i miei libri preferiti, fino a usurarli peggio dei libri antichi! Ora non lo faccio più così spesso, ma solo perché mi sembra di avere così tanti libri nuovi che mi aspettano, e non voglio usare del tempo prezioso per rileggere qualcosa che conosco già.
   Tuttavia, se un libro ci piace, nulla ci vieta di leggerlo una, nessuna, centomila volte.
 
   Il diritto di leggere qualsiasi cosa
   Ho disquisito di questo argomento poco fa, in un post intitolato “Topolino contro il mondo”. In parole spicce: parteggio per coloro che leggono Topolino e ne traggono allegria e magari anche un insegnamento, piuttosto che per quelli che si leggono Machiavelli e non ne capiscono una mazza!
 
   Il diritto al bovarismo (malattia testualmente contagiosa)
   Per chi non lo sapesse spiego cos’è il bovarismo. Come potete ben immaginare, il nome viene dal romanzo di Flaubert “Madame Bovary”, ed è una corrente di pensiero sviluppatasi nella seconda metà dell’ottocento. Definiva, a quei tempi, la tendenza di alcuni artisti a sfuggire la monotonia della provincia, e agognare la città. Allo stesso modo, i libri fornivano un modo per evadere.
   Oggi il termine bovarismo viene usato per parlare delle persone che, con la letteratura, evadono dal mondo circostante.
   Credo che questo sia il diritto più importante di ogni lettore. Senza il diritto al bovarismo, dove sta il senso? Perché leggiamo, se non per viaggiare in terre lontane, in tempi passati e futuri, in tempi fantastici?
   Tutti dovrebbero usufruire di un po’ di bovarismo di quando in qua.
 
   Il diritto di leggere ovunque
   Io amo leggere sui mezzi pubblici. Non so dirvi perché, ma è una cosa che adoro. Agogno il momento in cui non dovrò più usare la macchina per andare al lavoro e potrò prendere il bus, o la metro. E immergermi nel libro di turno. (Una delle mie più grandi fortune è anche quella di avere un udito selettivo, molto utile per non sentire gli schiamazzi sul treno!)
 
   Il diritto di spizzicare
   Non è odioso quando si vorrebbe sfogliare un libro e qualcuno ha pensato bene di imballarlo nella plastica? Lo trovo a dir poco frustrante! A noi lettori piace leggiucchiare come ci pare e piace, e se vedo ancora un libro incellofanato potrei cominciare una rivolta!
 
   Il diritto di leggere ad alta voce
   Quando sono da sola, ogni tanto leggo ad alta voce. Ecco, forse questo è un diritto da coltivare in solitaria, perché non è giusto che gli altri siano costretti ad ascoltare quel che leggiamo.
 
   Il diritto di tacere
   Ammetto che sia raro che un lettore non desideri parlare di libri. Ma se per caso una lettura non lo ha colpito, lo ha annoiato, o forse al contrario era così personale, così radicalmente legata alla sua vita, che non è nemmeno riuscito a farsene un’idea, perché obbligarlo?
   Se vedete un lettore taciturno, lasciatelo in pace.

2 commenti:

  1. che altro aggiungere? grazie, Pennac, per aver pensato anche a noi! io da lui ho appreso il 'Diritto a non finire un libro', mentre un tempo mi costringevo a portarlo a termine :)

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    1. Io adoro Pennac, questo è il primo libro suo che ho mai letto! Io invece ho imparato il diritto a leggere qualsiasi cosa, che è diventato il mio slogan XD

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