Quando ero ragazzina e mi trovavo nella
mia fase fantasy a livello acuto, in libreria gironzolavo sempre nel reparto
dedicato ai ragazzi. Lì ho trovato moltissimi libri che ho amato e tutt’ora
adoro e conservo gelosamente nella mia libreria – o per meglio dire nei mobili
che si sono ritrovati loro malgrado ad essere librerie, dato che non so più
dove mettere i libri.
Poco tempo fa mi è capitato di vedere,
nella biblioteca dove vado di solito, il terzo libro della saga “Abarat”, di
Clive Barker, negli scaffali dedicati a bambini e ragazzi.
Non conoscete questo titolo? Lo sapevo.
Non lo conosce quasi nessuno, non ho mai incontrato nessuno che lo conoscesse,
anzi di solito sono io a consigliarlo a tutti (se qualcuno di voi lo conosce me
lo dica, lo lovverò).
Vi basti sapere che è dello stesso
autore che ha scritto “Hellraiser”. Nel libro ci sono mostri con dieci occhi
sparpagliati sulla faccia, altri con tre bocche che possono parlare con gli
insetti e ci vivono pure, personaggi malvagi che schiavizzano bambini e altri
che uccidono gente con i propri incubi. Non so di cosa fosse fatto Barker
quando lo ha scritto, ma di certo era roba potente. E vi parlo solo del primo libro.
Nelle sue intenzioni “Abarat” dovrebbe essere un pentalogia che, mannaggia a
lui!, non è ancora finita. Comunque sia ho già letto l’ultima uscita in inglese
e vi confermo che segue lo stesso andazzo del primo e del secondo libro.
Quindi la mia domanda è: perché si trova nel reparto bambini?
A questa domanda ne sono seguite altre,
e da queste è nato il post che state leggendo.
Fino a quando abbiamo nove o dieci anni
è giusto che i libri abbiano un’età consigliata. Quando i bambini sono piccoli
anche due o tre anni fanno la differenza e magari si rischia di comprare un
libro troppo semplice o troppo complesso.
Credo che si possano dividere per età fino
alla preadolescenza, quando poi nei bambini vengono sparati ormoni come si
aprono gli idranti su una folla. Spuntano i brufoli, i ragazzini cominciano a
chiudersi in camera e a dire che i genitori gli fanno due palle così (posso
appurarlo con la mia dolce nipote, che a volte desidero lanciare fuori dalla
finestra, e non ha nemmeno quindici anni).
Quando si cominciano ad avere undici o
dodici anni, allora mettere dei paletti sulle letture può essere più
complicato. Ci sono romanzi con temi delicati che vengono però trattati con
un’ottica comprensibile, ci sono libri dalla trama semplice e una prosa
complessa. Inoltre si deve prendere in considerazione la maturità che un
ragazzino di quell’età sta conquistando, che è del tutto soggettiva.
In un’intervista un signore che aveva
letto, da bambino, “Lo hobbit”, ricorda la recensione che ne scrisse per suo
padre, che aveva una piccola casa editrice ed era amico di Tolkien. Da bambino,
lo consigliava ad altri bambini di circa nove anni. Rimasi basita quando vidi
questa intervista perché io avevo letto “Lo hobbit” alle medie e lo avevo
trovato un bel mattoncino, per quanto piacevole.
Questa è la prova che un ragazzino può
leggere, comprendere e apprezzare molto più di quel che immaginiamo. Chiudere
la loro immaginazione e la passione per la lettura nella ‘sezione per ragazzi’
non è giusto. Dovremmo solo informarci prima sui che libri vogliono leggere e,
nel caso non siano adatti, non comprarglieli. Se non parlano di argomenti
troppo adulti per la loro età, è un problema che siano faticosi da leggere?
Davvero dobbiamo proteggerli dai classici perché sono pesanti, dai romanzi di
formazione perché potrebbero avere qualche contenuto che li porta a farsi delle
domande?
A volte mi sembra che dividere la
sezione ‘per ragazzi’ dalle altre sia come dare un fermo alla lettura. Prima o
poi questi ragazzi si stuferanno delle letture consigliate che, per l’80%, sono
tutte abbastanza simili le une alle altre. Inoltre proteggerli dai libri brutti
e cattivi non adatti a loro non è compito della libreria, bensì dei genitori o
di chi vuole comprare loro un libro. Dando un’occhiata veloce queste persone
possono capire subito che va bene “Harry Potter” e un po’ meno “Trono di spade”.
Cosa c’è di meglio di leggere un libro
un poco ostico ma che ci piace, arrivare alla fine e vedere che ce l’abbiamo
fatta? Più facciamo fatica a ottenere qualcosa, più siamo soddisfatti quando
arriviamo al traguardo. Perché rendere la lettura qualcosa di facile? Qualcosa
di scontato, senza emozione di per sé? Se diamo ai ragazzi libri facili non gli stiamo rendendo più
comoda la vita, li stiamo allontanando dalla lettura. Leggere qualcosa che un
team di esperti ha considerato adatto alla loro età significa fargli leggere
qualcosa su concetti già assimilati. Vuol dire non scoprire. Mentre invece i libri servono proprio a quello, fare
esperienze su qualcosa di nuovo.
Non mi aspettavo che questo post uscisse
così ricco di contenuti, ma alla fine così è stato. Almeno, a me sembra ricco –
forse è un’idea mia.
Le conclusioni che ne traggo sono le seguenti: Rivoluzione!
Aboliamo le sezioni per ragazzi!
A parte gli scherzi, credo che sarebbe
un buon modo per rendere la lettura più interessante per chi vi si avvicina da
molto giovane. Forse farebbe bene anche ad alcuni adulti, pieni di libri seri e
impegnativi, prendere in mano un romanzo e scoprire che si tratta di un
libricino semplice, di poche pretese, che tuttavia li conquista.
Non sono del tutto d'accordo.
RispondiEliminaIo insegno alle medie. Quand'ero alle medie leggevo e apprezzavo già romanzi considerati per adulti e così alcuni miei alunni, tuttavia la maggior parte dei ragazzi dai 12 ai 14 anni non ha ancora la maturità per affrontare certe tematiche né le competenze linguistiche per certi libri. È giusto secondo me che un ragazzo di tredici anni venga indirizzato su Harry Potter e non su Il trono di spade (tanto è fantasy) che cercando un libro sulla seconda guerra mondiale non si trovi per le mani qualcosa che gli causi gli incubi. La sezione dedicata, secondo me ci sta, ma solo se non diventa un ghetto. I libri belli sono belli, anche se sono ANCHE libri per ragazzi. E un ragazzo che a 13 anni già legge libri considerati per grandi va incoraggiato, non certo ostacolato. Tuttavia non c'è nulla di meglio che mettere tra le mani di un dodicenne un po' infantile e poco avvezzo alla lettura qualcosa come "Se questo è un uomo" per disamorarlo per sempre e non fargli toccare mai più un libro.
Infatti, probabilmente mi sono spiegata male.
EliminaParlo più che altro di chi già legge sin da piccolo, che se non ha degli "esempi di lettura" in famiglia o magari dei professori molto in gamba che capiscono la sua maturità e sanno indirizzarlo, rimarrà fermo per un bel pezzo nella sezione per ragazzi.
Chi invece non è avvezzo alla lettura deve essere incoraggiato, e molto probabilmente i libri leggerà gli saranno consigliati dalla scuola, che sa quali sono i libri da far leggere a un ragazzino/a che non si entusiasma molto all'idea di stare ore e ore con il naso in un libro.
Proprio abolire le sezioni ragazzi forse no, perché un minimo di cernita serve, secondo me. Non per impedire ai ragazzi di leggere roba non destinata a loro, ma per non farli scappare! Tanto il ragazzo-lettore, quello vero, già avviato, va a curiosare oltreconfine. Spero che ci vada. :)
RispondiEliminaAhah! No, be' abolire no, però penso si dovrebbe sapere che i libri nella sezione per ragazzi spesso sono abbastanza 'leggeri', e chi è già abituato a leggere parecchio potrebbe trovarli noiosi.
EliminaQuesto è certo! Mio figlio mi guardava scandalizzato dai "libri per ragazzi" già quando aveva dieci anni o giù di lì. Così me li leggevo io, ed erano fantastici! Ma questa è un'altra questione. :)
EliminaCredo si parta da un presupposto non del tutto corretto; la letteratura fantasy non è solo per ragazzi. Nel mio piccolo, ho conosciuto molte persone, di mezza e terza età, che sono particolarmente legate al genere. Lo comprano e lo divulgano. Il problema è generale: la cultura e la lettura, in Italia, vengono svalorizzate. In certe occasioni, sembrano quasi un fastidio; perché seguite da poche persone e, quindi, non danno un fatturato soddisfacente. In pratica è il gatto che si mangia la coda: se non educhi le persone in tal senso, è difficile pretendere un riscontro significativo.
RispondiEliminaUn sorriso per la giornata.
^____^
Mi trovi assolutamente d'accordo. Basta uscire dall'Italia per capire che, in altri paesi, la letteratura fantasy è un genere considerato molto meno di nicchia. Inoltre io penso che sia un genere piuttosto malleabile, che nelle mani di un bravo scrittore può essere per tutte le età, può portare messaggi importanti ed essere specchio della nostra realtà, società e cultura.
EliminaMi sono resa conto, però, che siamo sempre di più a pensarla così. Spero quindi che continuando a insistere potremo, prima o poi, tirare fuori il fantasy - e la cultura - fuori dalla loro nicchia :)
ricco ed interessante.
RispondiEliminarecentemente ho fatto una considerazione simile, sul fantasy, con mia sorella, cercando Harry Potter, e trovandolo nella narrativa infantile...
Da ragazzina mi erano capitati per le mani dei libri che avevo letto, perché curiosavo tra gli scaffali di una vicina di casa, e avevo trovato libri "proibiti" tra cui "L'amante di Lady Chatterley".Uno però mi aveva fatto venire gli incubi, si chiamava "La casa delle bambole" ed era un romanzo-resoconto di una casa di tolleranza di giovani ebree in un campo di concentramento, che si prostituivano alle SS. Non era per niente adatto alla mia età, e sì che leggevo di tutto. Quindi credo che ci voglia un minimo di divisione, perlomeno fino a una certa età.
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