Non mi sono mai piaciuti fino in fondo i
blog che leggono libri di dubbia qualità solo per poterli recensire con ironia
e cattiveria, tuttavia ammetto di essermela andata a cercare, questa volta. Sapevo
che “Shadowhunters” non era il mio genere preferito, tuttavia ho deciso di
leggerlo lo stesso. Perchè? Mah, direi che è perché a volte mi ostino a credere
al gusto della massa, dicendomi «se è piaciuto a così tanta gente, qualcosa di
buono lo avrà!»
Non credo imparerò mai la lezione. Non
la voglio imparare. Ogni tanto ho bisogno leggere libri che so come andranno a
finire e che parlano di ragazze sfigatelle che diventano reginette del ballo
scolastico (pre-adolescente mode: ON).
Comunque sarebbe sbagliato dire che non
mi è piaciuto per niente, infatti ci sono degli elementi che sono stati
piacevoli, inaspettati e interessanti. Purtroppo si mischiano ad uno stile
semplicistico, delle situazione scontate, spiegazioni confusionarie e una trama
già trita e ritrita.
Clarissa – Clary – Fray ha quindici anni
e abita con la madre artista, Jocelyn, a New York. La sua è la vita di una qualsiasi
adolescente, ma viene scossa quando assiste ad un soprannaturale omicidio di
cui lei sola riesce a vedere vittima e carnefici. Inizialmente non sa cosa fare
e tenta di tenere ogni cosa nascosta, persino al suo migliore amico Simon e
all’amico di famiglia Luke, per lei alla stregua di un padre, ma soprattutto a
sua madre, perché sa che non sopporta quel genere di fantasie. Ogni suo intento
svanisce quando, un giorno, trova la casa distrutta e sua madre scomparsa.
Inaspettatamente, in suo aiuto accorre
uno dei carnefici invisibili agli occhi degli altri, Jace, che la trae in salvo
e decide di ospitarla all’istituto dove vive. Lì, Clary viene a sapere
dell’esistenza di un mondo invisibile, fatto di demoni e angeli, e dei
‘discendenti’ di questi sulla terra. Gli Shadowhunters sono cacciatori di
demoni, per metà angeli, mentre altre creature come vampiri, licantropi e fate
sono per metà demoni.
Grazie all’aiuto di Jace, degli altri
ragazzi dell’istituto e anche del suo migliore amico Simon, Clary scopre che
sua madre era una Shadowhunter, che ha preferito fuggire da quel mondo per
proteggerla. A rapirla è probabilmente stato Valentine, uno Shadowhunter
ribelle che voleva impossessarsi della Coppa Mortale, un potente oggetto
magico, per scopi oscuri.
Dopo ricerche e corse lungo la città
Clary ritrova sua madre, e scopre che Valentine non è altri che suo padre, che
lei credeva morto, e che Jace, di cui si era nel frattempo innamorata, è suo
fratello. Non riescono a salvare la Coppa dalle mani di Valentine, ma
recuperano Jocelyn, e Clary capisce che non potrà più ricominciare una vita
normale.
Cominciamo dalle cose buone, perché sono
di meno.
L’autrice ha pensato bene a tutti i
meccanismi del mondo che ha creato perché nulla è lasciato al caso, il che è
una cosa ammirevole perché ci sono parecchi libri – più di quanti immaginiamo –
che hanno contraddizioni interne che rendono impossibile la trama, e causano
nel lettore “l’effetto WTF?!”.
Altra cosa ben riuscita sono i
personaggi. Anche se la densità della trama non permette un’introspezione ampia
dei personaggi, questa si intuisce al di sotto dei loro comportamenti, dei
meccanismi con i quali si rapportano, inoltre risultano nel carattere e nelle
reazioni estremamente realistici. Il mio preferito è stato di gran lunga Simon,
dolce e simpatico, ma all’occorrenza anche coraggioso, e dato che un
personaggio non è completo se non ha dei difetti, ecco quelli di Simon: non sa
quando smettere di scherzare e, quando vuole, sa essere schietto fino a ferire
le persone.
In questo libro non esiste il bene e il
male, ottima cosa se pensiamo che è indirizzato ad un pubblico di ragazzi, dove
la maggior parte dei libri contengono fazioni distinte, il bello e il brutto,
il bianco e il nero e così via. Jocelyn, la madre della protagonista, fugge
proprio da quelli che sono i cosiddetti buoni, e Valentine, nemico per
eccellenza, faceva parte delle loro schiere. Questa è una cosa che adoro vedere
nei libri, perché non c’è mai un solo punto di vista.
Oltre a questo i dialoghi non mi sono
dispiaciuti, sono abbastanza realistici e strappano un sorriso ma, a parte
queste cose, gli altri sono tutti difetti.
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Cassandra Clare |
In primis, la sovrabbondanza di
informazioni. Ancora non credo di aver capito bene le divisioni fra demoni,
demoni veramente brutti e cattivi, demoni ma non troppo perché in fondo prima
erano esseri umani, e ancora demoni che prima erano esseri umani ma sono stati
trasformati male e quindi sono cattivi lo stesso!, insomma, un marasma di
informazioni che al lettore servono solo in parte, perché non sono utili alla
trama. Aggiungono qualcosa al mondo creato dalla Clare, e sono belli in quanto
‘particolare in più’, ma queste informazioni devono essere date con parsimonia,
non tutte assieme, oppure deve essere fatta una scernita fra quelle che sono
veramente utili e quelle che si possono eliminare.
Secondo difetto è il prevedibilissimo e
noiosissimo triangolo amoroso, che si può intuire fin dal principio e,
francamente, ci si chiede con quale scusa la stessa protagonista non lo veda –
perché non lo vede, lei, fino a quando non glielo dicono a chiare lettere.
Il colpo di scena finale, poi, lo
avevano già fatto in Gerre Stellari.
Badate che io non sono un’amante di Guerre Stellari, ne ho visto solo
uno e poi sono scappata dal cinema a metà film (avevo sbagliato sala…),
tuttavia lo conosco e quando l’ho letto in “Shadowhunters” avevo intuito dal
principio della scena quale fosse la grande rivelazione che stavano per farci.
Come in tutto il resto del libro, lunica a non capirlo è la protagonista.
A questo proposito, penso che la
protagonista sia fin troppo ingenua. Clary non si rende conto che Simon è da
anni innamorato di lei. Non si rende conto, pur sapendo che Valentine è suo
padre, che è anche il padre di Jace, nonostante questi continui a chiamarlo
«mio padre». Non si rende conto che sua madre a delle cicatrici bianche quasi
invisibili su tutto il corpo, o comunque sembra farci caso solo quando gli
altri glielo fanno notare. Insomma, l’ingenuità che dovrebbe causare simpatia è
portata all’estremo e Clary sembra solamente stordita.
Come ho già detto lo stile è acerbo,
semplice e un po’ frettoloso in alcuni punti, mentre si dilunga nelle parti
ritenute più interessanti, ad esempio quando parla della storia d’amore fra
Jace e Clary. Inoltre ho fatto davvero fatica a leggere le ultime pagine,
nonostante fossero quelle più dense di avvenimenti – forse perché mi ero un po’
stufata del libro in generale.
Una cosa che non mi è piaciuta per
niente è che alla fine tutti i personaggi, anche quelli che con Clary avevano
avuto litigi, screzi e antipatie, la trovino simpatica. La cosa non ha senso né
per la trama, né per l’evoluzione dei personaggi. Clary non ha fatto nulla per
mettere pace fra lei e questi personaggi, anzi ne ha quasi fatto uccidere uno e
non ha mai fatto segreto della sua antipatia verso l’altro, quindi non ha senso
che all’improvviso si stiano simpatici, si perdonino e si facciano le moine solo
perché il libro sta per finire!
E qui mi fermo. Questi sono solo giudizi
personali, non pretendo di avere la verità fatta recensione fra le mani. Di
sicuro non faccio parte della fetta di pubblico cui è destinato questo libro,
perché in giro ho letto solo – solo!
– recensioni positive per “Shadowhunters”.
Non
ho intenzione di leggere il secondo, proprio mi passa la voglia anche solo a
pensarci, nonostante in molti assicurino che il bello arriva nei seguenti
libri. So però che ne faranno una serie televisiva e quella, chissà, potrebbe
anche essere piacevole da guardare, perché l’unica domanda che mi è rimasta in
testa di tutto il libro è se i mezzi demoni alla fine verranno accettati, o se
il razzismo demoniaco continuerà a dilagare.
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Questa è un'immagine del film di qualche anno fa.
Facendo la ricerca mi sono chiesta più e più volte come mai gli Shadowhunters
vestano solo di pelle... e perché il cattivo dev'essere sempre figo (notare addominali in vista). |