Doppio post oggi, miei cari lettori.
Be’ ad essere del tutto sincera non è lo stesso giorno del post di stamattina, ma siccome non mi sono addormentata da quando ho scritto l’altro allora si conta come un giorno solo. Qualcuno ha da ridire per caso?!
Ma lasciamo perdere queste infruttuose e invere minaccie. Piuttosto passiamo a questo importantissimo post.
Come promesso recensisco in maniera alquanto famelica una storia. O meglio, un fic. O meglio ancora una fyccina (vocabolario della lingua italiana – dicesi fyccina una fanfiction contenente Mary Sue, errori ortografici a iosa e cazzate varie che nemmeno il Papa perdonerebbe mai).
Mi accingo a leggere dunque, fiduciosa nella mia sfiducia, una fanfiction che parla di real persons. Nel da poco nato fandom “Twilight cast”, esiste una storia che porta un nome… simbolico immagino. “UN'ESTATE DA URLO”, di EDDYeBELLA. Suppongo che l’autrice abbia voluto enfatizzare la semantica delle sue parole scrivendo tutto in capslock per poter meglio trasmettere quanto urleremo (di sconforto fino a farci sanguinare le pliche vocali) durante la lettura della fanfiction.
La protagonista si presenta subito con un tono colloquiale, che possiamo lasciar correre dato che la narrazione è in prima persona. L’unica cosa che non credo possa risultare plausibile è il nome della nostra giovine interlocutrice: Jasmine. Perché mai? In fondo è anche un bel nome. Be’, non gli avevo dato peso nemmeno io all’inizio, ma poi scopro che la donna in questione proviene dalla soleggiata e bella Sicilia.
E’ vero, non sono propriamente una Siciliana DOC, sono stata in Sicilia solo un paio di volte da piccola, ma sono abbastanza certa che Jasmine non sia un nome molto comune nella terra delle arance. Per esserne sicura tuttavia (non sa mai, i tempi sono cambiati), ho fatto un breve ricerca su internet. Cosa ho scovato?
Nomi comuni siciliani: Adele; Maria; Teresa… Oibò. Mi sorge un dubbio: com’è possibile che la nostra protagonista abbia un nome tanto particolare? Proprio il nome, qualcosa con cui ti identifichi e ti presenti. Ma è logico no? Parliamo di una Mary Sue! Tutto di loro è strepitoso! Favolso! Mitico! Supercalifragilistichespiralidoso!
Logico, soprattutto.
Ma proseguiamo la lettura (ci tocca, cari. Inutile che vi affaccendiate per aprire la porta, dall'altra parte ho messo Lurch a sbarrare la via, quindi sedetevi e soffrite).
La protagonista si presenta subito con un tono colloquiale, che possiamo lasciar correre dato che la narrazione è in prima persona. L’unica cosa che non credo possa risultare plausibile è il nome della nostra giovine interlocutrice: Jasmine. Perché mai? In fondo è anche un bel nome. Be’, non gli avevo dato peso nemmeno io all’inizio, ma poi scopro che la donna in questione proviene dalla soleggiata e bella Sicilia.
E’ vero, non sono propriamente una Siciliana DOC, sono stata in Sicilia solo un paio di volte da piccola, ma sono abbastanza certa che Jasmine non sia un nome molto comune nella terra delle arance. Per esserne sicura tuttavia (non sa mai, i tempi sono cambiati), ho fatto un breve ricerca su internet. Cosa ho scovato?
Nomi comuni siciliani: Adele; Maria; Teresa… Oibò. Mi sorge un dubbio: com’è possibile che la nostra protagonista abbia un nome tanto particolare? Proprio il nome, qualcosa con cui ti identifichi e ti presenti. Ma è logico no? Parliamo di una Mary Sue! Tutto di loro è strepitoso! Favolso! Mitico! Supercalifragilistichespiralidoso!
Logico, soprattutto.
Ma proseguiamo la lettura (ci tocca, cari. Inutile che vi affaccendiate per aprire la porta, dall'altra parte ho messo Lurch a sbarrare la via, quindi sedetevi e soffrite).
Ci informa subito, Jasmine, dei suoi tanti viaggi e dei suoi tanti amici che la vogliono bene. E’ amata da tutti, nemmeno una zanzara oserebbe pungerla. Ma! C’è un ma, cari appassionati lettori! Jasmine ha un segreto, e l’autrice lo introduce con voluto mistero: “..adoravo viaggiare fino a 3 estati fa.. -.-‘’”. Tastiera, scusami se digito queste parole obbrobriose, ma ti giuro che non lo farei senza una ragione ben precisa. Notare:
-I due puntini di sospensione a inizio e a fine frase: il terzo ha preferito dare le dimissioni piuttosto che comparire in una storia del genere;
-Le maiuscole sono inesistenti;
-Le maiuscole sono inesistenti;
-3; perché scrivere ‘tre’ era troppo lungo e faticoso;
-Si, c’è uno smile in mezzo alla narrazione, una faccina. Non lo state sognando sventurati lettori, è proprio lì!
Comunque Jasmine ci informa del fatto che è una fan della saga Twilight, che è innamorata di Taylor Lautner, e che è affetta da manie persecutive perché andrà a Roma apposta per fare stalking su “quel figo pazzesco”. Le cifre nel frattempo scorrono a valanghe e al posto di scrivere ‘mille’ o ‘uno’, l’autrice ripiega ancora sui numeri arabi.
Recente scoperta: i dialoghi sono in stile… potremmo dire teatrale per non offendere la sensibilità dei più piccoli. Ma per i più grandicelli possiamo semplicemente dire che questi dialoghi sono peggio del bunga-bunga. Segnalati semplicemente come “Nome dell’interlocutore: frase”, risultano abbastanza scomodi alla lettura.
Ma io mi chiedo perché? Aveva paura di perdere troppo tempo la nostra autrice? Era presa dal raptus e non voleva che le idee lasciassero il suo cervello prima di poter portare a termine questa mirabile storia? Preferisco lasicar stare.
Ma io mi chiedo perché? Aveva paura di perdere troppo tempo la nostra autrice? Era presa dal raptus e non voleva che le idee lasciassero il suo cervello prima di poter portare a termine questa mirabile storia? Preferisco lasicar stare.
La nostra Jasmine ci parla del viaggio. Ancora è tutto pieno di numeri, di puntini di sospensione a due a due (dài, usa l’offerta: tre puntini per due! Risparmi!) e di smile.
“6 ore di viaggio, arrivo a Roma alle 4 di pomeriggio..ero partita alle 10 di mattina”, e adesso: non ci vedo più dalla fame!
Forse qualcuno lo chiamerebbe ermetismo, ma io chiedo del perché sprecarsi in dettagli tanto palesemente inutili per la scrittrice: lei vuole solo incontrare Taylor, il che è facile in una città che ospita ogni giorni, fra abitanti, pendolari e turisti, più di tre milioni di persone. Comunque sia, il discorso principale era: perché diamine tenta di rendere la storia veritiera? Siamo solo al primo capitolo e già avrebbe bisogno di qualche ritocco, magari un restyling, meglio una ristrutturazione già che siamo. Chiamo il restauratore di Ramsete II e gli dico di venire qui a vedere che si può fare, ci vuole una mano esperta per questo genere di fyccine.
Forse qualcuno lo chiamerebbe ermetismo, ma io chiedo del perché sprecarsi in dettagli tanto palesemente inutili per la scrittrice: lei vuole solo incontrare Taylor, il che è facile in una città che ospita ogni giorni, fra abitanti, pendolari e turisti, più di tre milioni di persone. Comunque sia, il discorso principale era: perché diamine tenta di rendere la storia veritiera? Siamo solo al primo capitolo e già avrebbe bisogno di qualche ritocco, magari un restyling, meglio una ristrutturazione già che siamo. Chiamo il restauratore di Ramsete II e gli dico di venire qui a vedere che si può fare, ci vuole una mano esperta per questo genere di fyccine.
Non mi ripeterò sulla questione dei nomi ma vi avviso solo del fatto ch il fratello di Jasmine si chiama Sam. Spero che sia un fantasioso nomignolo per Salvatore.
Andrò masochisticamente avanti:
“Prepara anche un po’ di teh, dai..”. A meno che questa storia non sia stata scritta sul blocco note di windows, allora non vedo perché ignorare bellamente quella piccola ma visibilissima linea rossa che compare sotto le parole scorrette. Si chiama correzione automatica e si può facilmente impostare su qualsiasi versione di Microsoft Word. A quanto pare, però, il mondo è pieno di persone che non lo sanno, credo che farò un corso on line gratuito per insegnare la gente a impostarlo.
La nuova televisione con decoder, fra l’altro, fa qualche scherzetto: come si spiegherebbe altrimenti che passano in continuazione una pubblicità, che afferma che Taylor Lautner sarà a Roma, ogni quindici secondi?
Arriva un’amica di Jasmine, che abita a Roma. Si vede che ha amici in tutta la penisola, ma almeno una piccola spiegazione di come ha questa amica potrebbe anche darcela dato che ci ha descritto (anche se ermeticamente) il suo viaggio di sei ore.
Passa una settimana, e il grande momento è arrivato. Siamo di fronte al Colosseo. Si, non scherzo. In fondo che volete che sia bloccare ai turisti l’accesso ad uno dei più famosi siti della storia romana per far fare ‘ciao ciao’ con la manina ad un attore a trecento ragazzine urlanti? Credo che il Colosseo crollerebbe di fronte a tante amenità. Ma non siamo arrivati alla parte peggiore. Ci sono molte fan, e la protagonista non riesce a vedere nulla. Prego leggere citazione. “faccio il giro del colosseo..lo beccherò di schiena !!!”.
A parte il fatto che non capisco perché mettere tanti punti esclamativi; sarà che l’autrice si è confusa i puntini di sospensione con quelli esclamativi. Poverina, capitela (e compatitela). Ma la domanda che più affligge è: come cavolo è fatto il Colosseo in questa storia per poterlo aggirare (così facilmente poi, roba da due secondi) e trovare qualcuno che vi dava la schiena, di schiena? Spero non ci sia bisogno di fare un disegnino esplicativo signori miei ma, a rigor di logica, se do la schiena a qualcosa di ovale e qualcuno vi gira attorno non mi beccherà mai di schiena, casomai di lato. Per di più… ma la sicurezza? Si è scordata di coprire un lato del debole Mr. Lautner? Anche loro dovevano essere confusi dalla forma che aveva assunto il Colosseo, immagino.
Il capitolo si chiude con un originalissimo:
“quando..ma dai..possibile?..ad un tratto…”.
Fine primo capitolo.
Fine della mia recensione.
Ci sono ben undici capitoli fra i quali scegliere per continuare a criticare e piangere per intere pagine. Ma davvero, mi ha fatto male dover scrivere quelle tre citazioni sgrammaticate. Indi per cui non proseguirò oltre. Non sono certo emo, non voglio farmi del male.
Vi saluto dunque, e attenti che la vostra estate non diventi come questa.
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