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Capitolo sette - The picture of Mail Jeevas
“Perché dei criminali dovrebbero interessarsi alle malattie psichiche infantili?”, domandò Diane. Stava appoggiata allo schienale morbido della sedia del bar, teneva le braccia conserte sul petto; la sua posizione preferita.
A quel punto Matt pensò di usare la scusante per le emergenze. “Il motivo non posso dirtelo, ordini di L.”
Diane sbuffò. “Ogni volta che ti domando qualcosa ti nascondi dietro alla scusa che sono ordini di L. Perché non volete che sappia? Potrei aiutarvi molto di più se fossi meglio informata”, disse la donna sporgendosi in avanti con le sopracciglia sottili e curate alzate.
Matt la osservò, poi sospirò e abbassò lo sguardo. “E va bene. Ci avevano avvisato che questo sarebbe successo.”
“Che cosa?”, domandò Diane.
“Il tuo capo ci ha detto che sei una vera ficcanaso, e devo dire che ha ragione. Mi spiace Diane, ma abbiamo bisogno di qualcuno che esegua gli ordini senza porsi troppe domande. Riceverai comunque un compenso”, disse Matt tentando di essere rassicurante.
“Il mio capo?!”, domandò Diane esterrefatta e molto, molto arrabbiata.
“Mi dispiace Diane. Non devi cercarci più.” Matt si alzò e fece per andarsene.
“Aspetta!” Diane afferrò il polso del ragazzo e lo bloccò, guardandolo con aria quasi supplicante.
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