lunedì 13 aprile 2015

Sono scrittore #4: Stan Lee

Trovare un libro con i superpoteri, un personaggio supereroe e una citazione che parli di questi è relativamente facile. Per questa rubrica però nasce spontanea la domanda: si può trovare un super-scrittore?
Per un po’ ci ho pensato. Non a cercare uno scrittore con i superpoteri, ma a cercarne uno che abbia fatto qualcosa di grandioso. Mi sono chiesta con quale criterio cercarlo e qui sono iniziati i dubbi. Opere umanitarie? Romanzi famosi o importanti? Una lotta contro la società, le malattie, i pregiudizi? Alla fine mi sono resa conto che i super-scrittori sono soggettivi. Ognuno ha il proprio eroe personale in fatto di autori, così ho deciso di scegliere qualcuno che ha dedicato la proprio vita ai supereroi.
Non è uno scrittore nel senso comune del termine ma di certo condivide molte delle fasi creative di un autore. Inventa i personaggi e la trama, entra in contatto con i lettori e vede come reagiscono alle sue storie. Ho scelto lo sceneggiatore di fumetti più famoso, venerato e dalla faccia più simpatica che esista: Stan Lee.
 
 
Stanley Martin Lieber nasce a New York nel 1922 e, poco più che ragazzino, va a lavorare per la Timely Comics, che diventerà in futuro l’oggi famosissima Marvel Comics.
Chiaramente appassionato di fumetti sin da bambino, Stanley ha una visione originale e moderna sul mondo del fumetto e questo viene subito notato. Nel 1941 viene pubblicata una sua pagina di testo in un numero di Capitan America, e questo lo porta a diventare l’editor più giovane nel campo alla sola età di diciassette anni. Firma la pagina con lo pseudonimo di Stan Lee, grazie al quale diventerà famoso.
Alla fine degli anni ’50 la Marvel Comics è in crisi. Lo stesso Stan ripensa più volte alla sua carriera, e si domanda se non sia meglio lasciare la Marvel. Viene scelto per creare un nuovo gruppo supereroistico e, spinto e sostenuto dalla moglie, Stan Lee crea dei soggetti innovativi, dei ‘supereroi con super-problemi’, che rivoluzionano il mondo del fumetto. È così che nascono “I fantastici 4”.
Prima di Stan Lee i supereroi erano personaggi perfetti e proprio per questo non molto coinvolgenti. La loro vita privata era il sogno americano e i supereroi dovevano solo preoccuparsi di combattere il malvagio di turno e non farsi scoprire. Superman era così forte che nessuno avrebbe mai potuto batterlo – tolto quel piccolo dettaglio della criptonite – e Batman nella vita privata era un ricco miliardario servito e riverito. I nuovi supereroi di Stan Lee vengono umanizzati, e avvicinarsi a questi personaggi è più facile perché hanno molto in comune con le persone reali. Hanno un carattere difficile, spesso litigano fra loro, si devono preoccupare di pagare l’affitto, di conquistare la ragazza dei loro sogni, e l’essere anche supereroi li rende spesso malinconici perché sognano una vita normale, più tranquilla. Insomma prima di essere eroi sono persone, e questo piace subito al pubblico.
I nuovi eroi che la Marvel crea a cavallo fra gli anni ’50 e ’60 grazie all’innovazione di Stan Lee sono alcuni dei più famosi. In questo periodo vedono la luce Hulk, Thor, Ironman e il gruppo pressoché infinto degli X-Man (i miei preferiti se volete saperlo, io tifo per Magneto).
Stan Lee è diventato una leggenda ma questo non gli impedisce di certo di mantenere un rapporto con i suoi fans. Si rivolge direttamente ai lettori con tono colloquiale e scherzoso, coniando delle formule o dei modi dire che oggi sono diventati gergali in ambito fumettistico.
Non sono l’unica, poi, ad aver notato la sua aria simpatica. Stan Lee è infatti stato sopranominato The Similn’, il sorridente. Sarà per questo che si è aggiudicato tantissimi cameo nei film tratti dai fumetti della Marvel.
 
So che Stan Lee non è un autore nel vero senso della parola, è più uno sceneggiatore, ma creare i personaggi e la trama di un fumetto non è poi così diverso che creare personaggi e trama di un libro. La modalità di lettura sarà anche diversa, ma la motivazione e le sensazioni che ci danno sono le stesse: sono storie in cui fa piacere immergersi, che ci rendono felici di essere lettori.
Quando poi ho letto della rivoluzione che ha portato ai personaggi supereroistici non ho avuto più dubbi, Stan Lee è il soggetto perfetto per questa rubrica.
E poi, insomma, come fai a resistere quando vedi questo vecchietto così simpatico?
 
 

2 commenti:

  1. Io penso sia unico. Molti pensano che il suo sia un universo tutto costruito e una macchina dei soldi che un giorno cancellerà il cinema. In parte è vero, Marvel fa tanti soldi, ma chi non fa cinema sperando nell'incasso più alto?
    Io adoro Marvel, nella sua imperfezione, quindi al diavolo il buonismo e un po' di combattimenti ci vogliono!

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    1. Sono d'accordissimo con te!
      In fondo sia il cinema che il fumetto sono fatti per guadagnare. Per quanto si possa mettere l'anima e credere nel proprio progetto, non si vive mica d'aria u.u
      Quindi, sì!, vogliamo i combattimentiiii! xD

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