lunedì 13 luglio 2015

Un muro di libri

Ci sono molti lettori che amano le sfide di lettura. Ad esempio leggere cento libri in un anno, o leggere almeno un classico al mese, cose così. Io ogni tanto vengo tentata dalle sfide più originali, come leggere libri i cui titoli inizino ognuno con una lettera diversa dell’alfabeto, oppure con copertine colorate a formare poi, impilati, l’arcobaleno. Alla fine però non lo faccio mai.
Perché?
Alcune di queste sfide sono senza dubbio carine e sono, alla fin fine, un pretesto per leggere e basta. Ho deciso che non mi piacciono perché, di nome e di fatto, trasformano la lettura in una gara. Sappiamo tutti che non succede nulla se ‘perdiamo’, al massimo riproveremo in seguito, ma la sola idea di trasformare qualcosa di così personale in una gara che prevede vincitrice la quantità e non la qualità mi disturba profondamente.
Spero di non tirarmi addosso l’odio degli amanti delle sfide, perché questa è solamente un’opinione personale e non tutte le challenges letterarie sono dello stesso tipo. So bene che la sfida è con sé stessi e non serve a dimostrare agli altri che leggiamo tantissimo. O almeno dovrebbe essere così.
Quando la sfida diventa meramente numerica, tuttavia, credo che prenda una piega negativa. Quando un libro viene terminato e messo da parte pensando, “Ecco, meno uno alla meta”, allora mi infastidisce. Perché non dovrebbe essere una gara, se lo consideriamo una gara mettiamo tutti i libri sullo stesso piano, sia quelli leggeri che si leggono in un pomeriggio che quelli che ci fanno riflettere o ci lasciano qualcosa.
Va bene che esistano libri leggeri, lo sostengo ora e l’ho sempre sostenuto, ma devono essere considerati per quello che sono e non usati come ennesimo mattoncino per la nostra sfida di lettura. C’è una sorta di buonismo, spesso, che ci fa mettere tutto alla pari, sulla stessa linea – per rispettare tutti, eh! –, quando invece fare delle differenze in questo caso è giusto. Se non lo facciamo alla fine ci ritroveremo un muro enorme fatto di libri che abbiamo letto e subito dimenticato, ma un muro così traballa, si rompe e cade. Un lettore che legge meno in maniera mirata avrà un muro molto più piccolo, ma resistente e fatto di solide pietre ben posate fra loro, e di ognuna di quelle pietre il lettore conoscerà a memoria la forma, la storia, e sarà un tassello importante nel suo muro perché è stato messo lì per uno scopo preciso, non come uno fra i tanti.
Penso che sia questo il lato negativo delle sfide. Ci si affanna a portarle a termine e in quella si dimentica la cosa più importante: il libro che abbiamo letto ci è piaciuto? Ci ha trasmesso qualcosa? È un libro che consiglierei, è ben scritto e di buona qualità? O è un libro senza pretese, semplice, che chiede solo di essere leggiucchiato in un momento di noia? Vale la pena averlo letto per la sua bellezza, o ci piace averlo letto perché diventa “uno in più”?

Nessun commento:

Posta un commento

Ogni commento sarà bene accetto!
Grazie dell'attenzione e del tempo dedicatovi.