Poco fa ero in penuria di libri e,
evidentemente preoccupato per il mio stato mentale, Il Fidanzato ha deciso di
regalarmene uno. E cosa c’è di meglio per una lettrice senza libri (non pensate
sconcezze, eh)?! Comunque mi sono fiondata su questo libro come un affamato
farebbe su un cosciotto di agnello.
Sapevo già di cosa parlava la storia,
perché l’ho usata per una rubrica di Gennaio, tuttavia non mi aspettavo certo che
sarebbe stato così emozionante. L’ho letto d’un fiato e poi l’ho guardato come
se avessi fra le braccia un tesoro, in realtà reggevo fra le mani “Ogni giorno
come fossi bambina”, di Michela Tilli.
Arianna ha diciassette anni e crede di
essere una vergogna per la sua famiglia perché è stata bocciata a scuola, passa
tutto il giorno al computer a curare il suo blog e la sua cerchia di amici
virtuali, ma soprattutto perché è grassa. Non riesce a comunicare con i suoi
genitori né tantomeno con suo fratello, così come non ce l’ha fatta con i
compagni di classe e gli insegnanti. L’unico momento in cui è veramente sé
stessa, in cui esprime davvero ciò che pensa e dice a voce alta e senza paura
ciò che prova, è quando ha lo schermo a proteggerla. Lo schermo copre il suo
corpo troppo tondo e la sua vita, così breve, ma già così piena di rimpianti e
sbagli, secondo Arianna.
Argentina ha passato gli ottanta, è
sola, vedova, e con una figlia ingombrante che la considera una vecchia che sta
cominciando a perdere qualche rotella, di cui deve prendersi cura come si fa
con un bambino. Non le lascia i suoi spazi, la sua privacy, e anche se nessuno
lo ha mai detto apertamente sembra che sia sua figlia a decidere per lei che
cosa Argentina può o non può fare.
Le vite di queste due donne si
incrociano quando la badante di Argentina lascia il lavoro, punta da
un’affermazione acida dell’anziana signora. I genitori di Arianna prendono al
volo l’occasione per smuovere la vita della figlia, in maniera alquanto
scioccante per lei: le sequestrano il computer, lo installano a casa di
Argentina, e le dicono che potrà usarlo solo durante le ore di lavoro, cioè
quando andrà a casa della signora a darle una mano con le pulizie, cucinare, e
farle compagnia.
La convivenza non è facile, ma se per
Argentina avere quella ragazza in casa è a volte un fastidio e a volte un vero
aiuto, per Arianna diventa una situazione curiosa. Si rende presto conto che l’anziana
signora nasconde qualcosa, che a volte è guardinga, nervosa, e la manda via con
delle scuse per rimanere sola in casa.
Un giorno Arianna scopre delle lettere
nascoste in un armadietto. Lettere d’amore inviate da Grassano, il paese in cui
Argentina è nata, e scritte da e per l’uomo di cui lei era innamorata prima di
sposare suo marito e trasferirsi a Milano. Ora che il suo segreto è stato
rivelato, Argentina avrà il coraggio di partire? E Arianna saprà destreggiarsi
in un viaggio che richiede decisione e una non comune faccia tosta?
Ammetto di essere di parte nel recensire
questo libro, e forse mi ha coinvolta più del normale perché anche io, qualche
anno fa, per un po’ ho fatto compagnia ad una signora anziana. Non c’è stato
modo di scoprire se scambiasse o meno lettere d’amore con qualcuno, perché ci
sono stata appena una settimana, tuttavia mi ricorderò per sempre l’esperienza
perché è stata noiosissima e un po’ terrificante.
Ho riconosciuto molta verità in questo
romanzo: la timidezza e l’insicurezza di Arianna, la scontrosità di Argentina e
le debolezze dovute all’età. Michela Tilli è riuscita a mostrare i sentimenti e
le emozioni di due donne ai poli opposti della vita con grande empatia e
naturalezza. Entrambe le protagoniste ci sono chiare nel loro modo di pensare e
nei loro timori. Se anche non ci troviamo in nessuna delle due fasce d’età
(anche se io sono più vicina ad Arianna e probabilmente anche per questo mi
sono immedesimata molto in lei) ci sono chiare le difficoltà di entrambe ed è
facile capirle.
Argentina vuole tornare nel paese dove è
nata, che ha amato, e vedere quel ragazzo con il quale da giovane scambiava
nient’altro che occhiate innocenti. Ma come sarà incontrarsi da vecchi? Lui
avrà una famiglia, una moglie, dei figli, una storia, e che diritto ha lei di
andare lì e oltrepassare quelle lettere, farsi vedere e diventare reale? E
Arianna, che vede la sua vita già a soli diciassette anni un completo
fallimento, bocciata a scuola e con un aspetto che non le piace avere. Non
riesce a parlare francamente con le persone, non riesce a farlo nemmeno con la
sua famiglia, e l’angoscia l’idea di affrontare un viaggio con Argentina, un
viaggio di cui lei dovrà tenere le redini.
Per concludere degnamente questa
recensione e smettere di blaterare su questo libro – perché, lo sento, potrei
proseguire per ore – non posso fare altro che consigliarvi caldamente di leggerlo.
Non ci sarà passaggio o frase che non rispecchi in pieno l’umana natura e sentimenti
che cono comuni a tutti noi.
E,
detto questo, vado a cercare informazioni su altri libri di Michela Tilli.
Grazie, testé inserito in wish-list. ;)
RispondiEliminaFigurati! Con tutti i blog che ci sono in giro le wish list non fanno che allungarsi, eh? ;)
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