Ammetto di avere dei gusti particolari
in fatto di libri. O meglio, di non essere quasi mai soddisfatta al cento per
cento. Trovare un libro che mi affascini completamente è difficile, perché ci
sarà molto spesso qualcosa che secondo me poteva essere evitato o fatto meglio.
Un po’ è sfortuna essere così
dannatamente pignoli (o snob, se preferite), perché capita sempre meno spesso
di trovare un libro nel quale immergersi senza riserve. Uno di quelli che
finisci di leggere con gli occhi sognanti e che chiudi con rammarico,
chiedendoti come mai è finito così in fretta ma sapendo che quella è la fine
giusta.
Forse questa pignoleria è dovuta al
fatto che leggo molti libri. In effetti è normale, per una persona che legge
molto, diventare di gusti difficili ed essere sempre meno stupefatta davanti a
certi stili, racconti, personaggi, che per un lettore ‘occasionale’ sono
originali ma per chi ha già letto molto sono qualcosa di già conosciuto.
Dopo aver chiuso l’ennesimo libro
soddisfatta e allegra, ma non propriamente invasa da quel senso di felicità che
ci prende quando finiamo un libro che ci ha rapiti, mi sono fatta delle
domande. Che cosa deve avere un libro per
piacermi?
Darmi una risposta è stato difficile, ma alla fine ce l'ho fatta! Ecco a voi i miei sforzi...
Un po' di atmosfera prego... |
Originalità
Oggi giorno scrivere qualcosa di davvero
originale è difficile.
Gira e rigira, alla fine si trovano
trame simili se non addirittura uguali. Somigliano a quelle di altri libri, o
prendono ispirazione dalla storia dell’uomo oppure somigliano – guarda un po’ –
a quel vecchio film che ci è capitato di vedere una volta in tv.
Penso che l’originalità ormai non sia
più nelle trame quanto nei dettagli di un libro, nelle piccole cose. Possono
essere luoghi di fantasia mai esplorati, personaggi interessanti o il fulcro
della trama che ruota attorno a qualcosa di particolare, ma è quasi certo che
ci saranno analogie o somiglianze ad altre storie.
Nel complesso, tutti i libri o quasi
potrebbero essere catalogati sotto un genere in particolare, ma ci sono
dettagli che li portano ad essere non solo il genere nel quale la libreria lo
ha relegato, ma qualcosa di più.
Veridicità
Una cosa che, a mio parere, è molto
importante in un libro, è il rispetto per l’universo che l’autore ha creato.
L’essere veritieri. Il far sì che la storia che stiamo leggendo possa davvero
essere accaduta.
Con questo non intendo dire che i libri
fantasy o fantascientifici sono esclusi da quelli che considero buoni romanzi,
non stiamo parlando di ciò che è possibile, ma di ciò che potrebbe esserlo
anche se si parla di un mondo immaginato.
Persino un libro ambientato nel nostro
paese e ai giorni nostri può essere incoerente con sé stesso e risultare un
pessimo romanzo, magari perché succedono cose assurde, come gli eroi che
scappano da una cattedrale vecchia di centinaia di anni prendendo a pugni una
parete (l’ho visto accadere, sul serio). Allo stesso tempo un romanzo fantasy
può essere più reale, poiché vediamo che il cavaliere non riesce a volare sul
suo drago a causa di escoriazioni causate dalle squame dell’animale o simili
altri piccoli dettagli che danno alla storia un sapore di realtà.
Il
cuore della trama
Leggendo, mi sono resa conto che
preferisco di gran lunga i romanzi che hanno un centro, un fulcro, una ragione
che muove tutto il resto. Non mi piace invece quando il libro che leggo è una
serie di scene che, seppur descrivano la vita dei personaggi e il modo di
rapportarsi fra loro, non portano a nulla.
Preferisco i libri ‘a puzzle’, ossia i
libri che non possono rimanere senza un tassello, che senza una determinata
cosa non sarebbero più completi, non avrebbero più senso. Se mi capita di
leggere un capitolo per poi pensare che, anche senza di lui, il racconto
funziona benissimo, allora c’è qualcosa che non va. Se i tasselli che si
possono eliminare diventano troppi, il libro non rientra decisamente fra i miei
preferiti.
Queste sono le tre cose fondamentali che
un libro deve avere per piacermi. Attenzione però, perché pensandoci bene posso
elencarvi centinaia di libri che rispettano questi canoni e che, tuttavia, non
sono fra i miei preferiti o non mi hanno colpita più di tanto.
Sono giunta alla conclusione che manchi
un quarto elemento all’insieme.
L’ingrediente
segreto.
Ovvero il motivo per il quale non
sappiamo spiegare perché un libro ci piace tanto. Perché funziona così anche
nella vita, no? Quando amiamo qualcuno non riusciamo a spigare bene agli altri
come mai. Ne elenchiamo i pregi, gli adorabili difetti, ma qualcosa sfugge
sempre alla nostra spiegazione e non riusciamo mai a far capire davvero perché
quella persona è tanto speciale per noi.
Quella
cosa è l’ingrediente segreto. Non si può definire, non è mai uguale per tutti e
cambia a seconda di come ci sentiamo e di come siamo. Non è sempre
individuabile, ma quando c’è si sente la differenza. Quando c’è, quel libro
diventa il più bello che abbiamo mai letto.
Articolo molto interessante. Credo che ne farò un "meme"! :)
RispondiEliminaI punti che tu citi mi riguardano da vicino: originalità, verosimiglianza e "cuore" sono importanti anche per me. Ma c'è una cosa che mi affascina più di tutte le altre, ed è la coerenza. Mi piacciono i libri in cui ogni singolo dettaglio trova il proprio posto, la propria collocazione. Odio invece quando un personaggio o una sottotrama non sono adeguatamente sviluppati. :)
D'accordo anche su questo! Non mi piace quando delle cose rimangono in sospeso, come l'autore se ne fosse dimenticato!
EliminaIl cocktail è parecchio arcano, certe volte. Se mi metto a elencare cosa detesto trovare nei libri che leggo e stendo una lista di caratteristiche che proprio mi fanno scappare... poi mi accorgo che tra i colpevoli figurano alcuni dei libri che amo di più! Forse non è solo l'ingrediente segreto, ma tutta la ricetta. ;)
RispondiEliminaGià, magari ne parli con qualcuno e ti fanno notare che "Oh, ma quel libro che ti piaceva tanto non aveva proprio questo difetto?" xD
EliminaComunque è vero, la miscela giusta di ingredienti è quel che ci fa piacere un libro :)