lunedì 24 novembre 2014

Topolino contro il mondo

   Al supermercato, in fila alla cassa.
   BIMBO, sventolando l’ultimo numero di “Topolino”: Mamma, possiamo prendere questo?
   MAMMA, con aria altera e ricercata: Ma certo, la cultura non ha prezzo!
   BIMBO: Perché? È gratis?
 
   Non è una scenetta, giuro, è accaduto davvero.
   Ora, a parte che i bambini mi fanno sbellicare appena aprono bocca, ma sono qui per puntare la luce su quel che ha detto la madre.
 
   Diciamo che considerare “Topolino” cultura non è il massimo. Capisco che il bimbo era piccolo, ma piuttosto un bel libro per l’infanzia, di quelli con una storia avvincente, un eroe senza macchia e una bella morale.
   Credo che la causa di questo sia da ricercare nel fatto non siamo un popolo di gran lettori. In Europa, almeno stando alle statistiche, l’Italia è il paese che legge di meno. Con questa carenza di libri nelle case, è ovvio che poi uno si emozioni quando compra “Topolino”.
   Ciò di cui volevo parlare comunque è questo: ma se leggere è così importante, si può leggere qualsiasi cosa?
 
   Proviamo a vedere la cosa da un punto di vista diverso di quello di una lettrice compulsiva. Proviamo un punto di vista nuovo: il lettore neofita.
   Leggere è importante. Su questo non ci piove. Ce lo insegnano a scuola, ce lo dicono tutti, quindi sarà così. A questo punto della nostra riflessione, dobbiamo distinguere due correnti di pensiero verso le quali il nostro lettore neofita si può lanciare: quella del “Ne deve valer la pena” e quella del “Tutto fa brodo”.
   I lettori “Ne deve valer la pena” pensano che, se si deve proprio leggere, allora tanto vale che sia qualcosa veramente importante. Un bel classico, meglio ancora un trattato o un libro di filosofia, ma alla fine anche un romanzo che denunci qualcosa – va bene qualsiasi cosa, basta che ci sia la denuncia, manco fossimo dai Carabinieri. Insomma, meglio leggere cose importanti e impegnate piuttosto che leggere romanzetti rosa, no? Sembra che questo tipo di lettore veda il leggere come un dovere più che come un piacere, e di conseguenza legge solo libri impegnativi, che rendano onore alla parola ‘dovere’ e siano il più possibile immuni al ‘piacere’.
   Al contrario, i lettori “Tutto fa brodo” sono dell’opinione che, pur di leggere, vada bene qualsiasi lettura. L’importante è leggere, gli hanno detto, quindi Dostoevskij o una lista della spesa, che differenza fa?
   Per parte mia gli estremismi non mi sono mai piaciuti. Ai primi dico che per forza la gente non legge se la prima cosa che gli date in mano è un mattone come “Guerra e pace”, ai secondi che forse forse la lista della spesa non è proprio una pubblicazione e “Topolino” viene generalmente considerato fumetto più che libro.
 
   Penso che la verità stia nel mezzo, così come per molte altre cose.
   Indubbiamente credo che leggere sia importante, e non solo perché è utile per non smettere mai di imparare o altre cose buoniste e da cattedra del genere. Secondo me è importante perché chi legge ha sempre la possibilità di aprire un libro, alla fine di una giornata che vorrebbe dimenticare, e immergervisi dentro scordando tutte le cose che sono andate storte. E a questo punto che sia un romanzo, un trattato di algebra o un racconto di tre pagine poco importa.
   Quindi, senza esagerare, posso dire di essere anch’io un’estimatrice di “Topolino”.
   Se in un libro, di qualsiasi genere, una persona trova conforto, allora deve leggerlo. Che importa poi se è “Cinquanta sfumature” o “La divina commedia”?

5 commenti:

  1. Bellissima riflessione. Gli estremismi non giovano a nessuno e neanch'io li amo.
    A partire dalla scena a cui hai assistito, affermo di aver letto davvero tantissimi numeri di Topolino e sono convinta che in parte abbiano contribuito a formare la lettrice che sono oggi.
    Parlando del tipo di letture, sono una snob. Credo. Storco un po' il naso davanti a certi libri e sono convinta che molte nuove pubblicazioni (ma non solo) contribuiscano a rendere il pigro lettore ancora più pigro. A ciò si aggiunge un po' l'idea strana e contorta che vede la lettura come un dovere e perciò che qualcuno ce ne scampi oppure stabilisce che la lettura impegnata sia rappresentata da titoli spaventosi e volumi soporiferi.
    E la lettura impegnate e piacevole che fine ha fatto? Come si riscopre?

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  2. Hai detto una cosa veramente interessante: esistono letture impegnate ma piacevoli? Secondo me sì, anche se forse si tratta di punti di vista, quel che io considero una lettura impegnata tu lo consideri una lettura leggera o sciocca.
    Insomma, questa è una domanda della serie: come mai siamo qui? Qual è il nostro scopo nella vita?!

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  3. Beh, hai centrato esattamente il punto.
    Se azzeriamo anche il piacere che possiamo trarre dalla lettura, che cosa ci rimane?
    Che cosa ci rimane come svago, come valvola di sfogo, come isola felice?
    Ed è davvero una riflessione importante questa perchè, ovunque mi giri, trovo persone pronte a puntare il dito contro a libri che non sono stati acclamati dalla critica.
    Ma importa davvero leggere solo questo tipo di libri?
    La risposta, a parer mio, è no. Possiamo e dovremmo leggere i libri che ci piacciono e ci fanno stare bene, esattamente come hai detto tu.
    Questo però a condizione di rimanere onesti nel criticarli. E' questo che fa la differenza tra un lettore assennato e appassionato e un lettore, per così dire, trash.
    Ad esempio: io ho amato Allegiant ma sono totalmente consapevole delle lacune di questo libro. Dovrei forse non amarlo per i suoi errori? No, l'importante è che io sia onesta e li ammetta.
    Se invece, come fanno alcuni, andassi a sbandierare Allegiant come un capolavoro, sarei ipocrita e ridicola.
    Proprio come dici tu, la verità sta nel mezzo.
    Secondo me bisogna leggere quello che ci piace, anche se non è perfetto, ma bisogna anche ammetterne gli errori.

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    1. Il libro perfetto non esiste di sicuro, perché è tutta una questione di gusti.
      Ciò che io trovo adatto alle mie corde tu potresti trovarlo noioso o banale, e il contrario. Ma un libro si può amare pur riconoscendone i difetti, proprio come a te piace "Allergiant".
      Questo non significa che lo si apprezzi meno anzi, è un po' come quando ci sta simpatica una persona, che accettiamo anche con i suoi difetti :)

      P.S. Il termine "lettore trash" me lo ricorderò per sempre! xD

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    2. Hahahaha, ho coniato una nuova espressione ahahhaha
      Ad ogni modo sono assolutamente d'accordo con te!

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