Qualche tempo fa la casa editrice
Acheron Books mi ha gentilmente inviato una copia ebook di uno dei romanzi da
loro pubblicati. Devo ammettere che all’inizio ero restia ad accettare di
scrivere una recensione del libro, perché leggendo la trama non sapevo se
sarebbe stato nelle mie corde. Il rischio era quello di avere una recensione
negativa, ma più per un gusto personale che per il libro in sé.
Ormai sono un po’ di anni che non leggo
un libro fantasy. Per qualche motivo tutti quelli che inizio non mi soddisfano,
quindi li lascio a metà o li termino con fatica. Quando sono andata a leggere
la quarta di copertina di “Eternal war”, di Livio Gambarini, in parte i miei
dubbi si sono fatti più ampi, in parte ero incuriosita. Il libro è un fantasy
storico, ambientato nella Firenze del XIII secolo, in piena guerra tra le
fazioni di Guelfi e Ghibellini.
Ero curiosa perché non ho mai letto un
libro fantasy di questo tipo, che avesse come base proprio la storia che noi
tutti conosciamo. Ammetto di essere stata un poco preoccupata per quanto
riguarda l’epoca scelta e per i personaggi. Avevo paura che il mondo di allora
venisse edulcorato e che i personaggi di Guido Cavalcanti e Dante Alighieri non
venissero rappresentati come io amo immaginarli.
Alla fine però la curiosità ha prevalso
e ho cominciato a leggerlo. E meno male…
Si sta per disputare la battaglia di
Montaperti, fra Guelfi e Ghibellini, e le famiglie delle due fazioni sono
schierate l’una contro l’altra. Certi di vincere per capacità numerica, i
Guelfi sono tronfi e sicuri di sé, ma nelle loro anime non alberga un briciolo
di umiltà o fede. Incredibilmente i Ghibellini vincono la battaglia e le
famiglie avversarie, fra cui quella dei Cavalcanti, subiscono molte perdite. I
nemici entrano a Firenze e i Cavalcanti sono costretti a fuggire.
Questa vittoria viene prontamente
spiegata da quello che accade in una sorta di universo parallelo che si muove,
non visto, in mezzo a noi. Nello Spirito la fazione Ghibellina aveva alleati
potenti, Santi e magie che i Guelfi non avevano a disposizione.
Lo spirito dei Cavalcanti, l’Ancestrarca
Kaballicante (chiamato anche Kabal), cerca di fare quello che può per salvare
la sua famiglia umana. Cede parte del suo potere per salvare il piccolo Guido Cavalcanti,
rapito dai Ghibellini, poiché alla sua nascita ha investito molto sul bimbo,
regalandogli più Virtù di qualsiasi alto umano a Firenze.
Passati molti anni, Guido si è fatto un
ragazzo capace, arguto e in grado di ammaliare la gente. Alla morte dei
genitori diventa capofamiglia e, innamorato di Bice degli Uberti, vorrebbe
chiederla in sposa. L’unico ostacolo è la sua provenienza: Bice fa parte di una
delle più potenti famiglie di Ghibellini e Guido deve essere cauto nella sua
proposta di matrimonio. Per indirizzare il suo amore lungo una via priva di
rischi, che gli impedisca di fare follie, uno spirito lo spinge a scrivere
sonetti d’amore.
Nello Spirito le cose non vanno meglio.
Kabal ha molti nemici e deve tentare il tutto per tutto per riavere il suo
antico potere. Inoltre rischia di perdere il ‘comando’ che esercita su Guido,
poiché un altro spirito, Ancestrarca di una famiglia nemica, ha messo gli occhi
su di lui e vorrebbe portarlo dalla sua parte.
Scrivere questa piccolo sinossi è stato
piuttosto complicato, perché “Eternal war” non somiglia a nulla che abbia mai
letto prima. Questa è la cosa che più mi è piaciuta del romanzo, è innovativo e
incalzante, e le idee che sostengono la narrazione sono originali.
Per sapere come andrà a finire dovrete
leggerlo, un po’ perché ve lo consiglio, un po’ perché non vorrei fare troppi
spoiler, e anche perché scriverlo nella recensione e spiegarvi tutto sarebbe
troppo complicato.
Ma passiamo ai pro e ai contro.
Oltre all’originalità ho apprezzato
moltissimo la ricostruzione storica. Quasi mi sembrava di essere lì a Firenze,
in mezzo alle vecchie case e agli enormi e lussuosi palazzi in pietra, che allora
erano un modello di modernità e potere. Il modo in cui agiscono i personaggi,
in cui si rapportano fra di loro, sia quelli umani che quelli ‘spirituali’, se
così possiamo chiamarli, è molto diverso dal modo in cui siamo abituati oggi a
vivere, e questo mi è piaciuto perché dava alla storia un sapore più vero.
Altra nota positiva sono i personaggi. E
va bene, la maggior parte aveva una bassa morale e curava gli interessi della
famiglia, il potere, la ricchezza e la fama. Però a me sono piaciuti lo stesso.
Vi dirò di più, il mio preferito era Kabal! Per tutta la narrazione ha brillato
per astuzia, cinismo, una leggera avidità e quanto basta di leccaculaggine. Però era il personaggio
più geniale di tutti (assieme allo spirito di San Pietro, che mi ha fatta
sbellicare)! A costo di essere anacronistica, direi che è machiavellico.
L’inizio del romanzo era un po’
confusionario. Ho faticato a immergermi nella storia perché si inizia subito
con molti concetti da imparare. L’universo creato dall’autore è complesso e lui
ci immerge subito il lettore con tutte le scarpe, il che spiazza. Questo, oltre
al fatto di trovarsi proprio in mezzo ad una battaglia e a scene di azione,
rende difficoltoso seguire la narrazione in un primo momento.
Altro neo è che tutto il romanzo mi è
sembrato un poco affrettato, come se si avesse premura di arrivare alla fine.
Mi sarebbe piaciuto soffermarmi di più sul carattere di Kabal e di altri
spiriti e sulle storie che li legano.
In conclusione, devo dire che ho trovato
“Eternal war” un libro bello, godibile e che tiene l’attenzione alta. Lo
consiglio? Direi di sì, anche se ho paura che sia fruibile da una nicchia di
lettori, coloro che amano il romanzo storico e anche quello fantasy.
Nonostante questo ha il grandissimo
pregio di essere lontano da qualsiasi cosa conosca, non è paragonabile a nulla.
Leggerlo comporta una costante, bella
sorpresa.
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