lunedì 23 febbraio 2015

Cito testualmente # 2

In queste settimane sono stata un po’ assente dal blog, perché ho avuto un po’ di impegni (di cui parlerò prossimamente poiché non sono estranei al mondo della scrittura e  dei libri). Tuttavia non rinuncio certo alla pubblicazione delle rubriche, un po’ perché avevo cominciato a prepararle in anticipo, un po’ perché non voglio abbandonarle appena dopo una manche.
In questo mese ho parlato dell’amore e del romanticismo, quindi vi lascio con una citazione che, spero, abbia almeno un senso per i lettori. Io l’ho trovata sincera, per alcuni versi in maniera brutale, perché chi si rispecchia nella maggior parte di questi amori può solo biasimare sé stesso.
Non ho abbastanza anni da avere così tante esperienze alle spalle, ma ci ho riflettuto in questo lasso di tempo, dovendo scrivere le rubriche, e… non sono giunta a nessuna conclusione. L’amore è una di quelle cose che non hanno spiegazioni, perché ogni amore è differente e ogni situazione è a sé. Per questo dare consigli in amore è pressoché impossibile e anche inutile. Credo che quando si ha un problema in amore si debba solo essere il più sinceri possibile, con sé stessi per primi, e poi con l’altra persona.
 
«L’amore infantile segue il principio: amo perché sono amato. L’amore maturo segue il principio: sono amato perché amo. L’amore immaturo dice: ti amo perché ho bisogno di te. L’amore maturo dice: ho bisogno di te perché ti amo.»  ̴ Erich Fromm

lunedì 16 febbraio 2015

Tra le righe #2: Christopher Carrion

Le cotte letterarie sono molte e noi lettrici non ce ne libereremo mai. Ma è troppo facile scegliere un personaggio per il quale ho una cotta (inoltre ne ho già parlato, e ripetermi mi annoia). Quindi ho scelto il personaggio che secondo me vive il romanticismo e l’amore nella maniera più intensa di cui io abbia mai letto.
 
Nome: Christopher Carrion
Libro: Abarat (serie)
Immaginato da: Clive Barker
Segni particolari: un collare di vetro nel quale fluttuano i suoi incubi
 
“Abarat” è un libro tanto bello quanto sconosciuto. Non ho mai incontrato nessuno che lo abbia letto o ne abbia sentito parlare – per contro, io lo consiglio a tutti ovviamente. A grandi linee sappiate solo che è un fantasy che tende all’horror, comunque presto arriverà un post più dettagliato su questo libro, perché è uno dei miei preferiti, lo cito ogni due per tre, e non è possibile che non abbia ancora scritto niente su di lui!
Christopher Carrion è un personaggio decisamente misterioso. Con tre libri all’attivo ancora non sappiamo tutto su di lui, e dubito che persino l’autore stesso sappia tutto su di lui. Inizialmente Carrion viene presentato come il cattivo della situazione, ma la verità è che la pentalogia di “Abarat” è uno di quei libri in cui non esiste un antagonista solo, e nel quale i cosiddetti ‘cattivi’ sono più di quel che appaiono. Non me la sento di classificarlo come antagonista, in parte perché poi compaiono personaggi ancor più brutti e cattivi, in parte perché ogni volta che conosciamo qualcosa di più di questo personaggio ne vediamo le sfumature, che non sono affatto negative.
 
Christopher Carrion vive ad Abarat, una sorta di mondo parallelo formato da venticinque isole, ognuna per un’ora della giornata, più l’impenetrabile Venticinquesima Ora. La sua famiglia è sempre stata legata alle isole della Notte, all’oscurità, e sebbene gli rimanga come unico parente la crudele nonna, Mater Motley, Carrion porta avanti con tenacia la tradizione di famiglia, cercando di far prevalere la potenza delle ore notturne su tutta Abarat.
Un'infanzia di tragedie e una vita di sofferenze lo hanno fatto diventare ciò che è adesso. Incombe sul mondo grazie ai suoi due metri di altezza e terrorizza le persone con il suo aspetto mostruoso. Si presenta come crudele, astuto e privo di scrupoli. Ma non è sempre stato così.
L’unica che abbia mai amato è la Principessa Boa, uccisa da un drago il giorno delle sue nozze con Finnegan Hob. Lei era tutto ciò che Christopher non era. Figlia della luce, allegra e bella, cresciuta nell’agio e nell’amore. Prima di conoscere Finnegan scambia una fitta corrispondenza con Carrion, che chiede la sua mano e professa il suo amore incondizionato per lei. Un amore tanto forte da abbattere ogni barriera, persino quelle fra il Giorno e la Notte. Le isole unite, ecco ciò che potrebbe nascere da una loro unione. La pace ad Abarat. Ma la Principessa Boa rifiuta gentilmente e con fermezza la sua richiesta di matrimonio, e solo allora Christopher si rende conto del perché: lui la disgusta.
Ma qualcosa cambia quando una ragazza dell’Altromondo, la terra, giunge ad Abarat. Candy Quackenbush attira la sua attenzione e Carrion rimane spiazzato e incuriosito da ciò che prova nei confronti di questa sconosciuta.
 
Non ho intenzione di dire altro riguardo al libro. Questa è solo una piccola parte di ciò che si viene a scoprire su Christopher Carrion e la trama non è affatto incentrata su di lui e Candy, che a conti fatti sono nemici.
Questo personaggio è affascinante. Non è solo crudele, calcolatore e astuto, è anche particolarmente sensibile, ha un riguardo e quasi una venerazione verso chi o cosa ama, ecco perché l’ho scelto per questo tema della rubrica. Carrion ama in maniera totale e incontrollabile. Tradirebbe il mondo pur di fare qualcosa per la sua amata. I suoi sentimenti sono intensi, resistono al tempo, alla sofferenza e all’odio.
Oltre ad essere un personaggio a tutto tondo mi piace il fatto che Carrion, così come moltissimi personaggi di “Abarat”, sia brutto. Nonostante questo riesce lo stesso ad affascinarmi, adoro leggere di lui e non me ne stanco mai. Sono arrivata a preferirlo a molti personaggi positivi del libro!
 
E voi che mi dite? Quali sono i personaggi, maschili o femminili, più romantici che avete mai ‘incontrato’? Quelli che sarebbero il fidanzato perfetto? Quelli che sono davvero innamorati pur essendo frutto di fantasia?

giovedì 12 febbraio 2015

Della fortuna di leggere

A volte circostanze fortuite nella vita ci donano più di quanto, in un primo momento, possiamo capire. Ad esempio, io leggo da quando ero bambina e prima di qualche anno fa non mi ero mai soffermata a pensare, veramente, a che fortuna avessi avuto a cominciare a leggere.
Le cose potevano andare diversamente. Potevo non incontrare il libro giusto e decidere che la lettura non faceva per me. Oppure al posto di comprarmi un libro i miei potevano decidere di comprarmi un album da colorare – che comunque sarebbe stato un ottimo bottino dal mio punto di vista, e non mi avrebbe spinta a chiedere di più. Magari, invece, potevo essere in un mood cattivo e detestare il mio primo libro con tutto il cuore, tanto da non leggerne più.
Invece ho letto proprio quel libro, in quel momento, con quello stato d’animo. Ed è stato allora che sono diventata una lettrice.
Con il senno di poi posso dire che è stata fortuna, fatto sta che amo essere una lettrice. Mi sento privilegiata ad amare così tanto i libri e averli amati da sempre, perché so che ci sono moltissime persone che non leggono, che odiano leggere, che faticano a leggere qualcosa di più delle previsioni meteo.
Quindi ecco perché vale la pena essere un lettore:
 
 
Un lettore non ha giornate noiose. Se per caso non sa cosa fare gli basta scegliere un libro dagli scaffali e immergersi in quel mondo. Quando alzerà gli occhi si renderà conto che saranno passate ore, e lui non si sarà affatto annoiato.
I lettori hanno sempre un posto dove andare quando sono in giro e non sanno cosa fare. Rintanarsi in una libreria è l’ideale per passare del tempo e spulciare libri. In alternativa c’è anche la biblioteca, nella quale ci si può fermare quanto si vuole per sprofondare in una comoda poltrona e leggere.
Quando due o più lettori si incontrano non sono mai a corto di parole. Che si abbiano o meno gli stessi gusti, parlare di libri è sempre un piacere e scambiare pareri e punti di vista è sempre utile e interessante.
Chi legge sa molte cose. Se non sono nozioni utili saranno informazioni curiose, particolari o bizzarre, così che chi si accompagna ad un lettore difficilmente può annoiarsi. Una curiosa capacità dei lettori è, inoltre, quella di riuscire ad immagazzinare un’enorme quantità di informazioni riguardanti autori, libri, personaggi, editori e librerie – ma riescono a dimenticarsi subito di dover comprare il latte.
Se una persona legge molto tende, nel tempo, a voler cambiare o variare i suoi generi di lettura preferiti. Ogni volta che ci si allontana dal proprio genere ci si mette in gioco, si prova, si tenta, si scoprono nuovi gusti che nemmeno noi pensavamo di avere. Questo ci rende più aperti, meno intolleranti e diffidenti nei confronti di ciò che non conosciamo, e come si applica ai libri può applicarsi anche alla vita.
In ultimo, ma non per questo meno importante, le persone che leggono hanno modo di rilassarsi e ribaltare del tutto una giornata orribile solo prendendo in mano un bel libro. Hanno qualcosa che li rende felici, e questo qualcosa è facilmente reperibile, per fortuna loro e di quelli che gli stanno attorno.
 
 
A questo punto sono arrivata alla conclusione che avere una passione per la lettura è una fortuna.
Tutte le qualità e le opportunità sopraelencate non sono solo frutto dell’esperienza e del proprio modo di essere, vengono date anche dalla lettura. Non che tutti coloro che leggono siano colti, interessanti, di mente aperta e davvero simpatici. Ma possono sempre essere felici, e quando una persona è felice è sempre più bello averci a che fare.

lunedì 9 febbraio 2015

Sono scrittore #2: Salvador Dalì

Fra poco è San Valentino, e in questo mese si parla di amore e romanticismo. Siete nel posto giusto? Ovviamente no.
Nello scorso post ero riuscita a seguire il tema che mi ero prefissata, e alla fine il libro che avevo scelto era un romanzo d’amore. Questa volta non sapevo proprio che cosa inventarmi. Avevo pensato, inizialmente, di presentare un autore o un’autrice specializzati in storie romantiche, ma poi mi era parso banale, così ho pensato di presentare un autore che ha vissuto una splendida storia d’amore.
 
Salvador Dalì è famoso per le sue bizzarre opere e di libri ne ha ispirati parecchi. Ma ne ha scritti anche di suo pugno e ci sono due cose che saltano all’occhio leggendoli: la sua megalomania e il suo amore per la moglie Gala.
Dalì ha scritto “Diario di un genio”, “La droga sono io” e “La mia vita segreta”. Io ho letto quest’ultimo quando ho fatto la maturità, perché il surrealismo e tutto ciò che ne consegue erano l’argomento della mia tesina (lo so, poco originale, ma adoravo Dalì e volevo assolutamente parlare di lui, Freud e i suoi simboli fallici sono stati solo un piccolo inconveniente che non ho potuto evitare).
Nessuno può negare che il tipo avesse problemi di egocentrismo, e probabilmente se lo incontrassi dopo due minuti vorrei prenderlo a schiaffoni. Questo non toglie che la precisione del suo tocco pittorico sia invidiabile, la sua fantasia impavida e la sua penna decisa e sicura. Lo stile di Dalì è piuttosto semplice, non eccede nei fronzoli ma riesce a raccontare con interesse e precisione, mitizzando la sua stessa figura e facendo sentire il lettore come in un viaggio psichedelico.
 
Moglie prima del poeta Paul Èluard, Gala incontrò Salvador in Spagna e presto lasciò il primo marito per lui. Erano i primi anni ’30 e la decisione che presero non era facile né fu ben vista da tutti. Erano una coppia che anche oggi potremmo considerare particolare, poiché Gala aveva undici anni più del marito, oltre a questo era alle sue seconde nozze e Salvador non era quello che si poteva definire un uomo ordinario.
I due rimasero assieme fino alla morte di lei, negli anni ’80, e in quel lasso di tempo Dalì la amò a tal punto da concederle ogni capriccio. Lei era la sua musa e la sua modella e l’artista dichiarò più volte che lei lo aveva salvato dalla pazzia.
Alcuni criticarono aspramente Gala poiché, nel suo ruolo di agente del marito, vedevano solo una commerciante d’arte che sfruttava un artista. Personalmente credo che Salvador non avesse l’aria di essere uno così organizzato, quindi se non fosse stata Gala sarebbe stato qualcun altro a prendere le redini commerciali del suo lavoro, per cui non mi sembra che il fatto che gli facesse da manager sia tanto strano.
La relazione fra Salvador e Gala Dalì è una delle più bizzarre e delle più chiacchierate che ci sono nel mondo dell’arte. Non è ancora chiaro se Gala fosse davvero innamorata di lui, ma leggendo invece le parole dell’uomo si può tranquillamente dire che a parlare è un innamorato.
Non è un caso che dopo la morte di Gala degli incidenti sin troppo simili a suicidi si siano susseguiti nella vita dell’artista fino alla sua morte, avvenuta per attacco cardiaco all’età di ottantaquattro anni. I suoi amici dicevano che, dopo la scomparsa della moglie, Salvador aveva perso ogni voglia di vivere.
 
Forse non è la storia più romantica che avrei potuto trovare, ma è una storia vera, e mi fa venire le farfalle allo stomaco molto più di qualunque storia inventata.
 
 

giovedì 5 febbraio 2015

Carta canta #1: Candy Girl – Diablo Cody

Qualcuno si ricorda del film “Juno”? Per inciso, si tratta il film che ha generato su mtv la proliferazione di programmi riguardo teenager incinte e ragazze madri. Il film non ha la stessa linea becera di quei programmi, ma guarda caso il mondo si è accorto che le giovani madri potrebbero scatenare l’interesse del pubblico.
Ma non sono qui per parlare di minorenni incinte o programmi tv dalla dubbia morale, sono qui per parlare di Diablo Cody, che nel 2007 firma la scenografia di “Juno” e si fa conoscere anche oltreoceano.
 
Diablo Cody per i colleghi, Brook Busey per gli amici. Oltre ad essere sceneggiatrice è anche scrittrice, e nel 2006 pubblica il suo libro “Candy Girl – Memorie di una ragazzaccia per bene”. In questo ci racconta del suo trasferimento a Minneapolis per amore e di come, per un anno, abbia fatto la spogliarellista.
Non cominciate a pensare male! Diablo Cody ci informa subito con spassosa autoironia che la sua non è stata una vita di privazioni, un’infanzia di molestie, e non ha subìto alcun trauma mentale che non fosse quello delle sessioni di studio a fine anno, che finivano inevitabilmente con un crollo psico-fisico ma con ottimi voti – qualcuno si rispecchia in lei? Cresciuta in una famiglia agiata e subito assunta in una studio legale, Diablo parte per incontrare Jhonny, conosciuto online, e decide di trasferirsi e cominciare la sua vita assieme a lui. Il suo nuovo lavoro è facile, la sua relazione perfetta, ma c’è qualcosa che manca.
A ventiquattro anni Diablo può ben dire di essere sempre stata una brava ragazza, di non aver mai fatto particolari follie. La sua vita è stata tranquilla ma lei ha ancora voglia di ribellarsi. Perché se non lo fa a vent’anni, quando la fa?
Forte di questa decisione, entusiasta e appoggiata da un comprensivo e quanto mai adorabile Jhonny, Cody inizia con “La serata della dilettante” organizzata dallo Skyway Lounge dove, oltre ad essere la più vecchia, scopre che ballare nuda davanti ad un pubblico non è facile. A dirla tutta, è terrorizzante. Ma c’è una parte di lei che vuole rifarlo.
Inizia così il viaggio in compagnia di Diablo Cody, che ci porta fra un locale e l’altro con le sue battute inaspettate e divertentissime, con le situazioni tragicomiche attraverso le quali è passata. Non lesina sui dettagli sconci e non pone veli su un mondo che non è affatto rose e fiori, tuttavia con uno stile scorrevole, leggero ed energico ci evita ogni tragicità da soap opera.
 
Essendo l’autrice appassionata di musica ci sono moltissimi riferimenti a gruppi musicali, soprattutto rock ma anche alle più famose canzoni pop di sempre. Leggendo non si può fare a meno di pensare alla coreografia che useremmo in una lap-dance se fossimo al posto della protagonista (personalmente, io la farei al buio nella mia camera, senza specchi e senza nessuno che mi guarda a parte lo Spirito Santo, che si sicuro si ammazzerebbe dalle risate), e le canzoni che potremmo usare.
Diablo Cody ci lascia molti spunti, quali “Barbie Girl” degli Aqua, “Armageddon it” dei Def Leppard e “Beast of burden” del Rolling Stones. Per fortuna ci lascia anche due compilation molto utili sulle quali basarci, ossia «dieci canzoni migliori per spogliarsi» e «dieci canzoni che non si dovrebbero mai usare in uno strip.» Non sia mai che volessimo provare.
Lascio a voi scoprire quali sono e scoprire tutti gli altri titoli, che personalmente adoro, che accompagnano questo libro anomalo e divertente. E vi lascio alla canzone con la quale Diablo Cody si spogliò la prima volta: “Rag Doll”, Areosmith.
 
 

lunedì 2 febbraio 2015

Segna(la)libro #2: Un giorno - David Nicholls

Ho pensato molto al tema da utilizzare questo mese. Se per Gennaio, con l’anno nuovo e i nuovi contenuti del blog, è stato facile scegliere un tema da utilizzare, per Febbraio mi sono ritrovata con sin troppe idee nella testa. Alla fine ho deciso di andare sul classico e di adattarmi a uno dei temi che sicuramente in questo periodo verrà molto utilizzato: l’amore.
Sono sicura che con San Valentino fioccheranno i consigli di letture romantiche, e non ho scelto questo tema solo per aggregarmi alla massa, perché ad essere sincera non sono una grande lettrice di romanzi rosa, o di libri romantici in generale. Non li evito di proposito, solo che per qualche motivo non sono mai stati fra le mie letture preferite. Se dovessi scegliere tra un libro romantico e un libro di qualsiasi altro genere, due volte su tre leggerei l’altro libro.
Ho scelto questo tema quindi, non solo perché sarà un po’ al centro di tutto almeno fino a metà mese, ma anche per darvi la mia visione del romanticismo nei libri. La visione dei libri romantici di una lettrice che non se ne intende, di libri romantici, di una lettrice che ne ha letti pochi e che è sempre un po’ diffidente nei loro confronti.
Oggi in “Segna(la)libro” vi presento quindi un romanzo che non ho letto, ma che leggerei volentieri pur con tutta la mia diffidenza. So che è un romanzo piuttosto famoso, e forse questa scelta potrà sembrare scontata, ma è uno dei pochi romanzi d’amore che mi hanno incuriosita: “Un giorno”, di David Nicholls.
 
È l'ultimo giorno di università, e per due ragazzi sta finendo un'epoca. Emma e Dexter sono a letto insieme, nudi. Lui è alto, scuro di carnagione, bello, ricco. Lei ha i capelli rossi, fa di tutto per vestirsi male, adora le questioni di principio e i grandi ideali. Si sono appena laureati, l'indomani lasceranno l'università. È il 15 luglio 1988, e per la prima volta Emma e Dexter si amano e si dicono addio. Lui è destinato a una vita di viaggi, divertimenti, ricchezza, sempre consapevole dei suoi privilegi, delle sue possibilità economiche e sociali. Ad attendere Emma è invece un ristorante messicano nei quartieri nord di Londra, nachos e birra, una costante insicurezza fatta di pochi soldi e sogni irraggiungibili. Ma per loro il 15 luglio rimarrà sempre una data speciale. Ovunque si trovino, in qualunque cosa siano occupati, la scintilla di quella notte d'estate tornerà a brillare. Dove sarà Dexter, cosa starà combinando Emma? Per venti anni si terranno in contatto, e per un giorno saranno ancora assieme. Perché quando Emma e Dexter sono di nuovo vicini, quando chiacchierano e si corteggiano, raccontandosi i loro amori, i successi e i fallimenti, solo allora scoprono di sentirsi bene, di sentirsi migliori. Comico, intelligente, malinconico, Un giorno cattura l'energia sentimentale delle grandi passioni: i cuori spezzati, l'intricato corso dell'amore e dell'amicizia, il coraggio, le attese e le delusioni di chiunque abbia desiderato una persona che non può avere.
 
Ad essere sinceri è stato difficilissimo per me trovare un libro per la rubrica. Inizialmente sono andata su internet a cercare libri romantici, e ho letto qualcosa come trenta trame diverse. Nessuna mi ha convinta, mi sembravano tutte banali, e badate bene che sono passata da libri come “Ti ricordi di me?” ad, “Abelardo ed Eloisa” per poi approdare su “I ponti di Madison County” e “L’amore ai tempi del colera”. Alcuni erano capolavori premiati, altri romanzi rosa, classici o libri famosi e apprezzati. Nessuno ha attirato la mia attenzione.
Il fatto è che in un libro cerco sempre un pizzico di originalità, qualcosa di inusuale. Se si cerca di vendermi un romanzo dicendo che è “la storia semplice ma vera di un amore passionale” non lo leggerò mai. Ma datemi un qualcosa di appena un po’ diverso e state certi che le mia antenne di lettrice si distenderanno, cercando di captare più informazioni possibili.
“Un giorno”, sebbene possa sembrare una scelta facile (tanto più che alla fine, per disperazione, sono andata a cercare nella mia lista dei desideri su aNobii!) è stata una scelta sincera. Sta nella mia lista dei desideri da anni, lo avevo visto in libreria nell’edizione inglese e mi aveva incuriosita. Quello che mi attira di questo libro è proprio il centro della trama: un giorno, un solo giorno ogni anno per ritrovarsi, confrontarsi, e ricordare ciò che si era e ciò che si vorrebbe diventare.
Sì lo so, detta così non sembra proprio che io sia attratta dalla storia d’amore in sé, il che è da furbi se il tema che ho scelto sono proprio le storie romantiche. Ma che vi devo dire? Non sono pane per i miei denti, ma mi sforzerò di provarci – e si accettano consigli – perché tutte le ragazze ogni tanto hanno bisogno di una bella storia d’amore. Anche solo per un giorno.