“Pomodori verdi fritti alla fermata del
treno” è il film che ho sempre conosciuto (non a caso abbiamo la stessa età) e,
da quando lo vidi per la prima volta, amato.
Quando scoprii che esisteva anche
un libro non esitai a comprarlo e, com’ero certa che non me ne sarei pentita,
ora sono assolutamente certa che rimarrà sul mio scaffale con un posto d’onore.
La trama
Quando la signora Virginia Threadgood,
detta Ninny, comincia a parlare a vanvera seduta ad un divanetto della casa di
riposo per anziani Rose Terrace, Evelyn Couch, casalinga grassottella e
depressa, lo considera una vera sfortuna.
L’anziana signora pare averla però presa
in simpatia, e ogni volta che Evelyn va a Rose Terrace a trovare sua suocera,
Ninny le racconta qualcosa di nuovo. Pian piano Evelyn comincia a interessarsi
alle storie della signora Threadgood, storie che ruotano attorno alla famiglia
di suo marito Cleo, e al Café di Whistle Stop.
Nella piccola cittadina dell’Alabama di
Whistle Stop, dove c’era uno scalo ferroviario, vive la famiglia Threadgood.
Una delle figlie, Imogenia, chiamata da tutti Idgie, s’innamora della dolce
Ruth Jamison. Ruth sta però per sposarsi, quindi ignora i sentimenti che prova
per Idgie e diventa moglie di Frank Bennett.
Dopo qualche tempo Idigie scopre che
Bennett picchia la moglie, quindi va a riprendere Ruth e la porta via da casa
del marito. Finalmente assieme, nel 1929, decidono di mettersi in affari e
aprire Il Caffé di Whistle Stop.
Evelyn Couch è sempre più interessata
alla storia e sempre meno depressa, tanto che non pensa più di suicidarsi e, al
contrario, decide di riprendere in mano la sua vita. Il marito non le dà molto
aiuto, e inizialmente Evelyn crede di cavarsela grazie all’immaginazione:
nella sua mente lei è Towanda, paladina degli indifesi, difensora delle modelle
sopra i sessanta chili e giustiziera di tutti i maltrattati.
Questa fase non dura molto, poiché
Evelyn torna all’amara realtà e comincia a pensare a cosa vorrebbe dalla vita,
e pensa anche a come ottenerlo.
Nel frattempo a Whistle Stop è nato
Buddy Jr., il figlio di Ruth e Frank Bennett, che però ignora l’esistenza del
padre e vivrà assieme a sua madre e Idgie. Improvvisamente l’uomo spunta a
Whistle Stop e, con la forza, vuole prendersi il piccolo Buddy, ma viene per
sbaglio ucciso dall’inserviente nera amica di Ruth. Il corpo viene nascosto e
dato da mangiare ai poliziotti che cercano lo scomparso Frank Bennet, spacciato
per il migliore arrosto di maiale di tutta l’Alabama.
A fare da contorno a tutto questo le
storie di vari personaggi, come Artis O. Peavey, Big George, lo stesso Buddy
Jr., detto Stump a causa di un incidente che ha avuto da bambino dopo il quale
ha perso un braccio, e il misterioso bandito Bill Ferrovia.
Evelyn Couch nel frattempo ha fatto una
dieta, ha trovato lavoro come venditrice porta a porta di prodotti di bellezza
e guida una Cadillac rosa. Felice della sua vita, in pace finalmente con il
marito, fa la sua ultima visita a Ninny quando lei è ormai morta, all’età di
ottantasei anni, e la ringrazia per averle salvato la vita, mostrandole il lato
bello delle cose.
Personaggi
Ogni personaggio è un “personaggio” nel
vero senso del termine: ha delle caratteristiche portate all’estremo. A volte è
solo bizzarro, altre volte mette inquietudine, ma tutti a modo loro sono parte
della storia e sono perfetti per quel mondo.
Mi piace trovare questi personaggi
particolari, per nulla anonimi, che hanno le loro fisime, le loro fissazioni, e
non possono essere paragonati a nessuno che conosciamo. Non significa che non
siano verosimili, significa solo che sono affascinanti.
Il mio preferito è Artis O. Peavey.
Artis è il figlio di Big George e Onzell, due neri che lavorano al Caffè, ed è
fratello gemello di Jasper. I due non possono essere più diversi: Jasper ha la
pelle chiara, Artis invece è talmente nero da avere le gengive blu; Jasper è
ligio al lavoro mentre ad Artis piace divertirsi; Jasper si farà una famiglia e
vivrà serenamente invece Artis finirà i suoi giorni in un vecchio Hotel
accudito da una delle sue tante amanti.
Artis è un personaggio complesso e
complessato. Dimostra fin da bambino una certa inclinazione alla violenza,
accoltellando di nascosto il cadavere di Frank Bennett e poi ferendo il suo
gemello procurandogli gravi ferite. Quando va a Birmingham Artis si trova nel
luogo che gli è più congeniale; il caos cittadino, le notti nei locali, le
belle donne che gli portano passione e guai. Invecchierà in fretta a causa
dell’alcol e passerà la vecchiaia in un mondo lontano da quello della realtà in
cui è un vecchio di cui a nessuno importa, lui con la mente è nel cuore della
notte, dell’azione, e sente la musica e balla al ritmo del jazz.
The American Dream
Una delle cose migliori di questo libro,
a mio parere, è che fa tornare a galla un mondo ormai scomparso.
Ovviamente non ho esperienza di come si
viveva nel sud degli Stati Uniti negli anni ’20 e ’30, nemmeno per sentito
dire, ne ho solo una vaga idea. In “Pomodori verdi fritti” questo mondo basato
su poche, semplici ma fondamentali regole, viene a galla in maniera genuina e
ci fa rimpiangere di non essere nati qualche anno prima.
Le cose erano molto diverse, più difficili per alcuni versi, ma meno complesse
per altri e sicuramente la gente a quei tempi sapeva come godersi la vita con
quel che aveva.
Ecco una delle cose più belle di questo
libro, fa sembrare tutto così semplice, e certe cose che adesso consideriamo essenziali, così superflue.
«Sii serio.»
Parlando di cose serie, per una volta,
due delle tematiche importanti del libro sono il razzismo e l’omosessualità.
Sul primo non ho molto da dire, tranne
che è stato trattato con realismo e anche se non era certo l’argomento
principale si faceva sentire nei momenti più impensabili del romanzo; per
intenderci, nei momenti di vita quotidiana. Idigie viene giudicata per essere
amica di molti neri, e quando Big George viene processato tutti sanno benissimo
che o verrà assolto o sarà morto. Inoltre il Ku Klux Klan ogni tanto spunta
fuori, a spaventare i neri di Troutville e a far indignare le persone che,
andando contro al pensiero comune dell’epoca, non vedevano i neri come una
minaccia.
C’è questa linea sottile, talmente
sottile di cui non ci accorgiamo, ma che a volte spunta fuori e ci fa
inciampare: è la linea che divideva i bianchi dai neri.
L’altro argomento è il rapporto di Idgie
e Ruth. Nel film viene nascosto con una profonda amicizia, invece qui è chiaro
come il sole: Idgie e Ruth stanno assieme. La cosa che mi ha lasciata perplessa
e che tutt’ora non mi convince, è che tutti a Whistle Stop sono a conoscenza di
questo fatto. Ero certa che negli anni ’20, in un posto come il sud degli Stati
Uniti, certe cose fossero considerate opera del demonio o qualcosa di simile.
Invece Idgie e Ruth fanno tutto alla luce del sole e vengono anche incoraggiate
da amici, parenti e conoscenti.
Forse fa parte della semplicità del
romanzo, ma veramente era così in Alabama?
Questi sono i famosi pomodori. Alla fine del libro c'è la ricetta, quindi credo proprio che li preparò! |
In conclusione
Ho trovato questo libro bellissimo, e
per una volta non ho molto da dire al riguardo: c’è solo da dire che ve lo
consiglio.
Se
volete immergervi in un’epoca diversa, dove tutto sembra più difficile ma più
sano e semplice al tempo stesso, allora andate al Caffè di Whistle Stop, dove
tanti pittoreschi personaggi vi attendono e non aspettano altro che narrarvi le
loro folli storie.
Quanto... quanto ho amato il film! E mi sono ripromessa di leggerne il libro.
RispondiEliminaPer altro, ho pensato perfino di portarlo sul palcoscenico, poiché faccio teatro.
Scrivi benissimo, complimentoni, sono contenta di aver trovato questo delizioso blog.
Vieni a trovarmi, sarà un piacere. :-)
Wow sarebbe bellissimo uno spettacolo teatrale di Pomodori Verdi Fritti! Io di sicuro andrei a vederlo molto volentieri :)
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