venerdì 6 marzo 2015

Blogghismo e femminismo

Ebbene dopo aver ceduto alla curiosità e aver letto il libro, ho di nuovo ceduto alla curiosità e guardato il film. Attenzione, mica scaricato in formato pirata e guardato al buio nella solitudine della mia casa. No, l’ho visto al cinema, assieme alle mie amiche! Quando ti promettono una serata fra donne così divertente grazie solo ad un film, che fai, non ne approfitti?
Sì, sto parlando di “Cinquanta sfumature di grigio”.
 
So che ci sono già centinaia di recensioni nel web riguardo questo film, ma questa non è una di quelle. Ci tengo a precisarlo, perché a quanto pare leggendo in giro si trovano solo lunghissimi scritti che criticano brutalmente il film e che probabilmente non sono interessati tanto a scrivere la recensione quanto alle visualizzazioni e ai commenti che questa riceverà.
Ovviamente è bello ricevere commenti, è bello che qualcuno legga ciò che scriviamo. Ma scrivere qualcosa non per il gusto di farlo o di condividere piuttosto che per i commenti non è onesto a mio parere. Sapete cos’hanno in comune tutte le recensioni sul film di “Cinquanta sfumature di grigio” che ho letto? Sono tutte sarcastiche e cercano di essere taglienti e spiritose – non sempre riuscendoci, tra l’altro.
Questo, si capisce, per ammiccare al lettore. Per fargli capire che quello che sta leggendo è un post innovativo, divertente, che segue le mode del momento e lo fa con ironia. Così il lettore di blog pensa: «Caspita! Dovrei proprio seguire questo sito così divertente e interessante!»
Tuttavia dopo la centesima recensione uguale alla prima che ho letto penso che tutti questi blog non sono poi così interessanti né innovativi, sono solo alla ricerca del post che gli darà notorietà. La qualità di questi blog non può quindi che essere pessima, diciamocelo. Perché quando scrivi qualcosa perché sembra facile e popolare ma non perché ti diverte allora c’è qualcosa di sbagliato.
 
Questa borsa riassume in due frasi tutto quello che io ho detto in trenta righe.
 
Tutto questo ragionamento per arrivare ad un semplice fatto: il film non è poi così male.
Nei giorni prima di andare a vederlo mi ero psicologicamente preparata ad una noia senza fine e ad un incazzatura bestiale, dato come mi aveva ridotto il libro. Invece poi sono uscita dal cinema e, be’, non si può dire che andrei a rivederlo e non credo che guarderò il seguito, ma le mie parole – e le mie amiche possono testimoniarlo – sono state «pensavo peggio».
Pensavo peggio perché da come ne parlavano sembrava che dovessimo andare a chiedere il rimborso del biglietto, e quelli del cinema non avrebbero battuto ciglio perché avrebbero capito il grado di cretinaggine che ci era stato proposto. Invece è stato guardabile, di sicuro non così male come lo hanno messo giù praticamente tutti, sul web, sui giornali, in televisione.
Ma andiamo con ordine.
 
Partiamo dal presupposto che non si può trarre un bel film da un brutto libro. La storia è identica a quella che ha scritto la James e, come il libro, mi ha procurato una rabbia non indifferente perché lui è uno stalker, esagerato e impiccione. Inoltre la storia è inverosimile perché si conoscono appena ma si comportano come se stessero assieme da anni. Tutte queste cose le sapevamo già, perché sono difetti del libro. Non si può incolpare il film per essergli stato fedele.
Fra le critiche che ho sentito in giro si parla della recitazione. Non è da premio Oscar, su questo non ci piove, ma ho visto gente recitare molto ma molto peggio. Forse lui non è il massimo, ma lei mi è piaciuta invece e, a chi ha fatto le critiche di turno, chiedo: «Ma voi come avreste reagito nell’entrare in una stanza piena di fruste e altri giochi sessuali sadomaso? Avreste urlato? Sareste scappati? Vi sareste messi a ridere?» Non si può fare altro che essere stupiti, vagamente affascinati e forse incuriositi. E questo ci è stato mostrato. Il film non è inverosimile per la tematica sessuale, ma perché è frettoloso, come il libro.
Una cosa che devo invece criticare al film è il nudo. Non che mi diano fastidio le scene di nudo – non sarei mai andata a vederlo altrimenti – ma è estremamente sessista. Passiamo un film intero a vedere ogni singola parte di lei, di lui solo le chiappe. Ora, non vorrei sembrare assatanata, ma perché di lui non possiamo vederlo, ‘sto fantomatico pisello che sembra essere il sogno erotico di ogni donna?! Solo per una questione di principio!
Perché il corpo della donna si può mostrare interamente nudo e quello dell’uomo no? Vediamo una vagina (che poteva anche darsi una rasatina, fra l’altro), non possiamo vedere anche un pene già che ci siamo? Tanto ormai…
Insomma, questa cosa mi ha dato immensamente fastidio. Non lo trovo equo, non lo trovo corretto nei confronti delle donne. Il film non parla di quello, ma inconsciamente e forse senza neanche volerlo insegna che il corpo della donna può essere mercificato, quello dell’uomo no. La donna non ha bisogno della privacy del proprio corpo, che non è importante, non importante come quella  del corpo maschile. La figura femminile non ha bisogno di essere coperta, può benissimo rimanere a nudo di fronte al mondo intero. Mentre quello degli uomini conserva ancora la sua privacy, e così il suo rispetto.
 
Non so cos’è diventato questo post. Un po’ si getta contro i blogger furbi e un po’ condanna il modo in cui viene ancora trattata la figura femminile. Un po’ difende e un po’ affonda “Cinquanta sfumature di grigio”, ma quello che volevo dire all’inizio in realtà è: questo è un film come un altro.
Siamo noi a renderlo un fenomeno, da soli lo innalziamo a molto più di quello che è e che vuole essere. Perché se togliamo il rumore che gli abbiamo creato attorno “Cinquanta sfumature di grigio” non è altro che un film d’amore. E per essere un film d’amore, non è neanche male.

2 commenti:

  1. Mentre leggevo la tua recensione, ho avuto un mini-flash! Sai cosa ho notato? Che nei pochi film in cui è comparso un nudo maschile (parte davanti, intendo), il personaggio era dopo un rendez-vous amoroso, spesso sotto la doccia.
    Non so se questo sia un caso, ma nota la differenza: la donna sempre e comunque senza veli, l'uomo solo dopo aver dato prova delle sue doti da stallone.
    Se non è sessismo questo ... :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ottima osservazione! In effetti non ci avevo mai fatto caso, però è una cosa da far presente ai registi, forse lo fanno inconsapevolmente xD

      Elimina

Ogni commento sarà bene accetto!
Grazie dell'attenzione e del tempo dedicatovi.