Negli ultimi tempi mi sto impegnando
molto a scrivere racconti più o meno lunghi (non dico romanzi per non tirarmi
la sfiga addosso, dato che ne ho uno in corso di cui scorgo a malapena la
metà), e in contemporanea mando avanti il blog. Le recensioni, che hanno sempre
fatto parte di questo spazio da quando il blog è nato, mi sembrano diverse da
un tempo.
Sicuramente dipenderà dal fatto che sono
passati gli anni e si cambia anche nei giudizi e nelle letture. Cambia anche il
modo di scrivere, e già solo lo scrivere dona una prospettiva differente su ciò
che leggiamo. Ma spesso mi domando in che modo avere una passione per la
scrittura influenza la lettura e le eventuali recensioni di un romanzo. È fuor
di dubbio che si ha un approccio più tecnico, si tende a porsi più domande
durante le lettura.
Innanzitutto però diciamo ci sono due tipi
di romanzi, e in primis in base a questo la mia lettura e la conseguente
recensione è influenzata. I romanzi che mi piacciono e quelli che non mi
piacciono.
Molto semplice.
Per i libri che mi piacciono fila sempre
tutto molto liscio. Vengo talmente presa che me ne frego dei dettagli tecnici,
di farmi mille domande sulla trama, di chiedermi come mai un personaggio
funziona così bene eccetera eccetera. Queste cose passano in secondo piano e,
quando mi ritrovo a recensire un libro che ho amato, spesso diventa un’ode in
suo onore, sbrodolante aggettivi superlativi, dall’aria solenne e nostalgica.
Con i libri che invece non mi piacciono
sono pignola oltre ogni dire. Riesco a trovare tutto ciò che mi infastidisce,
che si parli di trama, personaggi, tecnica, messaggio che recepisco, qualsiasi
cosa! I poveri libri in questione si trovano così dissezionati – vivisezionati, vista la crudeltà che
mostro nei loro confronti – fin nei minimi dettagli.
Quindi ecco, non lo avevo mai pensato in
maniera chiara, non me ne ero mai resa conto, ma scrivere questo post mi ha
fatta rendere conto di una cosa: non sono affatto oggettiva. Poco male. In
fondo non è il mio lavoro e, anzi, è proprio per dire la mia in libertà che ho
aperto il blog. Il politically correct non farà mai parte di questo spazio, che
invece serve proprio per dire ciò che penso, senza offendere certo, ma con una
serenità che un professionista non sempre può permettersi.
Chiariti questi punti, penso che sia
inevitabile per qualcuno che scrive avere un approccio più pragmatico ad un
romanzo. Ma è una cosa buona?
Se si trattasse solo di scrivere
recensioni sarebbe una cosa ottima. Un lettore/autore che analizza un libro può
avere una comprensione a mio parere più completa di un testo, e magari notare
sottigliezze che all’occhio di un lettore medio sfuggono. In questo modo
sicuramente la sua recensione potrà essere più ricca, interessante,
accattivante, o semplicemente fornire più pareri sul romanzo in questione.
Ma leggere non si tratta solo di
analizzare un testo, si tratta prima di tutto di un passaggio di emozioni. Conoscere
le tecniche per scrivere, maneggiarle con più o meno sapienza, possono
intaccare la lettura? Possono rovinare un poco quello scambio emotivo?
Dalla mia esperienza devo dire che, purtroppo,
sì. Faccio molta più fatica di prima ad amare incondizionatamente un romanzo.
Non so se dipenda dal fatto che ho maturato un gusto più ricercato, più… snob?, o proprio dal fatto che mi sto
impegnando molto di più nella scrittura, ma è così.
Mi viene da pensare che sia un piccolo
prezzo da pagare per portare avanti la mia passione per scrivere. Ma d’altronde
mi dico che il mondo è pieno di romanzi, e di certo non ficco il naso nelle
pagine con l’intento di rimanere delusa, perciò leggo con entusiasmo e
ottimismo in attesa di trovare il prossimo libro che mi conquisterà. Quindi è
un prezzo che posso pagare senza troppi patemi, soprattutto perché le sempre
più rare volte in cui trovo una storia che mi fa perdere la testa e non riesco
affatto a recensirlo in maniera oggettiva, sono le migliori.
Ecco la crudele verità, lettori di
questo blog: diffidate delle mie recensioni, quelle più sconclusionate,
disordinate e romantiche sono quelle dei libri più belli.
Una recensione è sempre e comunque un consiglio, più o meno tecnico, motivato, fatto se possibile con cognizione di causa, ma un consiglio. Ed è assolutamente normale riuscire in primo luogo a smontare cosa non ci è piaciuto. Per certi versi è molto più difficile imparare tecniche da ciò che ci è piaciuto, perché ci viene più difficile sezionarlo, dividerlo nelle sue parti, mentre di un romanzo che consideriamo mediocre ecco che capiamo subito che ci è piaciuto il personaggio A, ma non l'intreccio, o lo stile, ma non il ritmo.
RispondiEliminaGiusto, infatti è sempre difficile rispondere alla domanda "Perché ti è piaciuto questo libro?". E' quel qualcosa che non sappiamo definire che ci cattura e forse proprio perché non sappiamo dargli un nome ci affascina.
EliminaQuando qualcosa non mi piace poi a volte sono quasi incattivita! xD
In effetti non possiamo essere del tutto obiettivi con i romanzi che ci hanno conquistato. Siccome a me capita sempre meno, quando me ne trovo uno per le mani eccedo anch'io in lodi che possono sembrare iperboliche (come nel caso de "La vipera e il diavolo" di Frigoli.
RispondiEliminachiusa parentesi. ;-)
EliminaMeno male allora, non sono l'unica!
EliminaE' quasi come essere obiettiva sulle persone a cui vogliamo bene, magari riconosciamo dei difetti, ma in fondo chi se ne importa?!
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaMi rispecchio in toto! Davvero *_* quando un romanzo riesce a infiammarmi mi dimentico di tutto il resto, al contrario se non mi convince lo seziono senza pietà ;)
RispondiEliminaCon gli anni divento una lettrice sempre più difficile, del resto credo sia normale dato che maturando si affinano i gusti. Nel 2015 comunque sono stata fortunata dato che mi sono imbattuta in una sola ciofeca (mea culpa, me la sono cercata) e qualche romanzo mediocre, ma tutto sommato passabile. Va anche detto però che ho giocato "sicuro" rimanendo per lo più nella mia comfort zone. Ci sono intere sezioni delle libreria che ormai salto a piè pari.
Ahah, ti capisco! Ormai anche io quando entro il libreria scorro alcuni titoli con una smorfia stampata in viso, come se mi stessero offrendo un pessimo pasto!
EliminaPer fortuna comunque i bei libri continuano ad esserci, basta solo trovarli... e collezionarli tutti xD
Ma il bello è proprio questo: vedere come una persona di cui ti fidi ha giudicato un determinato libro. Io, in genere, scelgo le mie letture senza curarmi troppo delle recensioni, non riescono a conquistarmi, però mi diverte ogni tanto imbattermi in qualche giudizio negativo.
RispondiEliminaQuello del conflitto fra le due modalità di lettura, spassionata o attenta, è un argomento di cui voglio occuparmi da tempo: in genere preferisco godermi la lettura, ma hai ragione, se il libro non mi piace, al mio occhio sembra non sfuggire nulla.