Questo
è uno di quei famosi libri che mi attraggono dalla copertina, e in questo caso
anche dal titolo (un ragazzo quando l’ha visto credeva che stessi seriamente
leggendo un manuale di “cose da salvare in caso d’incendio”!). La quarta di
copertina, poi, è decisamente astuta, perché ti incuriosisce, e tutti questi
elementi hanno fatto sì che io lo desiderassi ardentemente.
Alla
prima pagina, dopo averlo comprato, ho scoperto che il titolo originale è
“Vaclav & Lena”…
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Fantasia, portami via |
A
parte questa piccola delusione questo romanzo ha i suoi lati negativi e
positivi, come quasi tutti gli altri
romanzi che ho letto, ma devo dire che, a dispetto di molte delle recensioni
che ho letto in giro, mi è piaciuto molto. Non posso negare che ci siano delle
cose che mi hanno lasciata un po’ perplessa, e altre che mi hanno infastidita,
ma sono cose davvero minime e lo considero un libro del tutto degno di stare
nel mio scaffale (che ultimamente si sta riempiendo ad una velocità allarmante,
forse dovrei darmi una regolata).
La
trama
Vaclav
e Lena sono due bambini che vivono a New York, entrambi emigranti russi. Vaclav
abita in una casa bifamiliare assieme a sua madre e suo padre, Lena in un
appartamento assieme alla zia, che si vocifera faccia la spogliarellista.
Vaclav vuole diventare un mago famoso da grande, come Harry Houdini, e Lena è
una bambina timida che ancora non parla bene l’inglese.
Un
giorno Lena è assente a scuola, e nessuno la vede per molti giorni, così la
madre di Vaclav decide di andare a vedere come sta la piccola. Sta via diverse
ore, e quando torna è molto turbata e non vuole raccontare a suo figlio che
cosa è successo. Lena e Vaclav non si vedranno più per molti anni.
Ora
Vaclav è cresciuto, ha diciassette anni, una fidanzata americana, e sta ancora
cercando di diventare un mago famoso (con risultati migliori di quando aveva
dici anni). Lena vive con la sua madre adottiva e, un giorno, decide di cercare
Vaclav per chiedergli aiuto per cercare i suoi genitori in Russia.
Quando
i due ragazzi si ritrovano, fra loro torna subito l’affetto che avevano da
bambini e s’innamorano. Un pomeriggio, soli a casa di Vaclav, i due stanno per
fare l’amore ma vengono scoperti dalla madre di lui, Rasia, e allora Lena
fugge, ricordando cos’è successo quel giorno di tanti anni prima quando è improvvisamente socmparsa dalla vita di Vaclav.
Il
ragazzo scopre che nella casa della zia di Lena c’era un uomo che molestava la
bambina, e quando poi va a trovare la donna per chiederle informazioni riguardo ai genitori di Lena scopre
che sua madre era una prostituta e tossicodipendente, e
che era morta in prigione. Vaclav va a trovare Lena e le racconta che i suoi
genitori erano due studenti universitari, rimasti uccisi durante le proteste
politiche.
Come
avrete forse notato, all’inizio della trama ero piuttosto presa; ho dovuto persino
regolare il mio apporto di poeticità, perché in fondo volevo solo descrivere la
trama senza fronzoli. Alla fine invece il tono si fa molto più pragmatico. Perché?
Be’,
principalmente perché la fine mi ha delusa. In generale la seconda parte del
racconto mi ha delusa molto, la parte nella quale i protagonisti sono
adolescenti, per intenderci.
Inoltre
credo che la fine sia stata scritta in modo decisamente affrettato.
Anche
se, effettivamente, la trama di questo libro è inesistente, ed è formato da
circa trecento pagine perché è tutto un gran descrivere e divagare, la parte
descrittiva/divagante è quella che mi è piaciuta di più. Quando invece gli
avvenimenti hanno iniziato a farsi più importanti e, in teoria, più
interessanti, il libro per me ha perso molto del suo fascino.
Ancora
non so spiegarmi il motivo di questo.
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Haley Tanner
Detto fra parentesi,
mi sembra una bellissima ragazza |
Lo
stile
Ho
amato moltissimo lo stile dell’autrice. In questo non posso fare nessuna
critica e anzi, è proprio grazie allo stile che il libro mi è piaciuto così tanto.
A
mio parere è stata bravissima a trasmettere quelle sensazioni particolari
tipiche dell’infanzia e dell’adolescenza, in cui tutti ci possiamo riconoscere.
Per
tutta la prima parte del libro
mi sembrava di viaggiare in un mondo diverso, dove tutte le cose reali e
negative premono attorno a noi attraverso una bolla; sappiamo che ci
sono, ma la nostra bolla ci protegge da loro con una patina sottilissima, tuttavia riusciamo ad
andare avanti lo stesso, aggrappandoci alle nostre speranze, ai nostri sogni,
ai desideri.
Una
cosa molto bella che l’autrice ha fatto, secondo me, è come ha sottolineato la
cultura russa sradicata dal proprio paese e trasportata in America. In effetti,
non tanto la cultura russa nello specifico ma l’idea di una famiglia che
prova a mantenere la propria cultura, le usanze e la propria identità in un paese totalmente diverso. Una cosa del genere si nota solo nella
vita di tutti i giorni, e sono stupita di come la Tanner ha reso bene l'idea. Credo
che mi sia piaciuto molto per via delle mie origini sudamericane, e devo
ammettere che mi sono riconosciuta in molti dei comportamenti di Vaclav, da
bambino, soprattutto quando corregge gli strafalcioni linguistici di sua madre
Rasia.
Per
di più il modo di parlare grammaticalmente scorretto di Rasia e Lena mi è
fantastico, anche se io detesto in genere quando – soprattutto nei
libri, perché è imperdonabile – trovi l’italiano
correggiuto. Questo è diverso però, è come sentir parlare qualcuno con l’accento
straniero, che è qualcosa che mi ha sempre affascinata.
I
personaggi
Per
la prima volta dopo “Il giardino segreto” (quindi sono passati parecchi mesi,
almeno due credo) non posso lamentarmi di personaggi bambini che si comportano
come adulti.
Lena
e Vaclav, da bambini, sono decisamente bambineschi. Oserei dire meravigliosamente bambineschi. I loro
pensieri riguardo al mondo degli adulti, i loro piani architettati al dettaglio
per fare uno spettacolo di magia, il modo in cui si rapportano fra loro e con gli
altri, sono molto naturali. Sono bambini veri, ma non per questo meno complessi
come personaggi, o stereotipati.
La
loro evoluzione da adolescenti poi è perfetta. A parte tutte le paure, i
complessi, le indecisioni tipiche dell’età (meglio conosciute come pippe mentali), che sono scontate e non
sono nulla per cui darei un particolare riconoscimento all’autrice, una cosa
che ho pensato subito è che, da dei bambini come Vaclav e Lena, era logico che
venissero fuori dei personaggi così, da ragazzi. Mi spiego meglio: il carattere
dei personaggi si è evoluto ed è cambiato da quando erano bambini, ma sono
sempre rimasti la stessa persona. Credo che sia molto facile snaturare un
personaggio in una storia che va avanti per anni, per di più in una storia come
questa, dove il salto dall’infanzia all’adolescenza non è graduale ma
improvviso. Si rischia, credo, di cambiare completamente il personaggio.
Cosa
mi è rimasto
Sono
una persona che, soprattutto per certi argomenti, si sciocca facilmente.
Infatti una delle cose che mi è rimasta più impressa del libro è la storia di
Lena.
Non
trattate, con me, argomenti delicati tipo bambini o animali maltrattati o
rischio avere strane e orribili reazioni facciali.
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Ecco un esmepio pratico.
Io, quando leggevo "Ingannevole è il cuore più di ogni cosa"
di J.T. Leroy |
Purtroppo
la scoperta del passato di Lena coincide con la fine brusca e troppo
affrettata, quindi devo ammettere che non sopporto quella parte di libro. Sì
insomma, lo trancerei a metà per quel che mi riguarda, ignorando bellamente la
seconda parte. Come fai a trattare un argomento così delicato in maniera così superficiale?!
Se
questo libro si fosse fermato un po’ prima, o al contrario si fosse dilungato
con più calma su certi passaggi, sarebbe uno dei miei preferiti in assoluto.
Conclusione: non
completamente bocciato, non completamente assolto.