venerdì 10 luglio 2015

Il vangelo secondo Gesù Cristo - José Saramago

Se siete molto credenti e siete sensibili all’argomento, se non vi piace che parlino della religione in maniera leggera o irriverente, allora non dovreste leggere questa recensione, né il libro di cui parla.
Potreste arrabbiarvi, cosa per la quale non c’è rimedio in quanto sia la recensione che il libro sono già stati pubblicati e gli autori non intendono ritrattare le loro parole. Uno di loro perché è morto anni fa, l’altro perché ha trovato “Il vangelo secondo Gesù Cristo” un libro formidabile.
 
La maggior parte di noi, da bambini, è andato a catechismo e ha frequentato l’oratorio e la chiesa, poi c’è chi ha proseguito lungo quella strada e chi, invece, se n’è discostato. Io sono fra questo secondo gruppo. Ho smesso di praticare penso più per scarso entusiasmo della famiglia e, di riflesso, anche mio, che non perché ci abbia riflettuto davvero. Nonostante questo leggo volentieri libri o saggi che hanno come argomento principale la religione Cristiana, mi affascina.
Tutto questo per dire che conosco ciò che di fondamentale c’è da sapere sulla vita di Cristo dal punto di vista religioso e, grazie allo studio della storia, della Chiesa Cattolica. Questo non ha fatto che aumentare il mio stupore, la curiosità e francamente anche il rispetto per José Saramago, autore di questo libro.
 
Basandosi sui vangeli apocrifi, che Saramago pensa essere quelli più vicini alla realtà, il romanzo racconta la vita di Gesù Cristo in modo più veritiero possibile, togliendo i fronzoli religiosi più in contrasto con l’epoca in cui Gesù ha vissuto e anche i più assurdi.
Ad esempio Maria non è vergine, così come non lo sarà Gesù dopo aver conosciuto la prostituta Maria di Magdala. Inoltre Maria avrà altri figli dopo Gesù, e non sarà molto presente né importante nella vita del primogenito, così com’era a quei tempi per ogni madre, poiché le donne godevano di ben poca considerazione sia dal punto di vista sociale che religioso.
Non mancano elementi soprannaturali quali i miracoli, che Saramago non nega né trasforma in sapienti trucchi che nulla hanno di divino. Gesù incontra sia il Diavolo che Dio, parla con entrambi e vive persino con Satana in persona per qualche anno. Riconosciamo molti degli elementi che i vangeli raccontano, come il fatto che Gesù rimase nel deserto quaranta giorni, che Erode tentò di ucciderlo quando era ancora neonato, e che la sua nascita venne annunciata a Maria dall’Arcangelo Gabriele.
Questo libro non è blasfemo, dissacratorio o chissà che altro, semplicemente per molti versi è realistico.
Dal punto di vista del vissuto di Cristo più umano è il più possibile fedele alla realtà e, a mio parere, dettagli come la verginità di Maria – che già è in discussione da parecchi anni e alcuni studiosi cattolici hanno persino negato – si potrebbero anche accettare. Il problema principale e il motivo per cui, immagino, il libro sia stato tanto criticato, è che Dio non è benevolo come amiamo immaginarlo e  come i sermoni dei preti ci hanno insegnato.
In effetti qui Dio è piuttosto avido perché invia Gesù sulla terra, ben sapendo come andrà a finire, solo per poter affermare sugli uomini la sua religione e avere più credenti. Svela a Gesù di sapere che moltissimi moriranno in nome suo, i primi perché credono in lui e dopo perché non credono in lui e vengono etichettati come infedeli. Sa dell’inquisizione, delle Guerre Sante, e di tutti coloro che soffriranno per lui, tuttavia porta a compimento il suo progetto servendosi di Gesù, il quale tenta fino all’ultimo di salvaguardare la razza umana perché non abbia a soffrire così tanto per Dio.
Inutile dire che il suo piano non funziona, perché Dio è Dio e lui sa tutto ciò che accadrà.
 
José Saramago
Penso che questa sia la risposta alle domande che ogni tanto ci facciamo. «Ma se Dio è così buono, come fa a permettere la fame nel mondo? O le malattie più brutte? O qualsiasi sfortuna che ci capita?»
Io me lo chiedevo e non ho mai trovato risposta. Questo romanzo non mi ha fornito una risposta, perché scommetto che quando era in vita José Saramago ne sapeva quanto me di Dio e della vita ultraterrena. Però mi ha fornito moltissimi spunti di riflessione che non è bene che esponga qui, altrimenti potrei scrivere per sempre.
Tornando al romanzo, la cosa più curiosa è lo stile. Non è adatto a chi è a digiuno di libri di un certo spessore. Già solo per lo stile è difficile da leggere, se poi ci aggiungiamo un argomento non proprio da evasione, siamo a posto.
Saramago non va quasi mai a capo. Usa frasi lunghe intervallate da moltissime virgole e anche i dialoghi sono costruiti in tal modo, senza punti esclamativi o interrogativi. Questo rende la lettura a volte un po’ complicata, tuttavia dopo qualche pagina ci si fa l’abitudine e si intuisce come sarà la frase che andiamo a leggere.
Uno stile che non avevo mai visto che, inizialmente, mi esasperava. Pian piano l’ho considerato un tratto distintivo dell’autore e mi piace pensare che al mondo ci sia solo lui che scrive in questo modo personalissimo.
 
Per concludere, in realtà non so davvero come concludere. Questa doveva essere un recensione ma, in realtà, vi descrive solamente il libro. Ho cancellato decine di frasi mentre la scrivevo perché in ogni momento divagavo dal tema centrale e, anche se a volte lo faccio e non mi dispiace, avevo deciso sin dal principio di limitarmi perché, con un tema tanto vasto, discutibile e pur tanto impenetrabile, rischiavo di impantanarmi nelle mie stesse parole o di scrivere un post lunghissimo che non sarebbe mai stato una recensione.
In effetti, come vi dicevo prima, non lo è. Per un semplice motivo. Non so che opinione dare di “Il vangelo secondo Gesù Cristo”. Non me ne sono fatta un’idea perché ha toccato in me corde troppo profonde per poterlo giudicare con almeno un minimo di distacco come faccio di solito. Argomenti troppo profondi diventano impossibili da commentare senza cadere nel banale o, peggio, senza dire scemenze dettate dal troppo arrovellarsi.
Solo una cosa vi posso dire, di leggere questo libro solo se ve la sentite. Se non siete troppo attaccati alla religione e se il credo Cristiano vi supporta e vi aiuta nella vita, perché come dicevo prima potrebbe farvi arrabbiare, oppure potrebbe distruggere ogni vostro concetto, ogni vostra sicurezza, gettarvi a terra e lì lasciarvi.

6 commenti:

  1. Questo libro ce l'ho in lista da millenni, anche se non so se è proprio quello con cui voglio approcciarmi a Saramago. Lo stile mi frena un po', tra l'altro. Ma prima o poi s'ha da leggere.

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    1. L'ho preso tramite uno scambio e avevo letto solo la quarta di copertina prima di prenderlo, quindi quando mi è arrivato ero all'oscuro di tutto. Penso che se avessi saputo dello stile così complesso avrei avuto molte più remore a leggerlo!

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  2. Mi sembra questa lettura ti abbia molto colpita e mi hai molto incuriosita.
    Di Saramago ho letto un solo libro ("Le intermittenze della morte") e mi ero ripromessa di leggere altro, anche se non l'ho ancora fatto. Sulla vita di Gesù invece ho letto "Il vangelo secondo Biff", il cui tono è molto più irriverente e sarcastico, ma anche lì ci sono spunti di riflessione. Penso che questo genere di libri non sia per tutti ma possa dare molto.
    Certo, anche lo stile di Saramago è spiazzante, bisogna essere in un certo stato d'animo per leggerlo :)

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    1. Infatti è così mi ha colpita molto, mentre lo leggevo continuavo a parlare di argomenti religiosi con tutti (ho scatenato dibattiti interessanti xD).
      Avevo sentito anche io "Il vangelo secondo Biff" ma, leggendo un altro libro dello stesso autore, ho visto che il suo stile non mi piace quindi ho preferito evitare.
      Se ti interessa il genere c'è un libro molto divertente ma anche piuttosto interessante, "A volte ritorno" di John Nieven. L'ho trovato leggero ma anche una critica ad alcuni meccanismi della società di oggi.

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  3. Sembrerebbe che Saramago non faccia che recuperare una certa letteratura che attinge ai Vangelia apocrifi che tu citi. Fra coloro che vi attinsero, anche il Dan Brown de Il Codice Da Vinci. Che dire? Mi affascina anche questa ipotesi, che mostra un Cristo decisamente più aderente alla vita umana comune.

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    1. Il Gesù di Saramago è decisamente più umano e meno divino, però credo che questo libro affronti la questione in maniera anche spirituale, come ad esempio non viene fatto nel romanzo di Dan Brown.

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