giovedì 23 luglio 2015

Non un post di formazione

Il romanzo di formazione viene definito un genere letterario che parla di come un personaggio evolve dall’età infantile all’età adulta. Non c’è uno schema ben preciso. La trasformazione può avvenire in parecchi mesi o qualche anno, in giorni, in attimi. C’è una sorta di schema per quanto riguarda la trama, che solitamente si basa su avvenimenti particolari che, molto spesso, nei romanzi di formazione sono piuttosto comuni. Solitamente infatti il protagonista si allontana dalla famiglia o dal luogo in cui è cresciuto e vive un’esperienza che lo forma lontano dal mondo che già conosce, quando torna alla famiglia o termina la sua esperienza è maturato.
Magari alcuni di voi sapevano già questa cosa ma, per essere certi di parlare chiaro, ho fatto questa piccola introduzione.
Non ho letto moltissimi di quelli che vengono categorizzati come romanzi di formazione, solo alcuni dei più famosi: “Un giorno questo dolore ti sarà utile”, “Il giovane Holden”, “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte” e un altro paio.
Alcuni mi sono piaciuti, altri meno, altri ancora per nulla.
 
Penso che sia difficile parlare dei cambiamenti che portano alla maturità, prima di tutto per un fatto di età. Chi parla di maturazione deve averla per forza già passata e deve, secondo me, essere un po’ distante da quell’evento, altrimenti non lo analizzerà e non ne scriverà sotto la giusta luce.
Questo porta dei pro e dei contro.
I pro sono quelli che ho appena detto: il distaccamento da certe esperienze formative permette di guardarle nella loro pienezza, con il famoso senno di poi con cui ci piace tanto rempir le fosse. I contro sono che ormai i drammi teatrali dell’adolescenza o dell’infanzia sono così estranei che renderli su carta diventa più difficile, perché si vedono minuscoli rispetto ai problemi dell’età adulta.
A questo punto è lecito domandarsi, come fanno gli autori a scrivere un buon romanzo di formazione? I pochi romanzi che mi sono piaciuti moltissimo hanno tutti un che di autobiografico e gli scrittori hanno vissuto qualcosa di simile al loro protagonista.
Sono giunta alla conclusione che per trasmettere la crescita emotiva la si debba aver vissuta in maniera particolare, non gradualmente come facciamo tutti di solito, passando quell’odiosa fase che è l’adolescenza che, per fortuna, dura qualche anno. Si deve aver avuto qualche esperienza particolare che ci ha fatti maturare molto in poco tempo. Esattamente come deve accadere ai personaggi di un romanzo di formazione.
Forse se la nostra maturazione non è stata così allora non riusciremmo mai a scrivere un romanzo di formazione, solo un romanzo che parla di adolescenza (cosa che comunque non agogno fare perché rende tutti i bambini più simpatici dei mostri sputasentenze, mentre gli adulti devono subire in silenzio perché “ehi, è l’età!”).
 
Credo che il perno centrale di romanzi di formazione sia uscire da un’ottica tipicamente giovanile per scoprire che non è tutto solo bianco o solo nero. Scoprire le sfumature è qualcosa che caratterizza la crescita, penso, perché più siamo giovani più è facile fare assolutismi e dividere tutto, dalle persone alla situazioni, in comparti stagni.
Detto tutto ciò non so dove volevo andare a parare, ho iniziato questo post solamente pensando a cosa sono i romanzi di formazione, quali ho letto, quali sono quelli che mi sono piaciuti e cosa li rende tanto particolari e osannati.
E ora vi rigiro tutte queste domande.
 
 
P.S. Il fatto di non essere arrivata a nessuna conclusione, comunque, dimostra che questo non è un “post di formazione”.

8 commenti:

  1. Il problema c'è: se si scrivesse un romanzo di formazione con l'atteggiamento proprio del bambino o ragazzo, quello che viene fuori piacerebbe al massimo ai suoi coetanei, e forse nemmeno a loro. In fondo si legge anche per fare un passo avanti, non solo per vedere fotografate le proprie difficoltà.

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    1. Questa è probabilmente una delle cose essenziali, si deve essere già passati per quella fase per poter scrivere di crescita in maniera veritiera, e anche un po' ironica magari. Più siamo giovani più pensiamo che i nostri problemi sono insormontabili, che solo noi li abbiamo passati!

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  2. Anni fa ho scritto un romanzo che posso definire "di formazione", perchè la protagonista affronta esattamente ciò che tu descrivi, l'allontanamento dalla famiglia d'origine, il viaggio, esperienze in cui ricerca se stessa. Fra quelli che ho letto penso che "Jane Eyre" e "David Copperfield" siano quelli più belli.
    Ti domandi come si faccia a scrivere un romanzo di questo tipo. Personalmente proprio averlo preferito come genere mi ha permesso di accostarmi a questo tipo di narrazione.

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    1. Non ci avevo mai pensato in realtà, forse perché ho sempre immaginato il romanzo di formazione poco gettonato.
      Penso che risulti facile avvicinarsi a scrivere un genere che si ama leggere, sia perché si ha più esperienza con esso che per una questione di gusti. Se ci piace e vogliamo scrivere un romanzo di formazione, immagino che ci voglia comunque più impegno che se ci avvicinassimo ad un romanzo di genere, non perché siano di qualità inferiore, ma perché credo che il romanzo di formazione tocchi corde differenti e profonde. Un romanzo così sappiamo che toccherà il nostro animo (o almeno vogliamo che sia così) fin dal principio, invece un romanzo di genere non è obbligato a farlo, e può essere solo una piacevole distrazione.

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  3. è vero che la definizione tradizionale di "romanzo di formazione" si riferisce a personaggi bambini o adolescenti, ma non sempre è così. In "Di fama e di sventura", per esempio, il protagonista è seguito dall'infanzia fin oltre ai quarant'anni. C'è un altro romanzo di cui non ricordo il titolo in cui un figlio di papà venticinquenne, dopo un grave incidente d'auto causato da alcool e droga, si trova a far volontariato in una comunità di recupero...
    Anche in questo caso, l'età esce dai confini, ma pur sempre di formazione si tratta.
    Ormai i canoni di genere non sono più così marcati, e questo consente all'autore di spaziare. Anche nel romanzo che sto scrivendo il protagonista inizia il proprio percorso evolutivo quando è già grandicello (vent'anni) e lo conclude a età adulta inoltrata, ma non credo che nel mio caso si possa parlare di un romanzo di formazione vero e proprio: lui è un outsider a tutti gli effetti! :-D
    P.S. Noto soltanto ora di essere nel tuo blog-roll: ti ringrazio moltissimo. :)

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    1. Penso che in quasi ogni romanzo avvenga un cambiamento e una sorta di evoluzione nel personaggio principale ma, basandosi su questo, potrebbero essere tutti considerati romanzi di formazione! Per questo, immagino, le "linee guida" dei romanzi di formazione riguardano anche l'età.
      Categorizzare i libri non è veramente necessario per il libro in sé, è un'esigenza che abbiamo per barcamenarci meglio nella quantità allucinante di libri che vengono ogni anno scritti. Se non esistessero i generi allora sarebbe impossibile trovare un libro da leggere, oggi!

      P.S. Ma certo che sei nel mio blogroll! Già da qualche tempo ormai :D

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  4. Tra i romanzi catalogati di formazione, mi ricordo "L'educazione sentimentale" di Flaubert letto molti anni fa. Però in effetti è una definizione un po' vaga, perché qualsiasi esperienza potrebbe costituire una formazione a qualche altra cosa, cioè un passaggio importante: persino per una persona anziana.

    Grazie per avermi inserita nel tuo blogroll! :-)

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    1. Infatti, ogni romanzo in un certo senso parla di una formazione perché i personaggi cambiano nel corso del romanzo a causa - o grazie - a un'esperienza che non si aspettavano di dover affrontare, che fa vedere loro le cose in una prospettiva differente.
      Probabilmente il romanzo di formazione si concentra del cambiamento inevitabile che si ha nell'adolescenza perché, altrimenti, tutti i romanzi sarebbero di formazione!

      Prego, adoro il tuo blog, così come tutti quelli che ho messo in quella lista ^^

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