Chi legge di quando in qua questo blog
forse avrà notato che a volte simpatizzo per i cattivi delle storie. Nei libri capita
spesso che il protagonista mi dia noia, e spezzo sempre una lancia in favore
dell’antagonista. Penso sia una questione di giustizia: tutti ce l’hanno con il
cattivo di turno, ma senza di lui l’eroe non avrebbe nessuno da combattere.
L’eroe riscuote successo di pubblico, è logico, sta dalla parte del Bene. Ma cosa
dovrebbe fare un povero cattivo che fa solo il suo mestiere? Io sono dalla
parte dei cattivi, che saranno sempre troppo bistrattati per i miei gusti.
Ci sono alcuni cattivi, poi, che mi
piacciono molto e, sebbene alla fine sia naturale tifare per la vittoria del
protagonista, quasi mi dispiace che il cattivo abbia fallito. Sono personaggi
con personalità, intelligenti, che hanno delle motivazioni molto più profonde
del classico “conquistare il mondo” di Mignolo con Prof.
Inolte, non dimentichiamolo, il cattivo
ha sempre l’opportunità di comportarsi male senza sfigurare. Da un cattivo ci
aspettiamo che rapini una banca, si faccia una collana di teschi di coniglietti
fuffosi, prenda in giro i
protagonisti con scherzi stupidi. Non ha una reputazione da proteggere, i
cattivi possono permettersi molto di più, come personaggi. Cose più divertenti.
Quindi ecco qui i cattivi di cui ho
letto e che mi sono piaciuti. Una sorta di Lega dei Cattivi delle mie letture.
I puristi
Questi sono coloro che sono cattivi
nell’animo, che fanno del male consapevolmente e sono felici di farlo. Ammetto
che le motivazioni di alcuni siano tutt’ora non chiarite, altre non pervenute,
altre semplicemente malate. Ma essere cattivo nell’animo ha questa piccola
difficoltà: vuoi essere cattivo e basta, sei nato così, e le motivazioni che ti
spingono sono a volte banali. Vallo a spiegare, ai lettori, che ti hanno
scritto così.
Il primo cattivo che chiamo in causa è la signorina Trinciabue, dal romanzo per
bambini “Matilda” di Rold Dhal. Quelli di Dahl sono forse i cattivi migliori,
liberi da ogni aspettativa perché quello che un bambino vuole da un cattivo, è
solo che sia cattivo. Non c’è bisogno di spiegare tanto il perché, non è quello
che interessa. E poi lo sanno tutti che le streghe odiano i bambini, che i
giganti li mangiano e che a volte anche fra gli adulti che conoscono si può
celare un cattivo coi fiocchi. È questo il caso della signorina Trinciabue, la
crudele preside della suola di Matilda, una ex campionessa di lancio del peso
che si è reinventata preside, per terrorizzare tutti gli allievi! Una parte di
me aveva il timore che potesse in ogni momento arrivare nella mia scuola per
fare l’insegnante. Di matematica, magari.
Un po’ più cattivo e molto più famoso è Tom Riddle, alias Voldemort. Scelta
scontata forse, ma era d’obbligo inserirlo, se non lo avessi fatto si sarebbe
risentito. Ho sempre trovato Voldemort un personaggio affascinante,
paradossalmente lo era di più nei primi libri, quelli dove non c’era
fisicamente ma la sua presenza aleggiava su tutta la storia. Questo è uno di
quei cattivi di cui vuoi conoscere il passato, che ti incuriosiscono, e che una
piccola parte di noi vorrebbe veder trionfare anche solo per sapere che cosa
avrebbe fatto dopo.
Ultimo dei puristi, un altro personaggio
femminile: Annie Wilkies, nata dalla
penna di Stephen King per il romanzo “Misery”. Questo è stato uno dei
pochissimi personaggi che mi abbia terrorizzata di notte. Sognavo infermiere
pazze che si avvicinavano furtive al mio letto con un’ascia stretta fra le
mani. La sensazione era un po’ di paura e un po’ di adrenalina, quel sentore
angoscioso che ci attanaglia quando è buio e la fantasia corre. Scrittori famosi
di tutto il mondo, guardatevi dai vostri fans numero 1.
Gli insospettabili
Questo nome è derivato più dal genere di
appartenenza di questo tipo di cattivo, ovvero i gialli. Non è un genere che
leggo molto, è vero, ma in quei pochi che ho letto vi ho trovato dei cattivi
stupendi, alcuni dei più interessanti. I cattivi dei gialli hanno un vantaggio,
rispetto agli altri, per essere fedeli al loro genere di appartenenza devono
essere scaltri, intelligenti, astuti, e guidati da un obiettivo così forte da portarli
persino all’omicidio. Se il libro è scritto bene saranno sempre quelli di cui
non avresti mai sospettato.
Il primo indiziato è il giudice Lawrence John Wargrave, che
Agata Christie inserisce fra i cadaveri ritrovati a Nigger Island in “Dieci
piccoli indiani”. Il libro di per sé non descrive moltissimo i suoi personaggi,
ma del giudice si può intuire tutto alla fine, o si possono solo fare ipotesi.
Un folle? Un uomo consimato dai sensi di colpa? Di sicuro un cattivo
infallibile, che nessuno avrebbe mai scoperto se non fosse stato per la sua
stessa confessione postuma.
Altro giallo, altro insospettabile. “Il
nome della rosa” di Umberto Eco presenta uno dei cattivi più innocui e al
contempo pericolosi, Jorge da Burgos. Monaco ed ex bibliotecario ormai vecchio e cieco, è disposto a uccidere e a morire per
conservare i segreti più oscuri della biblioteca del monastero, segreti che
potrebbero cambiare la vita stessa dei religiosi di ogni ordine. Il libro è
molto complesso e sfido chiunque a capire che il vero cattivo di tutta la
vicenda è proprio lui (non lo aveva capito nemmeno il protagonista, quindi mi
sa che noialtri abbiamo poche possibilità). Tuttavia è un personaggio che
colpisce, più che per la sua malvagità per la sua tenacia, per il sacrificio
che è disposto a compiere. Completamente folle, ma non per questo meno magnifico. Personaggi come lui se ne trovano pochi, nei libri.
Nella piccola lista che ho compilato per
scrivere questo post c’è ancora qualche cattivo che aspetta il suo turno, ma
aspetterà ancora un po’ altrimenti il post sarebbe lunghissimo!
E
poi non è sicuro mettere troppi cattivi tutti assieme, chissà che cosa
potrebbero combinare. Già il giudice Wargrave con a disposizione un’accoppiata
come Annie Wilkies e la signorina Trinciabue è pericolosissimo.
Qualche altro cattivo da suggerire?
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