giovedì 8 novembre 2012

Le dodici domande - Vikas Swarup

   Data la scarsa affluenza di libri che in questo periodo mi assale ho deciso di prenderne uno a caso della mia libreria e rileggerlo con calma. I miei occhi sono capitati su “Le dodici domande”, di Vikas Swarup, “Q&A” il titolo originale, ma forse è più conosciuto grazie all’adattamento cinematografico del 2009 con regista Danny Boyle, “The Millionaire” (in inglese “Slumdog millionaire”, ossia Milionario delle baraccopoli).
   Avendo già letto il libro un paio di anni fa, avendo già visto il film al più tardi l’anno scorso, mi sono detta che la mia rilettura sarebbe durata un paio di capitoli, il tempo di un viaggio in treno o due.
   Mi sbagliavo…
 
Trama
   Ram Mohammad Thomas vince il quiz VUUM, Vuoi vincere un miliardo?, condotto dal presentatore Prem Kumar, vincendo un miliardo di rupie! Ma siccome un semplice cameriere della baraccopoli di Mumbai non può sapere le risposte senza barare, Thomas viene incolpato di aver imbrogliato. Viene arrestato e torturato inducendolo a confessare, ma una donna misteriosa corre in suo aiuto dicendo di essere il suo avvocato.
   In una notte in cui verrà raccontata solo e soltanto la verità, Thomas spiega a Smita come ha potuto rispondere alle domande, percorrendo gli episodi della sua vita che hanno risposto a queste domande per lui.
   Alla fine scopriamo che Thomas ha partecipato al quiz solo per vendicare la sua fidanzata Nita, una prostituta che è stata maltrattata da un cliente, e Neelima Kumari, un’attrice per la quale ha lavorato come cameriere, il cui amante violento la spinse al suicidio. Questo personaggio non è altri che Prem Kumar, il conduttore televisivo, ma invece di ucciderlo vendicando le due donne, Thomas lo risparmia e invece di commettere l’omicidio per cui aveva deciso di partecipare al quiz, vince un miliardo di rupie.
 
Vikas Swarup
 
Lo stile
   Il libro racconta le vicende senza seguire l’ordine cronologico, ma seguendo quello delle domande del quiz. Così facendo tiene alta la soglia di attenzione e può permettersi di fare allusioni a ciò che è accaduto in passato, ma che il lettore ancora non sa perché nel libro accadrà più avanti.
   Allo stesso tempo, tuttavia, esiste uno schema preciso che Swarup segue per ogni capitolo: prima narra la vicenda del passato di Thomas, poi torna al presente assieme a Thomas e Smita, infine vediamo l’immediato passato di Thomas in cui lui sta partecipando al quiz, e risponde correttamente alla domanda.
   Questa è una delle cose più interessanti di ogni capitolo. Forse all’inizio cerchiamo di immaginare quale potrà essere la domanda che Prem Kumar rivolgerà a Thomas, ma inevitabilmente ci si perde nella trama del racconto. Quando, infine, la domanda viene posta, ci si ricorda di quel piccolo particolare che avevamo forse ignorato, o che avevamo tralasciato per concentrarci sulla vicenda.
   In realtà il saltare da una parte all’altra mi ha un po’ confuso le idee: non saprei in che ordine collocare i capitoli se dovessi seguire la vicenda cronologicamente. Tuttavia non posso negare che sia un'ottima tecnica di narrazione.
 
I personaggi
   Il protagonista, Ram Mohamad Thomas, è uno dei più imprevedibili che abbia mai incontrato. Sembra – e a tutti gli effetti è – un bravo ragazzo, ma proprio quando credi di averlo capito, di aver classificato il suo personaggio sotto il nome di “Perfetto protagonista”, lui ti stupisce dimostrando un eccesso di rabbia, di curiosità, di orgoglio, che non ti saresti aspettato da un personaggio che dimostra, per la maggior parte delle volte, furbizia, carità e gentilezza. Non si contraddice, perché tutti i suoi eccessi sono giustificati dalle situazioni in cui si trova, semplicemente si dimostra umano.
   Due dei migliori amici di Thomas sono Salim e Shankar, ed entrambi i personaggi mi sono piaciuti molto. Salim per i suoi sogni di diventare un divo di Bollywood, e Shankar per la sua storia triste che mi ha commossa.
   Le due donne, invece, che dominano la storia, sono Nita e Neelima Kumari. In un certo senso Nita è un personaggio classico: la bella ragazza costretta a fare la prostituta, che viene poi liberata dall’uomo che si è innamorato di lei.(l'intera storia d'amore è tratteggiata a tinte molto idealistiche). Neelima Kumari, invece, per me è la più interessante. “La più interessante” non significa “la mia preferita”, infatti una parte di me detesta Neelima Kumari. È la rappresentazione peggiore del mondo dei personaggi famosi. Tuttavia rimane il personaggio femminile più intrigante.
 
 
Il film
   Mi era venuta voglia di vedere il film, una volta finito il libro, così l’ho guardato e, ancora una volta, mi sono convinta che è uno dei migliori che abbiano mai fatto. Le differenze con il libro, certo, sono enormi, ma in questo caso sono veramente azzeccate.
   Una delle frasi fatte che odio di più è «Ma il libro è sempre più bello del film», perché è una sporca bugia! Una delle cose che la gente fatica a capire è che la pellicola e la carta sono due cose estremamente diverse. Forse se facessero un film in tutto e per tutto uguale al suo corrispondente cartaceo ne verrebbe fuori una cosa orribile, oppure qualcosa di lunghissimo e strappapalle (gergo tecnico), nonostante la base sia un ottimo libro, emozionante e coinvolgente. Il fatto è che il modo di percepire un libro è completamente diverso da quello che abbiamo di percepire un film, a tal punto che le due cose difficilmente si possono paragonare, di conseguenza difficilmente possiamo pretendere che un film assomigli troppo al libro dal quale è tratto. Inoltre, chiamatemi cinica, ma credo fermamente che quando viene prodotto un film si pensi a renderlo appetibile alla più grande porzione di pubblico disponibile, cosa che con un libro si fa in dimensioni molto più ridotte, per cui si ha anche più spazio per le decisioni anticonvenzionali, quelle che paiono strane e magari non apprezzate dal grande pubblico.
 
Dev Patel e Freida Pinto in una scena del film
 
   Una cosa importante ho da dire, però, sul film “The Millionaire”.
   Il doppiaggio italiano è, a ragione, uno dei migliori, se osserviamo unicamente il punto di vista tecnico; a parte il fatto che qui un po’ di geniale doppiatura è andata dimenticata per strada, perché pare che certe frasi le stia doppiando la mia cuginetta minore, ma vorrei sottolineare una mancanza del doppiaggio italiano.
   Se guardiamo un film in italiano e poi in lingua originale, possiamo notare alcune differenze in diverse frasi. In alcuni casi non sono importanti, cambiano solo leggermente il senso della frase, ma nulla di grave, invece in altri casi stravolgono completamente il film. The Millionaire è un esempio lampante di questo secondo caso.
 
   Nella scena in cui la madre di bambini viene uccisa durante una sommossa popolare, in cui un gruppo di uomini irrompe nelle baracche e uccide senza fare distinzioni uomini, donne e bambini, una voce disperata urla «Aiuto! Sono musulmani!» Questo ci fa pensare che i musulmani vadano in giro di frequente a uccidere le persone, e che la cosa sia talmente importante nella nostra società, da doverla addirittura inserire in un film. La traduzione esatta, quello che viene veramente detto nel film, è «Sono musulmani! Prendeteli!» Quindi capiamo che è il contrario: sono i musulmani ad essere attaccati, dagli induisti.
 
Può essere una reazione comune
 
   La cosa non ha granché influenza sulla trama, è vero, ma mi dà fastidio il fatto che il doppiaggio abbia deliberatamente cambiato la frase per metterne una più politicamente comoda per l’epoca.
 
Infine
   Consiglio dunque a tutti di leggere il libro, o di vedere il film, perché sono entrambi molto belli ed emozionanti. Uno non esclude l’altro, per cui dipende da cos’avete voglia di fare, accoccolarvi sulla poltrona con una tazza di tè caldo a leggere un bel libro, o accoccolarvi sul divano con una manciata di pop corn a guardare un bel film?

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