giovedì 18 dicembre 2014

Tu sì che sei cool!

  Viviamo in un’era particolare. Piena di cambiamenti che si sviluppano in fretta, in gran numero, e che coinvolgono una buona parte di popolazione mondiale. Credo fermamente che in futuro, quando scopriremo culture aliene, viaggeremo nell’iperspazio e la moda sarà indossare pacchiane tute di latex, si guarderà a questi anni come all’inizio di una nuova epoca. Forse mi piace solo pensarlo, perché mi piace pensare di vivere un momento della storia che verrà ricordato anche in futuro.
   Nessuno può comunque negare che ci troviamo in un mondo nel quale comunicare è facile, veloce e alla portata di tutti. Su internet nasce una moda e, dato che è così facile diffonderla, contagia in fretta tutti quanti. La stessa identica cosa accade anche con i libri.
   Il passaparola è moltiplicato per diecimila e, se un libro viene giudicato bello, in poco tempo tutti lo avranno letto. Un libro che fa successo è un libro che vende e, nel giro di qualche mese, le librerie saranno invase da libri dello stesso stampo.
   Ecco. Questa è una cosa che detesto.
 
Romanzi distopici.
Romanzi distopici ovunque.
   Era iniziata con “Twilight”. Dopo che il libro era diventato famoso all over the world, cominciarono a spuntare un po’ come funghetti libri sui vampiri. Poi è successo con “Cinquanta sfumature di grigio”, e ancora oggi possiamo vedere l’ultimo strascico delle tragiche conseguenze quando entriamo in una libreria (miriadi di romanzi dai titoli improbabili e le copertine ormai scontate). Ora siamo in piena onda “Hunger Games”.
   Evidentemente le case editrici desiderano fare incetta di vendite prima che si plachi il tormentone, della serie «cavalchiamo l’onda!». È una cosa che comprendo. Una casa editrice – soprattutto i grandi gruppi – sono nient’altro che un’azienda. Quel che non capisco sono i lettori. Bene o male i ‘romanzi fotocopia’ non sono nient’altro che questo: copie di romanzi che hanno avuto successo e che, con piccoli ritocchi, ricalcano il contenuto, i personaggi e la finalità di questi romanzi. La mia domanda è: perché c’è gente che si ostina a comprarli?
   L’unica risposta che riesco a darmi è che, semplicemente, siano l’ennesima moda. L’idea di un YA distopico ci è piaciuta così tanto che «toh, guarda, eccone un altro. Lo compro!» Poi diventa un po’ come quando, per abitudine, si cominciano a fare le stesse strade, a prendere gli stessi prodotti al supermercato e ordinare le stesse pietanze al ristorante.
 
Bella Swan ad Anna Karenina
   Attenzione, non voglio dire che tutti i romanzi erotici dopo “Cinquanta sfumature di grigio” saranno uguali identici, né che lo siano tutti quelli pubblicati fin ora. Sono certa – spero – che non è così. Dico solo che molti lo sono.
   Stesso discorso vale per tutti gli altri romanzi citati e non.
   Che dite? Siete d’accordo con me? Sono cool?

4 commenti:

  1. anche per me è un mistero...già non capisco chi legge le 50 sfumature, figuriamoci chi acquista anche le brutte (o belle) copie o.O

    RispondiElimina
    Risposte
    1. De gustibus, penso sempre. Ma da apprezzare le 50 sfumature a comprare tutti i libri uguali che escono nei mesi successivi... mah!

      Elimina
  2. Ciao! Secondo me il discorso è davvero complesso.
    Sicuramente si verifica il fenomeno della moda letteraria e davanti a ogni successo (giustificato da contenuti e forma o meno) le case editrici e non solo tendono a proporre qualsiasi cosa possa replicare.
    Comprensibile, ma il lettore?, dici tu. Il lettore legge quel che gli viene proposto. Mi spiego: non siamo certo tutte pecore, ma il martellamento produce i suoi effetti anche in libreria. Io leggo ciò che mi ispira, per esempio. Dubito di essere l'unica.
    Non mi curo del genere. Se mi ispira un distopico, non mi interessa che sia di moda o inflazionato; lo leggo. Capita di trovarmi tra le mani una copia di Hunger Games, ma altre volte si tratta di belle rivelazioni anche per titoli presentati proprio come successi alla stregua di Hunger Games e quindi di presunte copie.
    Le copie, però, ci sono e i lettori dovrebbero avere quella capacità critica (molto più cool) che consentirebbe loro di rendersene conto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In effetti immagino che anche nel campo dei libri, come in molti altri prodotti, il "martellamento" dia i suoi frutti e sia quello, alla fin fine, a convincere che compra.
      Be', che possiamo dire? Speriamo che i lettori di tutto il mondo si curino meno di ciò che va di moda e più di quello che li ispira :)

      Elimina

Ogni commento sarà bene accetto!
Grazie dell'attenzione e del tempo dedicatovi.