Light sorrise. “Non c’è bisogno di tutta questa
formalità. Chiamami pure per nome. Piuttosto, vorrei sapere dove si trova
Georgie Jonsson. Il nostro patto diceva che doveva essere qui.”
“In questo momento ci aspetta in macchina.”
Mello fece un impercettibile movimento con la mano, tendendo i muscoli e
stringendo il pugno destro.
Light alzò le sopracciglia, sorpreso. “Davvero?
Non è sano e nemmeno responsabile lasciare un bambino in una macchina da solo
per lungo tempo.”
“Veramente non credevamo di metterci molto”,
disse Noodle a denti stretti. Non lo dava a vedere, ma fremeva di paura e di
rabbia. Se per caso qualche intuizione del detective non fosse stata corretta,
allora avrebbe significato la loro morte. Erano stranamente lucidi, pur
sapendolo. Ma Mello, Matt e Near si fidavano ciecamente del detective, e tutti
e tre lo avevano dimostrato largamente, qualcuno più di qualcun altro. Noodle
sperò con tutte le sue forze che L avesse ragione, per poter finalmente
vendicare suo padre.
Light sorrise, abbassando
lo sguardo. “Infatti”, disse guardando il suo orologio da polso. “Non ci
metterete molto, morirete tutti fra sedici minuti esatti.”
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