In questi ultimi tre mesi ho letto più
libri di Stephen King che in tutta la mia vita di lettrice, più di quanti
sospettassi mai di leggerne e più di quanti la mia libreria ne possa contenere.
Dopo aver letto “Shining” e “Misery” e
aver visto i rispettivi film, ho fatto un voto. Il voto di non guardare più
film tratti dai libri di Stepehn King.
Questo perché, indubbiamente, il libro è
sempre più bello del film, ma per qualche motivo tutti i libri di Stephen King
diventano estremamente noiosi, quando proiettati. Non me ne vogliate fan di
Kubrick, ma Shining-film non mi è piaciuto affatto, e nemmeno Misery-film (con
tutto che io adoro Kathy Bates!). In passato ho visto IT, ma l’unica cosa
davvero spaventosa e veramente perfetta di quel film era l’interpretazione di
Tim Curry, il resto era solo pessima recitazione e un ragno-peluche gigante.
A parte questo, mi sono messa a pensare
a come mai i libri sono sempre più belli dei film. Onestamente, è una cosa che non
riesco a spiegare, perché a pensarci razionalmente il film dovrebbe essere più
emozionante. Le pagine che ti hanno procurato allegria, tristezza, ansia,
paura, tramutate in immagini.
Io non sono una di quelle persone che
vanno al cinema e commentano: «Nel libro però non era così!» Capisco che ci
siano certe esigenze in un film e credo fermamente che, se fatto bene, un film
possa essere bello quanto il libro. In certi casi, addirittura di più.
Ho pensato a dei film che mi sono
piaciuti più dei libri da cui sono stati tratti, ed ecco a voi il risultato di
tanto spremere le meningi.
Ahimè, in realtà non sono molti, e non
ho dovuto spremere le meningi così tanto perché avevo in testa chiaramente i
film che mi sono piaciuti più o quanto i libri.
Un
ponte per Terabithia, di Katherine Paterson
Al terzo posto c’è “Un ponte per
Teabithia” perché sia il libro che il film erano bellissimi.
Questo è l’unico film per il quale anche
gli uomini possono versare una lacrimuccia. Io mi sciolgo sempre di fronte ai
film tristi, piango senza ritegno, ma gli uomini della mia famiglia non
piangono mai! In parte perché, come molti uomini immagino, tendono a non
lasciarsi andare a sentimentalismi per cose come i film, ma soprattutto perché
guardano solo film d’azione.
Quando uscì al cinema “Un ponte per
Terabithia” io e i miei genitori andammo a vederlo, convinti che si trattasse
di un film fantasy del tipo “Narnia”. Restammo in un primo momento sorpresi, ma
poi la storia iniziò a piacerci e, alla fine, mentre mi asciugavo le lacrimucce
agli angoli degli occhi, gettai un’occhiata a mio padre, e vidi che stava
facendo lo stesso!
Poco fa riguardavo il film a casa e il
mio fidanzato fece la sua apparizione e si appollaiò al mio fianco, sul divano.
Lui è uno di quelli che soffre solo alla vista di bambini malati e animali
maltrattati. Alla fine del film era disperato e pretendeva di sapere chi era
l’autrice del libro per andare da lei e punirla con una macchina di tortura per
quel che aveva fatto.
Insomma, “Un ponte per Terabithia” non
solo ha il potere di far sciogliere in lacrime anche il più brutto e cattivo
degli esseri umani, ma è anche un bel film. Scorrevole, originale quanto basta,
con una morale (non ne fanno più molti, di film con una morale) e un finale che
non ti aspetti.
Holes,
di Louis Sachar
Ho visto questo film un milione di
volte, e ho letto il libro solo una volta. Questo è già indicativo, immagino.
Chi di voi non ha visto Shia LaBeouf
agli esordi è pregato di guardare il film, che è (rullo di tamburi!) più bello del libro. Forse perché il libro era
pensato per un pubblico di bambini, forse dai dieci anni in su o giù di lì,
invece il film è piacevole per tutti, o per lo meno così mi sembra. Ovvio che
sia un film per ragazzi, ma credo che anche agli adulti piaccia senza
particolari riserve.
Mi sembra di ricordare che nel film la
parte ambientata nel passato fosse presa molto più in considerazione. Inoltre
nel libro seguivamo solo le vicende di Stanley, quindi non sapevamo che cosa
succedeva nel frattempo alla sua famiglia, nel film invece sì, e questo lo
rendeva molto più interessante.
Di quel film mi piacciono i piccoli
dettagli. Ad esempio la sfiga smette di accanirsi sugli Yelnats nel momento
esatto in cui la profezia della trisavola di Zero si avvera. Mi piace che il
segreto anti puzza dei piedi sia un miscuglio di pesche e cipolle, che riunisce
i Kate e Sam del passato. Così come il tesoro di Stanley Yelnats II, che viene
ritrovato e dichiarato di Stanley solo perché la famiglia continua a usare il
nome del trisavolo. Insomma, ci sono tante piccole cose che mi piacciono, che
nel libro vengono date semplicemente per scontate ma che nel film risaltano.
Hunger
Games, di Suzanne Collins
Ho recensito sia il primo che il secondo
libro, per cui non mi dilungherò più di tanto.
Vi basti sapere che per il mio
compleanno mi è stato regalato “Il canto della rivolta”, che ancora non ho
letto. La verità è che lo sto lasciando per dopo, perché prima voglio vedere il
film.
E con questo ho detto tutto.
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