lunedì 5 dicembre 2016

I sopravvissuti


La gif dice tutto.
Sì, sono viva. Senza tediarvi troppo, vi dico solo che ho impegnato il 99% delle mie energie prima per cercare casa, poi per compare la prescelta e in seguito per ristrutturarla. Ora che siamo in dirittura d’arrivo sento finalmente di stare tornando in una dimensione di normalità.
Riprendo quindi il blog!, che, devo ammettere, mi è mancato parecchio. Riprendo i commenti ai blog che seguo, che ho continuato a leggere con interesse ma saltuariamente e sempre fra un minuto di tempo e l’altro, per cui non ho mai avuto davvero tempo di lasciare un commento agli articoli.
In questo periodo mi sono concentrata su altre priorità, lasciando il resto in standby. Ho fatto come quegli animali che regolano l’afflusso di sangue solo agli organi vitali per sopravvivere in casi estremi. Ho rallentato l’afflusso di tutto ciò che non era essenziale e ho diminuito persino le letture (ora capite come la situazione era spossante!).
La maggior parte dei libri che leggevo finivano per stancarmi presto e li ho lasciati perdere senza troppi rimorsi. Pochissimi hanno resistito, e di questi ancora meno sono quelli che ricordo con piacere. A loro va dedicato in premio questo post, dato che sono scampati al libricidio.
Quindi ecco a voi, con tutti gli onori, i sopravvissuti.

Jonathan Stange e Mr. Norell, di Susanna Clarke
All'inizio dell'Ottocento, della magia inglese rimangono quasi solo leggende come quella di Re Corvo, il grande mago capace di fondere la sapienza delle fate con la ragione umana. Ma dalle regioni del Nord un tempo visitate da elfi e folletti appare il signor Norrell, capace di far parlare le statue della cattedrale di York: la notizia sembra segnare il ritorno della magia in Inghilterra, e Norrell si trasferisce a Londra per offrire i suoi servizi magici al governo, impegnato nella guerra contro Napoleone. Ma una profezia parla di due maghi che faranno rinascere la magia inglese. Uno dei due maghi è Norrell. E l'altro chi è?

Con tutto il rispetto per chi scrive le quarte di copertina, ma questa è davvero pessima.
Non rende affatto giustizia al libro, allo stile, al linguaggio, alla trama, proprio a niente! Ho letto questo romanzo dopo averne letto la recensione sul blog “La Leggivendola”, che adoro e seguo da anni. Mi fido ciecamente delle sue recensioni e, sebbene a volte i miei gusti vadano altrove, quando trovo qualche libro che mi sembra interessante e che lei ha recensito bene la curiosità aumenta e la voglia di leggero è irresistibile.
Infatti l’ho letto.
Che dire di “Jonathan Strange e Mr. Norell”? Il commento a caldo che avevo da fare, non molto approfondito né ricercato, a chi mi chiedeva come andava la mia lettura in quel periodo, era: «È come se Jane Austen avesse deciso di lasciar perdere i matrimoni degli ereditieri e si fosse dedicata al fantasy». Ed è proprio così, per diversi motivi.
Il linguaggio della Clarke è minuzioso, elaborato, e ci riporta in un’epoca che solo i romanzi ottocenteschi sanno ormai evocare. Trovo questo particolare interessante perché l’autrice poteva benissimo adattare i toni ad una più moderna scrittura, invece ha deciso di rimanere fedele all’epoca in cui si svolge la vicenda. Mi rendo conto che non sempre si può fare (un romanzo in latino ambientato nell’epoca d’oro dell’impero romano non è il massimo, ebbene sì), ma quando se ne ha la possibilità questo dettaglio aumenta la magia del romanzo. Mi è capitato di leggere romanzi storici ma nessuno utilizzava un linguaggio così fedele all’epoca trattata. Penso che una scelta come questa sia da lodare perché non è affatto facile scrivere in un linguaggio così lontano da noi per un libro che oltre ad essere lungo tratta anche temi piuttosto estranei all’epoca.
La trama è complessa e prosegue senza fretta, proprio come nelle epopee familiari di fine ottocento. Conosciamo a fondo i personaggi, la loro vita e coloro che gli si muovono attorno. Di ognuno leggiamo le disavventure e, alla fine, anche quelli che consideravamo semplici comparse hanno modo di avere un ruolo decisivo. Nessuno è lì per caso, nessuna pagina è scritta a vuoto.
La storia si chiude con una drammaticità inaspettata. Non ci sono vincitori né vinti, non esiste nessuno che ne esca completamente pulito. L’ho trovato un romanzo massiccio, che si scopre essere alla fine molto più di quello che appare. Non è solo un fantasy, non è solo un’avventura, né una prova di stile eccellente, è una storia complessa capace di incantare il lettore. Personalmente mi ha trasmesso l’idea dell’esistenza di forze a noi incomprensibili, cose “più grandi di noi” con le quali abbiamo a che fare e di cui scorgiamo un barlume di quando in qua, ma che non potremo mai capire del tutto.

La breve favolosa vita di Oscar Wao, di Junot Dìaz
“La breve e favolosa vita di Oscar Wao”: già dal titolo si capisce che il romanzo non avrà un lieto fine classico. Ma non importa. Perché la vita di Oscar - ribattezzato Wao da un amico dominicano che storpia il nome di Wilde – è davvero favolosa. Da favola. Da favola letteraria, magica e realistica al tempo stesso. Nasce e cresce nel New Jersey, il grasso, poco attraente, intelligente e parecchio eccitato Oscar. Sua madre Belicia è una ex reginetta di bellezza scappata da Santo Domingo perché perseguitata dal clan del dittatore Trujillo, la sorella, Lola, è una ragazza dolce, assennata e insieme spericolata come tutte le dominicane di Diaz. L'intero albero genealogico di Oscar, come quello di altre migliaia di dominicani, è composto da figure torturate, espropriate, martirizzate.

Altro libro, altro blog. Mi deve perdonare l’autrice se non ricordo esattamente quale, di tutti quelli che leggo, sia quello che mi ha regalato questa perla. (Se sai di essere tu, fatti avanti.)
Ciò che più mi piace della letteratura sudamericana è il cosiddetto ‘realismo magico’. Se avete letto un romanzo qualsiasi di Isabel Allende o Gabriel Garcia Marquez sapete a cosa mi riferisco. Spiegarlo mi risulta complicato. In questi libri accadono fatti inspiegabili, appunto magici, che tutti accettano senza farsi patemi e andando avanti con la vita, pensando che in fondo ci sono cose peggiori da sopportare, un po’ come i familiari di Banjamin Button non si sono mai fatti un problema del loro pargolo vecchio e brutto. Junot Dìaz ha smorzato questi toni, ha reso tutto un po’ più moderno, più reale e meno magico, tuttavia il romanzo è come circondato da un alone di romanticismo, come se stessimo leggendo una fiaba.
I personaggi sono estremamente umani, adorabili nella forza che tirano fuori tutti i giorni per andare avanti e commoventi nei madornali errori che compiono. Ho amato tutti i personaggi di questo romanzo, dal migliore amico di Oscar, il tipico sciupafemmine dominicano, alla svampita e bellissima Belicia che, da giovane, faceva girare la testa a tutti gli uomini del paese ma era innamorata dell’unico sbagliato. Il protagonista, Oscar, rimane solo una parte di questo folle e ricco affresco ma la cosa non mi infastidiva. Mentre leggevo pensavo che avrei voluto conoscere uno come lui, un ragazzo impacciato e romantico, e che gli sarei stata amica. Poi mi sono resa conto che proprio quella era la sua condanna. Il povero Oscar veniva sempre friendzonato, un po’ per colpa sua, un po’ per malignità della ragazza che era oggetto del suo interesse spesso.
Ma vi dico una cosa (concedetemi lo spoiler o saltate questa riga, se volete leggere il libro). Alla fine della sua vita avrà conosciuto l’amore.

Wonder, di R. J. Palacio
È la storia di Auggie, nato con una tremenda deformazione facciale, che, dopo anni passati protetto dalla sua famiglia per la prima volta affronta il mondo della scuola. Come sarà accettato dai compagni? Dagli insegnanti? Chi si siederà di fianco a lui nella mensa? Chi lo guarderà dritto negli occhi? E chi lo scruterà di nascosto facendo battute? Chi farà di tutto per non essere seduto vicino a lui? Chi sarà suo amico? Un protagonista sfortunato ma tenace, una famiglia meravigliosa, degli amici veri aiuteranno August durante l'anno scolastico che finirà in modo trionfante per lui. Il racconto di un bambino che trova il suo ruolo nel mondo. Il libro è diviso in otto parti, ciascuna raccontata da un personaggio e introdotta da una canzone (o da una citazione) che gli fa da sfondo e da colonna sonora, creando una polifonia di suoni, sentimenti ed emozioni.

Questo è un libro per bambini. Ogni tanto mi capita di leggerli e spesso li trovo carini, anche se effettivamente adatti ad una certa fascia di età. “Wonder” invece è un libro per tutti, forse più per gli adulti che per i bambini.
Ho trovato interessantissimo pensare a come reagisco io di fronte ad una persona con problemi fisici che la rendono poco attraente. Personalmente se noto qualcuno con una deformazione cerco di mantenere gli occhi puntati altrove, non perché mi causi fastidio ma perché penso che potrei metterla a disagio, fissandola. Forse il mio atteggiamento viene confuso con qualcosa di orribile come il disgusto, e questo libro mi ha fatto riflettere molto su cosa potremmo fare per rendere meno pesante a queste persone il semplice gesto che noi diamo per scontato di uscire di casa. Inoltre mi ha fatto riflettere perché sempre più spesso, oggi, si sentono notizie di persone con handicap fisici o mentali che vengono maltrattate dai cosiddetti ‘normodotati’ (che tanto normo poi non sono, a mio parere, se trovano divertimento nell’umiliare una persona malata).
Consiglio questo libro a tutti. Rimane una narrazione per bambini e rende alcune questioni complesse molto più semplici di quanto in realtà non siano, le spoglia delle complicazioni di cui le rivestono gli adulti per esaminarle all’osso e renderle comprensibili anche ai più piccoli. Tuttavia non è un male perché ci mette di fronte ai fatti nudi e crudi e ci costringe a rispondere a delle domande semplici, senza via di scampo. Perché rifuggiamo da chi è diverso? Perché a volte ci sentiamo a disagio di fronte a persone con un handicap?
Forse leggendo “Wonder” qualcuno di noi riuscirà a darsi una risposta, e a trovare una soluzione.

Qualcuno di voi ha letto uno di questi libri? Mi auguri di sì perché li ho trovati tutti meravigliosi, in modo diverso. E se non li avete letti, vi ho incuriosito?

Awww, sono felice di essere tornata!

2 commenti:

  1. Ciao, che piacere rileggerti! *-* proprio poco tempo fa ho fatto un po' di pulizia nell'elenco dei blog che seguo, perché molti erano inattivi addirittura da anni, e mi sono accorta che non aggiornavi da un bel po' e mi chiedevo che fine avessi fatto. Il tuo blog mi piace un sacco e mi sarebbe dispiaciuto non leggerti più, quindi... Bentornata!!!

    Mi sa che per Oscar Wao la colpa è mia :) ricordo un tuo commento sotto la recensione che ne feci quest'anno. Se quindi sono io a dovermene assumere la responsabilità, sono super felice che ti sia piaciuto e che ti abbia fatto compagnia in questo periodo faticoso (i traslochi sono rogne e traumi, lo so bene). I personaggi sono tutti indimenticabili, non trovi?

    Il primo libro di cui hai parlato non lo conoscevo affatto, sembra particolare ed affascinante, potrei quasi farci un pensierino... Mentre Wonder ce l'ha la mia sorellina, mi sembra che glielo assegnarono da leggere alle scuole medie. Ormai è un po' che ne sento parlare bene dalle blogger, forse mi toccherà proprio prenderlo in prestito.

    Ancora bentornata e a presto! ^^

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  2. Ciao! Oh mio Dio qualcuno si ricorda di questo sperduto blog, mi fa molto piacere ^^

    Grazie per il bentornata, e anche per Oscar Wao. Come avrai visto tu stessa mi è rimasto nel cuore e già a metà libro ero sicura che sarebbe stata una di quelle letture che non avrei potuto dimenticare.
    Ti avverto che "Jonathan Stange e Mr. Norell" è abbastanza lungo e complesso, quindi se un giorno ti verrà voglia di leggerlo sappi che non è uno di quei libri da sfogliare fra un classico e l'altro (anche perché assomiglia proprio ad un classico dell'ottocento xD).
    Se ti capita fra le mani "Wonder" è assolutamente consigliato! E' molto scorrevole e va avanti liscio che è un piacere, potrai chiedere conferma alla tua sorellina! Che bello che assegnino questi libri a scuola, alle medie non ricordo di aver scoperto grazie agli insegnanti dei libri così belli.

    A presto :D

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