Da brava
appassionata di Death Note quale sono, ho voluto leggere il romanzo scritto da Nisio Isin,
che sarebbe una sorta di spin-off del manga, una fanfiction autorizzata, se vogliamo.
Lo so,
probabilmente avrei fatto meglio ad ordinarlo in inglese, ma conoscendomi ho
immaginato che dopo un po’ la pigrizia avrebbe avuto il sopravvento, e mi sarei
stufata di leggere in inglese, abbandonando così l’opera. Onde evitare questo,
mi sono fatta passare una copia del romanzo in formato pdf che una persona
coraggiosa ha voluto tradurre dall'inglese in italiano.
Purtroppo devo
dire che, non essendo un professionista, questa persona ha tradotto alcune parti davvero molto
male, tanto che la sintassi delle frasi è a tratti simile a quella inglese,
mentre a volte non si capiscono bene i ragionamenti. Per di più ci sono diversi errori di distrazione. In fondo sarebbe bastato far leggere a
qualcun altro l’opera conclusa, perché chi scrive ormai non vede più certi
errori. Devo ammettere che però anche io ho un cuore, e mi dispiace molto dire
queste cose, perché era chiaro l’entusiasmo del traduttore. Non lo biasimo
però, perché in effetti ci sono professionisti per questo genere di lavori, e
anzi devo dire che è stato proprio coraggioso a imbarcarsi in quest’impresa.
Ma passiamo al
romanzo. Purtroppo non mi sento del tutto di promuoverlo, e non credo che lo
rileggerò una seconda volta, anche se è ormai parte di uno dei miei manga
preferiti. Quel che ho apprezzato molto di questo lavoro è stata la scelta dei
personaggi, mentre non mi è piaciuta affatto la parte investigativa.
Il caso degli
omicidi di Los Angeles di BB era davvero molto, molto complicato, e la cosa non
mi ha sorpresa più di tanto. Quello che mi dava fastidio era il metodo di
ricerca: la maggior parte delle conclusioni che Naomi Misora ha tratto (seppur
guidata da mano esperta – quella del serial killer) sono molto forzate a mio
giudizio, tanto da farmi pensare che, se si fosse trattato di un vero caso,
nessuno avrebbe mai potuto risolverlo, così come non sarebbe stato possibile
per Naomi risolverlo senza le spintarelle di Ryuzaki nella giusta direzione. Mi chiedo anche a cosa sia esattamente servita la loro collaborazione, perché sono sicura che L avrebbe potuto far risolvere il caso a Misora o risolverlo lui stesso, e BB ha messo in pratica una collaborazione inutile, perché la sua trappola per L era attuabile anche senza Naomi.
L’unica
intuizione naturale che ha fatto Naomi Misora è stato qualcosa a cui tutti, e a maggor ragione
un’agente dell’FBI, sarebbero potuti arrivare: il fatto che Ryuzaki sapesse della
capoeira, quando lei ne aveva parlato solo con L e si era difesa con quella
tecnica quando era stata aggredita, l'ha fatta arrivare alla conclusione che il suo collega era l'aggressore. Lì però per forza di cose!
Insomma, ci ero arrivata anche io – non esattamente un detective – al fatto che
quello era un grosso errore da parte di Ryuzaki, e allora ho capito che lui era
BB.
Il ragionamento
di BB per quanto riguardava la costruzione degli omicidi di Los Angeles, il
fatto che lui volesse “travestirsi” da ultima vittima perché L non scovasse mai
il killer, dato che era morto, era molto bello. E credo che tutte le turbe
psichiche di BB fossero ben pensate. Anche io se fossi destinata ad essere una
scadente copia dell’originale L m’indignerei, e tentare di sorpassarlo in un
caso sarebbe il modo giusto per combatterlo!
Ciò che mi è
piaciuto molto della storia sono stati i personaggi. La scelta di Naomi Misora, prima
di tutto! Non che il suo personaggio mi stia particolarmente simpatico, ma è
bello vedere in azione una donna in Death Note, ogni tanto, e lei era di certo
la più adatta. Ho adorato la fine, quando a sua insaputa incontra L e lo
arresta! Divertentissimo lui che tenta di colpirla con la capoeira (e così
sappiamo anche come mai ha deciso di impararla)! Mi piace anche la scelta di
Mello come narratore. E' una sorta di rivincita contro Near, a mio parere,
essere a conoscenza di questa storia.
Purtroppo però
questo voleva essere un giallo, oltre che un omaggio a Death Note, e credo
proprio che abbia fallito miseramente il primo intento.
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