Su richiesta di
una delle autrici che hanno collaborato con EFP per il progetto di “Niente è
come prima”, ho scritto una recensione ad un racconto in particolare.
Attenzione, non perché lo preferisca o altro, solo perché mi è stato chiesto, e
a me piace scrivere recensioni quindi ho colto l’occasione.
Quindi adesso
prendo in esame “In the background”, di Francesca Ferrara.
Avendolo già
letto una volta sapevo cosa aspettarmi, ma ho deciso di farne una seconda
rilettura perché non lo ricordavo così bene. In realtà speravo che questa fosse
una lettura chiarificatrice, ma purtroppo non lo è stata del tutto. Ma partiamo
dall’inizio.
La protagonista,
Anna Guicciardi, mi è parsa una ragazza confusa, insicura e dalla personalità
veramente detestabile. Il suo incontro con André la cambia nel profondo, e
finisce per apprezzare le arti e lo studio, cose che prima detestava. Bene,
questo cambiamento mi piace, ma credo che avrebbe sortito un miglior effetto se
l’autrice avesse scavato un po’ più a fondo nei sentimenti di Anna. Infatti
lungo la narrazione non ci sono attimi di introspezione, ma riusciamo a
conoscere il personaggio di Anna dai suoi gesti e dalle sue parole. Tuttavia un
cambiamento del genere è interno, non si riflette sul nostro modo di parlare,
ma di pensare, e sapere che cosa pensava Anna in quel momento in cui tutte le
basi della sua vita stavano venendo messe in dubbio, sarebbe stato molto più
emozionante a detta mia.
L’idea di un
fantasma che viene da chissà dove e che vuole ritrovare la sua identità è molto
carina, insolita ma proprio per questo originale. Devo ammettere che il mio
personaggio preferito è proprio André! Mi piace il modo in cui parla, e lo
immagino come un gentiluomo d’altri tempi gentile e malinconico.
Un’altra cosa
che mi è piaciuta sono i discorsi riguardo alla cultura e alla letteratura che
fanno Anna e André, un po’ il fulcro del cambiamento della ragazza. Tuttavia
devo ammettere che Anna sembra proprio una ragazzina difficile con cui entrare
in contatto, a tratti è molto sgarbata, e mi domando perché mai André non
dovrebbe andarsene a cercare qualcun altro che l’aiuti, così tutti quanti
sarebbero più contenti! Insomma, perché obbligare la tua presenza a qualcuno
che non ti vuole?
La fine della
storia mi ha molto stupita, perché pensavo che l’unica cosa che per André fosse
finita; insomma, era tornato ovunque dovesse andare, aveva scoperto chi era.
Invece no! Anna scopre all’improvviso che si era illuso di essere un altro, ma
ad essere sincera non ho capito il ragionamento dell’”altra faccia della
medaglia” cui l’autrice allude nelle ultime righe. E, cosa più importante,
perché André torna indietro?! Quest’ultima parte mi è parsa molto caotica, non
sono riuscita a capire il punto più importante della storia, quello in cui,
praticamente, si spiega tutto.
Sicuramente
apprezzabili i cenni storici e la ricerca che l’autrice ha fatto, citando un
quadro, un pittore e informandosi sulla sua biografia. (A questo proposito sono
curiosa di sapere qual è il quadro di cui si parla nella storia, dato che ho
cercato Gustave LaMerle e non ho trovato praticamente nulla.)
A parte questo
la narrazione è molto veloce, quasi affrettata come se stesse facendo una corsa
per giungere ad una parte che l’autrice non vedeva l’ora di scrivere. I
dialoghi mi piacciono perché sono credibili, ma non posso in tutta onestà dire
di aver apprezzato la storia nella sua interezza, perché, a quanto sono
riuscita a capire dagli ultimi disordinati paragrafi… no, d’accordo, non riesco
neanche a trovare il punto della situazione, e sinceramente mi dispiace perché
l’idea di base era molto buona, ma la storia si è giocata il finale.
Scusa il ritardo, ma il tuo post meritava una risposta scritta senza fretta. I miei ringraziamenti non saranno mai abbastanza. In una parola, sei stata disponibile. Pur di lasciare una buona recensione, hai riletto un racconto che non ti era piaciuto particolarmente. A proposito, il tuo commento è tra i più belli che abbia mai ricevuto: chiaro, dettagliato, ponderato tra complimenti e critiche. Soprattutto, queste ultime sono argomentate e permettono di migliorarsi, piuttosto che scoraggiare. Insomma, grazie davvero per il tuo gesto. Se potessi fare qualcosa per ricambiare, ne sarei felice :) Sono rari recensori come te.
RispondiEliminaRiguardo il racconto, secondo te avrei dovuto accentuare il cambiamento di Anna e la storia sembra correre frettolosamente verso la sequenza finale. Mi hai spinto a pensare che forse ho commesso un errore fin dall'inizio: ho delineato una trama troppo colmplessa per lo spazio a mia disposizione. La parte finale è necessariamente più lunga, perchè vengono svelate preziose informazioni. Tuttavia, non poteva sottrarre troppo spazio alle sequenze precedenti, in quanto in esse dovevano esserci segnali che sarebbero stati reinterpretati nell'ultima parte. Probabilmente è a causa di ciò che ne è uscita una conclusione confusionaria.
Per le stesse esigenze di spazio, non ho potuto aprire una parentesi sul mutamento di Anna. In realtà, temevo anche di sfociare in una sorta di irritante moralismo. ^ ^'
A proposito di André, per quanto Anna sia detestabile, è la sola a poterlo vedere e sentire, quindi lui non può abbandonarla.
Al termine del racconto, la sua anima viene nuovamente liberata dal dipinto ed assume completa corporeità, perchè non soltanto Anna, ma numerose persone lo hanno individuato nello sfondo. "L'altra faccia della medaglia" significa questo, cioè scoprire cosa giace sotto la superficie. Il pittore aveva dato ad André una seconda possobilità di vivere, intrappolando la sua anima nella tela, in attesa che qualcuno, negli anni a venire, lo notasse nell'oscurità del piano retrostante (simbolo anche del buio in cui era stato immerso il suo talento).
Come gli altri personaggi, anche il pittore è di mia invenzione, per questo non hai trovato riferimenti nel web. ^ ^
Grazie anche per ciò che hai scritto di positivo, naturalmente! Hai inquadrato perfettamente il personaggio di André e sono felicissima di questo.
Spero che la mia risposta sia completa quanto la tua recensione. In caso contrario, potresti trovare un secondo post...!
Grazie di nuovo, sul serio. Sei stata gentilissima. Se in futuro avessi la possiblità di riscrivere il racconto, con margini di spazio più ampi, terrei certamente conto delle tue critiche. In generale, se dovessi scrivere nuovi racconti, farò attenzione a non ripetere questi errori ;)